La protesta degli agricoltori, dilagata ormai da nord a sud del Vecchio Continente, dal Belgio alla Germania, dall’Italia alla Grecia, fino a raggiungere la Spagna, si è spostata oggi 1° febbraio a Bruxelles, dove si è tenuto il vertice straordinario del Consiglio europeo conclusosi con il raggiungimento di un accordo per gli aiuti all’Ucraina.
Non si è parlato in quella sede di agricoltura ma la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ha comunicato di aver incontrato nel corso della giornata i rappresentanti delle maggiori associazioni di agricoltori del Belgio ed europee.
VON DER LEYEN: «ALL’AGRICOLTURA UN TERZO DEL BILANCIO UE»
«È giusto dire che i nostri agricoltori hanno dato prova di resilienza – ha dichiarato Von der Leyen –. Gli agricoltori possono contare sul sostegno dell’Ue: destiniamo quasi un terzo del bilancio dell’Ue e solo nel 2023 abbiamo dato un’assistenza straordinaria per 500 milioni di euro a chi è stato colpito dalla crisi. È un sostegno fondamentale. Ora collaboriamo con gli Stati membri per rispondere alle sfide immediate».
BOCCIATA DAGLI AGRICOLTORI LA DEROGA ALL’OBBLIGO PREVISTO DALLA PAC DI DESTINARE UNA PARTE DEI TERRENI A FINALITÀ NON PRODUTTIVE
Sta di fatto che la protesta degli agricoltori di mezza Europa, unita alle pressioni del presidente francese Emmanuel Macron hanno costretto nei giorni scorsi la numero uno della Commissione europea a tornare sui suoi passi concedendo una nuova proroga della deroga alla regola della politica agricola comune che prevede che per accedere agli aiuti comunitari gli agricoltori debbano lasciare delle quote di terreni a riposo.
Una decisione che è piaciuta con grandi riserve alla Coldiretti, anch’essa scesa oggi in piazza a Bruxelles «contro le follie dell’Unione Europea che minacciano l’agricoltura italiana», come si legge nel comunicato stampa diffuso dalla maggiore organizzazione agricola italiana per rendere nota la propria presenza nella capitale belga con oltre un migliaio di associati provenienti da tutta Italia.
PRANDINI (COLDIRETTI): «SERVE CANCELLARE DEFINITIVAMENTE L’ASSURDO OBBLIGO DI LASCIARE I TERRENI INCOLTI CHE MINA LA CAPACITÀ PRODUTTIVA DELLA NOSTRA AGRICOLTURA»
«Bene la proposta di deroga, che avevamo già ottenuto per la crisi Ucraina – ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – ma serve cancellare definitivamente l’assurdo obbligo di lasciare i terreni incolti che mina la capacità produttiva della nostra agricoltura e favorisce paradossalmente le importazioni dall’estero di prodotti alimentari che non rispettano le stesse regole di quelli europei in materia di sicurezza alimentare, ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori».
«Il caso dei terreni incolti è solo uno dei vincoli che da Timmermans in poi hanno cercato di inserire – ha denunciato Prandini – con regole che penalizzano la capacità produttiva Ue e appesantiscono il lavoro degli agricoltori, ingiustamente visti come inquinatori, mentre sono proprio loro a garantire la tutela dell’ambiente. Si va dalla direttiva che vorrebbe dimezzare l’uso dei prodotti fitosanitari lasciando molte coltivazioni prive di difesa contro insetti e malattie, all’equiparazione degli allevamenti alle fabbriche».
«La nostra battaglia in Europa – ha concluso Pradini – continuerà in maniera forte e continuativa con proposte per il futuro degli agricoltori».
GIANSANTI (CONFAGRICOLTURA): «DA COMMISSIONE UE TROPPE CONDIZIONI, MISURA POCO UTILE»
Ancora più critico il commento del presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: «Una proposta con un sovraccarico di condizioni tale da limitare in modo significativo l’efficacia della misura. Il testo va modificato per aumentare effettivamente le produzioni di cereali e semi oleosi — ha sottolineato Giansanti —. Con queste condizioni, la deroga risulta poco attuabile e, quindi, poco utile. Siamo già in contatto con il nostro ministero e con le principali organizzazioni agricole degli Stati membri per ottenere le indispensabili e profonde modifiche. La deroga va accordata sulla falsariga del provvedimento già varato nel luglio 2022, per reagire all’instabilità dei mercati provocata dal conflitto in Ucraina. L’incertezza sullo scenario internazionale resta invariata».
FINI (CIA): «UNA PROPOSTA DEBOLE E INSUFFICIENTE»
Per finire, la proposta della Commissione, che passa ora al vaglio degli Stati membri, è stata definita «un ‘contentino’ che lascia perplessi su modalità e durata» dal presidente della Cia, Cristiano Fini. «Una proposta debole e insufficiente — ha detto il presidente della Cia —. Quello che ci aspettiamo è invece un gesto autorevole e deciso a sostegno dell’agricoltura, con lo stralcio ‘senza se e senza ma’ dell’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni. Dobbiamo poter continuare a garantire la sicurezza alimentare e le politiche comunitarie devono supportare le nostre attività, non ostacolarle».
VAN DER LEYEN PROMETTE UNA NUOVA INIZIATIVA PER TAGLIARE LA BUROCRAZIA
Di rimando la presidente della Commissione europea ha promesso che l’esecutivo preparerà una proposta per ridurre gli oneri amministrativi» che gravano sugli agricoltori.
L’intervento comunitario dovrà ridurre il carico amministrativo delle procedure della Pac) La proposta sarà presentata prima della prossima riunione dei ministri europei dell’Agricoltura, prevista il 26 febbraio a Bruxelles. Von der Leyen ha parlato di «interessi legittimi degli agricoltori, che vanno difesi soprattutto nei negoziati commerciali, garantendo condizioni di reciprocità in termini di standard».
ROMA COME BRUXELLES?
Una nota Ansa delle18:20 di oggi riferisce che la violenta protesta scatenata a Bruxelles dagli agricoltori, arrivati ad abbattere una statua davanti all’Europarlamento, si è spenta e un lungo convoglio formato da centinaia di trattori ha lasciato la zona di Place du Luxembourg ma è evidente che la mobilitazione non si ferma.
Tanto meno in Italia dove il CRA, i Comitati riuniti agricoli, ala dura del movimento che chiede misure urgenti per l’agricoltura, sta preparando l’arrivo nella Capitale.
Danilo Calvani, leader del CRA, in una dichiarazione a Huffington Post Italia promette la replica di quanto si è visto in Belgio: «Ci vogliono cinque giorni per convergere da tutto il paese, ma arriviamo».
Meccagri
Redazione
In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it
Immagini: Credits Coldiretti, CRA, Silvia Sardone, Facebook, varie e on. Basso