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Elezioni USA 2024: Trump Vs Harris, una democrazia globale al bivio

Mentre negli Stati Uniti mancano pochi giorni alle elezioni presidenziali del 2024, la competizione tra Donald Trump e Kamala Harris sta portando alla luce tensioni mai sopite e interrogativi profondi sulla salute della democrazia americana. 

La polarizzazione politica, il clima di disinformazione e la sfiducia crescente nelle istituzioni mettono a rischio il processo democratico, alimentando paure di un declino che appare, agli occhi di molti, sempre più inesorabile.

È uno scontro tra visioni radicalmente opposte portate alla luce da Trump che si propone di “riportare l’America alla sua grandezza”, promettendo una politica anti-establishment e cavalcando temi come immigrazione, sicurezza e identità nazionale. Con la sua candidatura, Donald Trump torna in campo dopo quattro anni di assenza dalla Casa Bianca e sebbene molti media lo dipingano come una “Figura divisiva” è invece abilissimo nel catalizzare il malcontento delle classi medie e quelle della destra conservatrice. 

Di fronte a lui, Kamala Harris rappresenta una visione radicalmente diversa: prima donna di origini afroamericane e asiatiche ad assumere la carica di vicepresidente, la Harris punta su una piattaforma di inclusione, diritti civili e innovazione economica. Sostenuta dall’ala progressista e dalla base democratica, Harris cerca di trasmettere un messaggio di unità e di riscatto per i più emarginati. Tuttavia, la sua figura non è esente da critiche e suscita perplessità sia nella sinistra radicale che nei centristi, rendendo la sua strada tutt’altro che semplice.

Nelle città americane battute dai comizi finali dei due contendenti, si “annusa” la sfiducia dell’elettorato americano che appare diviso e sempre più disilluso. 

Gli eventi del 6 gennaio 2021, quando il Congresso fu assaltato dai sostenitori di Trump, hanno lasciato una cicatrice profonda e ancora poco chiara. La retorica antistituzionale e i dubbi sulla legittimità del voto, alimentati anche dalle frequenti accuse di brogli elettorali, hanno accresciuto il distacco di molti cittadini dalle istituzioni.

La Harris non piace a molti americani per le sue idee guerrafondaie per continuare a sostenere un conflitto, quello contro l’acerrimo nemico, l’orso russo, che rischia di trasformarsi in un nuovo Afghanistan o Vietnam, dove tutti hanno perso, soprattutto vite umane per nulla.

Questo clima di sfiducia, accentuato dalla crescente difficoltà di accedere a informazioni trasparenti, ha prodotto un panorama in cui molti si chiedono se gli Stati Uniti siano ancora una democrazia solida o se stiano scivolando verso una crisi sistemica. Le divisioni sono più marcate che mai, e i tentativi di riformare il sistema, dai finanziamenti elettorali all’accesso al voto, non sembrano riuscire a colmare le distanze.

L’era digitale ha ampliato enormemente la diffusione di notizie false, e le piattaforme social hanno dimostrato di non riuscire a contrastare la proliferazione di teorie complottiste, spesso diffuse ad arte per influenzare l’opinione pubblica. Le elezioni 2020 hanno visto un diluvio di false notizie, e la sfida 2024 non è da meno. Su Twitter, Facebook e altri social, fake news e teorie del complotto si diffondono con una rapidità allarmante.

Trump sfrutta questo ecosistema, puntando su una narrativa che dipinge le istituzioni come corrotte e la sua candidatura come l’unica speranza per un “vero” cambiamento. Harris, dal canto suo, cerca di portare l’attenzione su una politica basata sui fatti, ma la sua comunicazione fatica a emergere in un contesto mediatico polarizzato e ostile.

La disinformazione non solo influenza le opinioni, ma mina le fondamenta stesse della democrazia, in quanto porta gli elettori a dubitare dell’affidabilità delle fonti ufficiali e dei risultati elettorali stessi. A pochi giorni dal voto, l’atmosfera sembra pervasa da una tensione quasi palpabile, con il rischio che episodi di contestazione violenta possano aumentare, specialmente se il risultato delle urne sarà contestato da una delle due parti.

Il rischio di violenza politica e di ulteriore frammentazione sociale è concreto. Le minacce ai funzionari elettorali e le pressioni sui tribunali per contestare i risultati elettorali rappresentano un pericolo per lo stato di diritto. Gli analisti avvertono che se queste tendenze continueranno, il sistema americano rischia di trovarsi in una situazione di crisi che potrebbe compromettere la stessa transizione pacifica del potere, un principio fondamentale di ogni democrazia.

L’indebolimento delle norme costituzionali e la fragilità delle istituzioni democratiche stanno alimentando una crescente preoccupazione. Secondo recenti sondaggi, più della metà degli americani teme che l’elezione del 2024 possa non riflettere la volontà popolare, segno di quanto la fiducia nel sistema sia scesa a livelli minimi.

Le elezioni 2024 rappresentano un banco di prova cruciale, perché ci troviamo di fronte ad una democrazia al bivio. Il declino della democrazia americana non è inevitabile, ma i segnali di crisi sono ormai visibili a tutti. L’esito di questa elezione non solo determinerà il prossimo presidente degli Stati Uniti, ma definirà anche il futuro della democrazia americana ed anche tutte le future scelte dei Paesi satelliti e del futuro atlantismo.

In gioco non ci sono solo due candidati, ma due visioni opposte della nazione e, forse, della stessa idea di democrazia. Il destino degli Stati Uniti dipenderà dalla capacità di trovare un equilibrio, di ricostruire un dialogo civile e di garantire che ogni elettore si senta rappresentato e ascoltato.

Gli Stati Uniti si potrebbero trovare così a confrontarsi con l’ipotesi di un collasso istituzionale, una possibilità che fino a pochi anni fa sembrava impensabile.

La domanda che rimane aperta è: queste elezioni del 2024 segneranno un passo verso la rinascita della democrazia americana o, al contrario, sanciranno l’inizio di un declino irreversibile? Mancano pochi giorni per avere la risposta, ma una cosa è certa: la posta in gioco non è mai stata così alta.

In ogni caso, ciò che accadrà nel 2024 sarà cruciale non solo per l’America, ma per l’intero equilibrio democratico globale.

Andrea Caldart

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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