Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha dichiarato, tramite un post sui suoi profili social, che lunedì 24 febbraio gli Stati Uniti presenteranno all’Assemblea generale dell’ONU una bozza di risoluzione sulla conclusione del conflitto in Ucraina.
Secondo Rubio, si tratta di “una risoluzione storica che l’intera membership dell’ONU dovrebbe sostenere per tracciare un percorso di pace“, sottolineando inoltre che il Presidente Trump “è impegnato a porre fine” ai combattimenti nella martoriata zona del Donbass che, ricordiamo, vanno avanti fin dal 2014, con le spietate aggressioni dell’esercito di Kiev contro la popolazione inerme.
Una dichiarazione ufficiale del Dipartimento di Stato americano, che il Segretario allega al proprio post, conferma le sue parole, annunciando che Donald Trump è impegnato a “porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina e a una risoluzione che porti a una pace duratura, non solo a una pausa temporanea“. Inoltre, la bozza di risoluzione sviluppata dagli Stati Uniti “è coerente con il punto di vista del Presidente Trump secondo cui le Nazioni Unite devono tornare al loro scopo fondante, come sancito dalla Carta delle Nazioni Unite“.
La nota del Dipartimento lancia anche un assist alla stessa ONU, asserendo apertamente che “se le Nazioni Unite sono veramente impegnate a raggiungere il loro scopo originario, dobbiamo riconoscere che, sebbene possano sorgere delle sfide, l’obiettivo di una pace duratura rimane raggiungibile“. Secondo Washington, quindi, sarebbe arrivato il momento di impegnarsi per porre fine al conflitto e questa risoluzione costituisce l’opportunità di costruire un vero slancio verso la pace.
Come ha sottolineato lo stesso Marco Rubio in una recente intervista, il suo Paese deve “essere in grado di parlare con una nazione che ha, in alcuni casi, la più grande riserva di armi nucleari tattiche al mondo e la seconda più grande, se non la più grande, riserva di armi nucleari strategiche al mondo” – concludendo poi il suo intervento con l’ovvia ammissione, mai arrivata dall’Amministrazione Biden: “Alla fine, che ci piaccia o no, la Russia è una potenza, una potenza globale“.
Di conseguenza, si prospetta un probabile futuro incontro di persona tra il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il Presidente russo Vladimir Putin, ma non è ancora arrivato quel momento, in quanto, secondo il Segretario di Stato, la riunione deve essere “sostanziale”. “Non conosco i tempi, ma un incontro tra il Presidente Putin e il Presidente Trump deve essere un incontro su qualcosa. Dobbiamo sapere di cosa parlerà quell’incontro, cosa si otterrà“, ha detto.
Appare certo che la posta in gioco è altissima, sia dal punto di vista economico che da quello politico; la Russia ha chiaramente vinto un conflitto in cui ha dovuto impegnare una minima percentuale delle proprie risorse belliche, cercando allo stesso tempo di perseguire una tattica meno aggressiva possibile per preservare l’incolumità dei civili. Adesso, è importante raggiungere degli accordi concreti per la ricostruzione del territorio e lo sfruttamento delle risorse; ed è qui che le diplomazie giocheranno un ruolo fondamentale.
Nel frattempo, il Presidente Trump ha smentito la notizia, diffusa dal settimanale francese Le Point, di un suo viaggio a Mosca il prossimo 9 maggio per incontrare il suo omologo russo e partecipare alla parata sulla Piazza Rossa in occasione dell’80° anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica.
In precedenza, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov aveva riferito che, nella loro conversazione telefonica, i due leader hanno concordato di rimanere in contatto e di organizzare un incontro di persona.
Il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha poi zittito definitivamente le speculazioni, dichiarando che non appena l’incontro tra i due Presidenti sarà confermato, il mondo ne sarà informato.
Eva Bergamo