Con la pesante eredità del progetto economico di distruzione dell’impresa privata italiana da parte del “vile affarista”, saremo costretti ancora per lungo tempo, a farci i conti.
Nel testamento draghiano, passato in mano a Giorgia Meloni, spunta il Payback sanitario che andrà a colpire migliaia di lavoratori italiani e le aziende per le quali prestano la loro professionalità e indirettamente contribuirà a mandare in tilt il Servizio Sanitario Nazionale, patrimonio di tutti noi italiani.
Sono 4.000 le aziende piccole e medie italiane che, dal 14 novembre scorso, sono venute a conoscenza di questo “regalo” ed entro il 15 gennaio 2023, dovranno rendere allo stato, per il solo periodo 2015-2018, 2 miliardi di euro di “eccedenze” che il decreto aiuti bis, ha chiamate extra profitti.
Diceva Andreotti: “A volte a pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina” e, pensando al decreto dell’agosto scorso, l’esempio è pienamente azzeccato.
Centrato ancora una volta sulla figura di quell’“unto dei mercati” di Mario Draghi, osannato in tutte le piazze d’affari internazionali che, con quel decreto estivo, ha attuato una legge voluta da un altro “mitico” suo predecessore nel 2015, Matteo Renzi.
Parliamo di una legge quella del Payback sanitario che per 7 anni è rimasta nei cassetti di Palazzo Chigi, anche se era già pronta per essere attuata e il “messia”, non ha esitato ad azzannare, ancora una volta, con quella che è una vera e propria bastardata, i soldi delle piccole e medie aziende fornitrici di dispositivi medici nel settore della sanità pubblica.
Draghi ha considerato extra profitto quanto in più hanno pagato le Regioni sulle forniture ospedaliere, ma non perché qualcuno ci abbia marciato sopra, bensì perché le regioni non erano state in grado di redigere correttamente i Forecast budget, le previsioni d’acquisto dei materiali sanitari, e quindi sono dovute ricorrere ad altri acquisti extra capitolato di spesa per far sì che la sanità continuasse a funzionare.
Mentre gli italiani pensavano alle ferie attratti anche dagli spot pubblicitari dalle promesse della campagna elettorale dell’epoca, lo statista dell’anno, meditava e attuava una stortura burocratica con l’intento di far chiudere un intero comparto industriale italiano, ovviamente con la totale fiducia di tutto il governo dell’epoca.
In pratica 4.000 aziende e presumibilmente sono solo una piccola parte, nel novembre scorso si sono viste recapitare dalle regioni, la richiesta di restituire il 50% di quello scostamento di budget perché considerato extra profitto.
Peccato che non era extra profitto, ma errori dei burocrati, incapaci di fare il proprio mestiere che super Mario, ha ben pensato di far ricadere sulle imprese italiane facendo credere che la colpa sia loro.
Il meccanismo l’ha spiegato bene la dottoressa Cristina Cattini Titolare di Novamedisan di Bologna che, intervistata da Nicola Porro ha detto: “é come se io andassi al supermercato spendessi 1.000 euro in cibo, me lo mangio e poi alla fine del semestre scopro che ho superato il mio budget per l’alimentare, torno al supermercato e pretendo che mi vengano restituiti 500 euro” senza nemmeno restituire gli alimenti oramai consumati.
Oggi se non si interviene immediatamente a bloccare quest’assurdità queste aziende potrebbero venire cancellate in un batter di ciglia.
E il perché è presto documentato nei dati elaborati da F.I.F.O Federazione italiana fornitori ospedalieri, riportato nella tabella sottostante
Sforamento nella spesa a livello nazionale e relativo al payback complessivo
Valori in milioni di euro e in %
2015 | 2016 | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 | |
Tetto di spesa | 4.800 | 4.856 | 4.925 | 4.962 | 5.011 | 5.261 |
Spesa effettiva | 5.782 | 5.838 | 5.986 | 6.226 | 6.430 | 6.842 |
Sforamento (mln.euro) | 1.041 | 1.052 | 1.105 | 1.287 | 1.419 | 1.642 |
Sforamento (in %) | 21,7 | 21,7 | 22.4 | 25,9 | 28,3 | 31 |
Payback | 416 | 474 | 553 | 643 | 710 | 821 |
Fonte: Elaborazioni FIFO Sanità su dati Corte dei Conti (2020, 2021) e Accordi Stato-Regioni 2019
Per far comprendere meglio spieghiamo che quando ad un’azienda arrivava le richieste di un’extra fornitura, l’impresa era obbligata a evaderla essendo nei tempi della gara. Infatti l’interruzione di una fornitura avrebbe messo in mora l’azienda che sarebbe stata perseguibile penalmente.
In questo modo ora siamo davanti ad una duplice assurdità di questa legge: perché da una parte obbliga l’azienda a fornire i materiali e dall’altra obbliga la medesima a rendere il 50% del prodotto, che non può venire reso in quanto utilizzato.
Queste aziende fornitrici oggi non solo dovranno muoversi per difendersi da questa bastardata, ma pensiamo a tutto il valore che hanno già pagato in tasse, acquisti, iva, etc., e su che strada sono state incamminate, ma soprattutto come fanno a poter richiederne la restituzione?
Il problema però non è circoscritto solo al rapporto cliente fornitore, ma è ben più ampio di quello che si possa immaginare, in quanto sta per ricadere su tutti noi cittadini italiani che per la natura stessa del provvedimento manderebbe in tilt la Sanità.
Quando andremo in ospedale per fare un prelievo e non ci sarà più l’ago della siringa, oppure il bisturi in sala operatoria, per fare un altro esempio, come potremmo essere curati?
Gli ospedali possono andare in tilt da un momento all’altro e soprattutto quale imprenditore vorrà più lavorare con questa ghigliottina sulla testa?
Qualcuno continuerà a pensare che sia complottismo, ma poi quando ci ragionerà, non potrà dire che non lo poteva sapere, gli atti di questa follia, sono tutti pubblicati.
Andrea Caldart
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