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Home Attualità Italia Bergoglio e le dimissioni dall’Argentina nel 2025: il piano perfetto per evitare l’estradizione con i documenti argentini rinnovati

Bergoglio e le dimissioni dall’Argentina nel 2025: il piano perfetto per evitare l’estradizione con i documenti argentini rinnovati

L’interrogativo che si sono posti in tanti in questi dodici anni di antipapato è: perché Bergoglio non è mai tornato in Argentina?  La risposta quasi immancabile è “perché in Argentina lo detestano”.

Eppure, secondo Nico Spuntoni de La Nuova Bussola quotidiana https://lanuovabq.it/it/il-papa-non-va-in-argentina-ma-i-suoi-amici-vanno-da-lui sembra che già avesse ricevuto parecchi inviti, sicuramente nel 2019 da parte dei vescovi argentini. 

Scrive Franca Giansoldati su Il Messaggero  https://www.ilmessaggero.it/vaticano/argentina_papa_francesco_milei_viaggi_papali_jorge_sola_buenos_aires-8361713.html : “Resta un mistero perché da allora (dal 2013) papa Francesco fa slittare di anno in anno il momento del suo ritorno a casa”.

L’ultimo invito ufficiale è del 2023, quando il neoeletto presidente Javier Milei, con un voltafaccia di 180°, dopo aver definito in campagna elettorale Francesco un “imbecille” e un “rappresentante del maligno sulla terra”, si è offerto come un anfitrione zuccheroso e accogliente invitando Bergoglio a visitare il suo paese https://www.ilmessaggero.it/mondo/papa_milei_telefonata_argentina-7771475.html . Quindi, ora l’invito dal presidente argentino in carica c’è.

Presidente Argentina Milei

“Spero di farlo presto – ha risposto di rimando l’antipapa, nel settembre 2024, come ha riportato Il Messaggero – “Papa Francesco ha riferito di voler tornare in Argentina l’anno prossimo, durante il Giubileo. L’atteso viaggio in patria – di cui si è parlato tante volte ma poi è sempre stato rimandato sine die, senza che mai vi fosse una ragione pubblica evidente o una spiegazione ufficiale – torna a essere d’attualità”.

Ed ecco che torna alla memoria un’Ansa del 28 settembre 2021 sul colloquio avuto in Vaticano da Mons. Giuseppe La Placa con Bergoglio: “Ho invitato il Papa a visitare la città di Ragusa in occasione del settantacinquesimo anniversario della fondazione della Diocesi nel 2025 – affermò La Placa – il Santo Padre ha fatto un sorriso e un cenno di assenso e con una battuta mi ha risposto dicendo che nel 2025 sarà Giovanni XXIV a fare quella visita”.

Così, visto che – a meno di non covare velleità suicide – difficilmente potrebbe predire la data della propria morte, Bergoglio nel 2021 già sapeva che nel 2025 si sarebbe dimesso, in modo da lasciare il trono all’antipapa Giovanni XXIV.  

Orbene, perché è così importante il nesso fra le sue dimissioni nel 2025 e il viaggio in Argentina, sempre nel 2025? 

Un vecchio servizio di Repubblica ci racconta come “papa Francesco” nel febbraio 2014 avesse rinnovato passaporto e carta d’identità argentini   https://www.repubblica.it/dossier/esteri/il-nuovo-papa/2014/02/18/video/passaporto_9277_jorge_mario_bergoglio-423078383/ :

“Niente documenti diplomatici, nessun privilegio: papa Francesco vuole viaggiare per il mondo come un semplice cittadino argentino. E allora, eccoli qua i documenti del papa, nelle immagini diffuse dal governo argentino, sul passaporto 9277 si leggono chiaramente nome, cognome e data di scadenza: il 14 febbraio 2029”.

Per quale motivo Bergoglio aveva rifiutato il passaporto diplomatico vaticano, che hanno tutti i papi normali, limitandosi a rinnovare i documenti argentini? Forse non per modestia, pauperismo, od orgoglio nazionale, come vorrebbe far intendere il mieloso servizio di Repubblica citato.

Abbiamo chiesto informazioni a degli specialisti del settore e lo scenario potrebbe offrire piuttosto una perfetta via di fuga all’antipapa che, dopo la denuncia presentata da chi scrive al Tribunale penale vaticano il 6 giugno 2024, https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/39590955/dimissioni-nulle-di-benedetto-xvi-istanza-al-tribunale-vaticano.html e dopo l’acquisizione della Declaratio di Benedetto XVI come decisiohttps://www.youtube.com/watch?v=7IbUs-K5KjY&t=426s ovvero decreto penale pontificio per scisma, sede impedita e usurpazione, Bergoglio rischia grosso per usurpazione di ufficio ecclesiastico (canone 1375).

Per capire il gioco, è importante sapere che qualora un papa dovesse abdicare, perderebbe automaticamente la cittadinanza vaticana. 

Rinnovando i documenti argentini nel 2014, Francesco si è quindi garantito il poter ritornare nel suo Paese natale con pieni diritti di cittadinanza. Questo, di fatto, lo pone in una posizione in cui potrebbe tranquillamente dimettersi durante il suo viaggio in Argentina: “Ho deciso di rimanere qui nella mia amata terra, per occuparmi dei bambini poveri etc. etc.”.

In questo modo, con le dimissioni, da un lato perderebbe automaticamente la cittadinanza vaticana, ma potrebbe continuare a risiedere in Argentina come libero cittadino, senza problemi legali, con i suoi documenti personali argentini rinnovati nel 2014.  

Perdendo la cittadinanza vaticana, non sarebbe tenuto a ritornare a Roma, né lo Stato della Città del Vaticano potrebbe pretenderne legittimamente l’estradizione se si ufficializzasse finalmente la questione della sede impedita. 

Infatti, l’Argentina potrebbe proteggerlo come proprio cittadino, senza concedere l’estradizione.

In questo modo, l’antipapa sfuggirebbe alle proprie responsabilità, rimanendo protetto dal suo nuovo amico Milei.

Ecco perché, riteniamo con ogni probabilità, Bergoglio si è tenuto il viaggio in Argentina come ultima carta, per l’anno giubilare, ecco perché vuole dimettersi nel 2025, ecco perché i suoi documenti sono stati rinnovati fino al 2029. 

L’opzione delle dimissioni in Argentina è pericolosissima perché potrebbe congiungersi al solito “troncare, sopire” clerical-istituzionale cattolico. 

Immaginiamo una storiella ben servita dai media mainstream del tipo: “Papa Francesco si è dimesso in Argentina perché voleva passare i suoi ultimi anni tra i poverelli delle favelas. Però in effetti papa Ratzinger aveva scritto maluccio le proprie dimissioni, magari perché era hegeliano, come dice Viganò. Comunque, un po’ per qualche errore di forma nelle dimissioni di Ratzinger, un po’ per solidarietà con il dimissionario papa Francesco, i cardinali nominati da Bergoglio rinunciano spontaneamente alla porpora cardinalizia o ad entrare in conclave”. 

L’opera di maquillage sul più grave scandalo del pianeta, da 2000 anni a questa parte, potrebbe avvalersi di questa melensa narrativa. 

Il Bergoglio dimissionario in Argentina potrebbe diventare una sorta di leader carismatico o di padre nobile di una nuova chiesa scismatica di impostazione gnostico-globalista, che potrebbe raccogliere una larga parte del clero ex cattolico. Se un futuro vero papa lo dichiarasse antipapa, o lo condannasse in contumacia, Bergoglio diventerebbe una vittima: “il santo riformatore accusato per gretti motivi burocratici dalla chiesa bigotta e oscurantista dei duri di cuore”.

La soluzione morbida, con una fuga soft di Bergoglio, un conclave legittimo e una deamicisiana vulgata ammannita dai media sarebbe un disastro per una pur restaurata Chiesa cattolica. 

Quindi, se i cardinali autentici e la magistratura vaticana non si attivano, sostenuti dal popolo cattolico, Bergoglio farà fessi tutti ancora una volta. 

Andrea Cionci

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