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Andrea Sillo: la verità gridata in faccia a Speranza

Andrea Sillo con uno striscione

Un uomo profondamente distrutto non solo dal dolore fisico, ma soprattutto nella sua vita quotidiana, affronta pubblicamente l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, durante la presentazione di quel discutibile libro autocelebrativo, nella sua città Potenza.

È Andrea Sillo un giovane veneto, che 24 ore dopo la prima dose diviene disabile, condannato ad una vita in carrozzina, che spegne ogni suo sogno di un futuro con Paola, la compagna sempre accanto a lui.

Lo sfogo di Andrea viene ripreso dalle telecamere della trasmissione di Mario Giordano: “Fuori dal Coro” e fa il giro del web e del mondo.

Le immagini documentano la disperazione di Andrea, come non capirlo, e allo stesso tempo, propongono un Speranza che non accetta il contradditorio, anzi rincara la “dose” contro Andrea dicendogli: “Hai firmato la liberatoria” come dire che quella firma suggella il suo comportamento “corretto” da ministro.

Speranza per la sua “bravura” di burocrate immolato al progressismo europeo, si è trovato davanti Andrea Sillo, che si ritrova a vivere in carrozzina, recluso per sempre nel suo corpo totalmente compromesso nel sistema immunitario.

Nemmeno davanti all’evidenza di questa “prigione” l’ex ministro ha avuto la decenza di scusarsi e di affrontare un dialogo pubblico con Andrea, ma quello che fa rabbrividire, è il totale menefreghismo del pubblico presente in sala che addirittura dava addosso ad Andrea.

Andrea Sillo

Speranza vistosi un po’ alle strette “concede” ad Andrea un colloquio privato, ma purtroppo solo per irriderlo e accusarlo nuovamente, e poi intervistato dall’Ansa dichiara: “C’è un pezzo di stampa che pensa di poter lucrare su questo ma i decisori politici hanno fatto affidamento esclusivamente su quello che la scienza consigliava di fare e nulla mi farà cambiare pensiero”.

E meno male che c’è un pezzo di stampa libera che lavora per la verità e sarebbe interessante anche conoscere i nomi di questi decisori politici, di quelli che hanno firmato i contratti con le case farmaceutiche che non avevano fatto studi sugli effetti avversi, ma allora Sig. Speranza di quale scienza parla?

Di quella coniata da lei “tachipirina e vigile attesa?” Perché le vittime della bergamasca, le vittime dei malori improvvisi, i tanti danneggiati da effetti avversi da vaccinazione obbligatoria, quei corpi consegnati dentro un sacco nero di plastica ai familiari senza poterne vedere il contenuto, aspettano tutti una risposta, la sua Sig. Speranza.

Quelle scene che tutti abbiamo visto dimostrano la totale disumanità in cui siamo calati perché, se davanti ad un disabile la cui sfortuna è stata provocata da un siero di Stato sperimentale, non si riesce a provare empatia dandogli sostegno e calore affettivo, allora siamo difronte all’estinzione dell’Humana pietas.

Non possiamo rimanere indifferenti al grido di aiuto di Andrea, alle lacrime della sua disperazione, perché non siamo tutti dei rammolliti divenuti una particella di quel Covid, che un’agenda sovranazionale vorrebbe allineati e sottomessi.

Il Sig. Speranza si sarà anche auto-convito che le sue misure di lockdown, mascherine, “distanza sociale” siano state utili, ma visti i risultati della salute che ha imposto, e che ricordiamo oggi sono comprese nel trattato pandemico del Governo Meloni, sembrano più dettate da quei signori dell’Agenda 2030 che stanno provando a metterci contro anche la stessa natura, ma intendiamoci, sempre per il “nostro bene”, dicono loro.

Ma in tutto questo c’è una nota che stride davvero troppo perché è difficile capire come la giornalista inviata della trasmissione “Fuori dal Coro”, abbia potuto dire più volte che “i vaccini hanno salvato”, ma su quali basi? Da quali fonti provengono le sue affermazioni?

Siamo noi che non abbiamo in mano i dati veri di questa “salvezza” oppure la giornalista di Mediaset ha trovato davvero qualcuno/a salvato/a, perché ad oggi, oltre agli unici dati forniti da OMS, non risultano esserci casi reali che possano dimostrare che siano salvifici, semmai troviamo centinaia di migliaia di persone con le conseguenze degli effetti avversi nelle stesse condizioni di Andrea.

Dobbiamo continuare a lottare per difenderci da questa narrativa costruita da tecno-finanzieri che hanno investito nel mainstream con lo scopo di orientare la massa, perché dobbiamo proteggere quei principi etici della comunicazione, dalla suggestione di immagini che possono portare a condividere le idee del pensiero unico.

A volte si ha la sensazione che si voglia patologizzare il dissenso e la critica sociale, ma si rischia che il contenuto non venga davvero analizzato, creando così una trappola “mentale”.

Il coraggio di Andrea insegna ad ognuno di noi che le nostre vite sono oggetto ogni momento di un grande equilibrio, ma che se si vengono a trovare in contatto con dei vassalli “mentalmente tossici”, le nostre vite vengono cambiate, contaminate, o meglio dire orientate, secondo nuove regole sovranazionali, portatrici di regolamentazioni e normative geoeconomiche per gli interessi esclusivi di pochi.

Ora rimane solo una domanda: chi aiuterà Andrea per mantenere la “rotta della verità” contro lo squilibrato sistema transumanista, appetibile solo ad una manciata di “attori” internazionali?

Andrea Caldart

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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