Nei giorni scorsi con un comunicato stampa la Fondazione GIMBE ha espresso forti preoccupazioni per i considerevoli ritardi nell’adozione dei decreti attuativi previsti dal DL 73/2024 sulle liste d’attesa convertito dalla L. 107/2024.
Ecco quanto comunicato dalla Fondazione indipendente diretta dal Prof. Cartabellotta:” in sei mesi approvato solo 1 dei 6 decreti attuativi. Benefici ancora lontani per milioni di pazienti e tempistiche incerte.”
Di contro, invece la politica politicante nella comunicazione propagandistica tesa a dimostrare che va tutto bene, ha comunicato progressi nell’attuazione delle misure volte ad abbattere i tempi di attesa.
Ma l’analisi indipendente della Fondazione mette bene in risalto che la situazione per i cittadini che hanno bisogno di cure è tutt’altro che rosea.
La salute è al centro delle attenzioni e delle preoccupazioni degli italiani, come è noto ormai da tempo. Centinaia di migliaia di cittadini rinunciano a curarsi, proprio per le difficoltà di ricevere prestazioni da parte del sistema sanitario nazionale, deprivato da decenni a questa parte di personale, risorse, mezzi e strutture. Il tutto è dimostrato da indagini indipendenti che sono sotto gli occhi di tutti. Le pletoriche liste di attesa che esistono in ogni regione d’Italia, sono una triste realtà.
Un problema sentito in ogni famiglia, che è stato oggetto di riflessione del Presidente della repubblica Mattarella, nel rituale discorso di fine anno scorso.
Ecco quanto giustamente evidenziato dal Capo dello Stato: “Vi sono lunghe liste d’attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita. Numerose persone rinunciano alle cure e alle medicine perché prive dei mezzi necessari”.
Il governo Meloni ha promesso e approvato un decreto con il quale si garantiva l’abbattimento delle famigerate liste d’attesa. Ma non è bastato. In quanto come rappresentato dalla fondazione Gimbe a sei mesi dalla definitiva approvazione della legge, si registra un autentico stallo che blocca la piena attuazione delle misure contenute nella norma, provocando di fatto un ritardo rispetto alle intenzioni del legislatore, che non fa bene alla salute dei cittadini. Ormai, purtroppo, parlare di diritto alla salute, tutelato dalla carta costituzionale è un autentico paradosso.
A questo proposito ecco quanto dichiarato dal Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe:” Abbiamo condotto un’analisi indipendente sullo stato di avanzamento della legge, con l’obiettivo di identificarne le criticità di attuazione e informare in maniera costruttiva il dibattito pubblico e politico. Questo per evitare aspettative irrealistiche e tracciare un confine netto tra realtà e propaganda.”
L’analisi si comprende chiaramente dal dettagliato comunicato stampa, nel quale sono analizzati dati, numeri in maniera accurata, ovvero scientifica. Quindi senza ombra di polemica da parte di una fondazione indipendente, e di un uomo di scienza come il Presidente Cartabellotta.
Ma come sta accadendo da tempo nel nostro paese, lo stesso scienziato è stato preso di mira da esponenti politici che fanno riferimento ai partiti di maggioranza governativa, che hanno liquidato come fake news, una indagine scientifica. E poi la solita accusa a chi osa dissentire dalla voce della maggioranza: “comunista e cavalier servente dei comunisti.”
La libertà di espressione, che è il pilastro di una democrazia matura, sembra non far più presa nel nostro paese, nonostante il rigore di una indagine indipendente che evidenzia nient’altro che la verità dei fatti.
Per rendersene conto basta leggere con occhio scevro da pregiudizi politici di difesa dell’indifendibile, la restante parte, nei suoi punti salienti, del comunicato stampa della Gimbe.
Eccolo: «Le interminabili liste d’attesa – conclude Cartabellotta – sono il sintomo di un indebolimento tecnologico, organizzativo e soprattutto professionale del SSN. Affrontare questa criticità richiede consistenti investimenti sul personale sanitario e coraggiose riforme organizzative. Concentrarsi unicamente sul “sintomo” (i lunghi tempi di attesa), piuttosto che risolvere “le cause della malattia” è un approccio semplicistico che guarda al dito invece che alla luna. In tal senso, l’ambiziosa complessità del DL liste di attesa, sommata al giogo amministrativo di sei decreti attuativi, allunga le tempistiche perché si scontra con numerosi ostacoli: attriti istituzionali a livello centrale, diseguaglianze regionali nella completezza e trasparenza dei dati, modalità poco trasparenti nella gestione delle agende di prenotazione sia del pubblico che del privato convenzionato, impossibilità di assumere personale sanitario per gli stringenti vincoli economici imposti dal MEF. Inoltre, il tentativo di centralizzare dati, informazioni e decisioni, che da quasi 25 anni vedono le Regioni nel duplice ruolo di controllati e controllori, aggiunge ulteriori complessità non facilmente risolvibili. Questi fattori rallentano la pubblicazione dei decreti attuativi, rendono impossibile definire tempistiche certe e, da ultimo, allontanano i benefici attesi per milioni di cittadini e pazienti. In definitiva, le riforme annunciate restano un esercizio retorico se non tradotte in azioni concrete, mentre il raggiungimento di risultati parziali è solo una magra consolazione politica, priva di reali benefici per la società».
Forse per comprendere davvero le tribolazioni dei cittadini sarebbe opportuno ascoltarli. Potrebbero raccontare delle ore passate a telefono per riuscire a parlare con un operatore dei centri di prenotazione degli ospedali per riuscire a farsi visitare dal medico di cui hanno bisogno. Oppure delle ore trascorse al Pronto soccorso solo per poter parlare con un medico, ammesso che si arrivi lì avendone la forza e la voce.
Poi sempre i cittadini potrebbero testimoniare delle lunghe attese anche di un anno per visite ed esami diagnostici, utili a salvaguardare la propria salute. Le stesse lunghe attese che, come per incanto, si trasformano in rapide risoluzioni appena si accetta, avendone la possibilità economica, di pagare di tasca propria la visita tanto agognata.
La verità è unica ed incontrovertibile: la sanità italiana si sta americanizzando. In termini brutali se hai soldi e polizze sanitarie potrai curarti in maniera sicura e rapida. In caso contrario puoi anche morire!
Giuseppe Storti