‘Nuova Pescara’ è la fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore in un unico Comune. Un iter avviato nel 2014 ma che è proseguito con lentezza e pareri contrastanti, nonostante il risultato del referendum consultivo regionale per la fusione dei Comuni. Il risultato, con 64.891 voti per il Si e 36.758 per il No su 101.649 voti validi, ha ottenuto una percentuale favorevole del 63,84%.
L’esito è stato sancito dalla Legge Regionale n.26 del 24 agosto 2018, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo n.81 del 24 agosto 2018. Ma un emendamento approvato in Consiglio regionale a fine 2020 ha differito l’istituzione del nuovo ente dal 1° gennaio 2022 al 1° gennaio 2023.
Da quel maggio 2014 sono trascorsi più di 7 anni senza nulla di concreto, perché? Lo chiediamo a Marco Camplone, presidente dell’Associazione Nuova Pescara, creata per l’attuazione del referendum.
Presidente, qual è la mission dell’Associazione?
«Nuova Pescara ha un solo l’obiettivo: la fusione dei tre comuni. L’idea dell’associazione, chiamata non a caso come la costituenda città, è nata nell’alveo di Confindustria Chieti Pescara nel 2017 e si è estesa a macchia d’olio. I rappresentanti del mondo produttivo non potevano rimanere silenti davanti allo stallo in cui si trovava la Regione dopo il referendum. L’associazione ha ottenuto un successo importante, ma parziale, con la Legge regionale del 2018, e mira al successo definitivo con la fusione vera e propria. A fusione avvenuta, l’associazione Nuova Pescara si scioglierà automaticamente. Ci tengo a precisare che, per statuto, nessuno di noi prende un solo centesimo per l’attività che svolge, neppure come rimborso spese»
La Regione Abruzzo, quale ente centrale nel processo di aggregazione, ritarda la costituzione di “Nuova Pescara” a causa della burocrazia o per altri motivi?
«Al netto del tempo perso per i comprensibili problemi legati alla pandemia, la Regione sotto la guida del presidente Marsilio è una delusione in riferimento a Nuova Pescara. Il problema è politico. A nostro avviso, per non scontrarsi con la Lega, che governa Montesilvano e adesso ha il braccio forte, le altre entità del centrodestra abruzzese, Fratelli d’Italia e Forza Italia, tirano a campare. Siamo al paradosso: prima il centrodestra voleva la fusione e il centrosinistra frenava, adesso è il contrario. In mezzo ci sono i cittadini, i quali si sentono presi in giro e hanno capito che questi ritardi rischiano di far perdere anche le opportunità di sviluppo legate al Pnnr, molte delle quali vengono esaltate dalle necessità di una nuova città con più di 190mila abitanti»
Il sindaco di Pescara, Carlo Masci, è favorevole alla fusione mentre i sindaci di Montesilvano e Spoltore, Ottavio De Martinis e Luciano Di Lorito, hanno espresso alcune perplessità
«Temono di finire in un cono d’ombra perché la gran parte dell’elettorato è espresso da Pescara. Si sbagliano di grosso. Se c’è un elettore che non ti chiede la carta di identità, è proprio il pescarese. In due occasioni, di recente, Pescara ha eletto un sindaco nato a Lettomanoppello, Luciano D’Alfonso. La creazione dei municipi, peraltro, permetterebbe di gestire localmente gli argomenti di prossimità, come la cura delle strade o la tassazione. Il comune, invece, si occuperebbe degli argomenti più vasti, in primis tutto quanto possa afferire allo sviluppo di Nuova Pescara. E qui casca l’asino perché sviluppo significa innanzitutto progetti e di progetti, malgrado i nostri solleciti, non se ne vedono. Un altro timore, stavolta fondato, è la perdita degli incarichi. Ditemi voi, però, se sia difendibile una rapprentanza politica come quella attuale che, alle voci assessori e consiglieri, supera i numeri della capitale produttiva, Milano, e della capitale vera e propria, Roma»
I 300mila euro, stanziati in passato dalla Regione per far fronte alle spese per la nascita di Nuova Pescara, sono ancora disponibili?
«Lo sono ma devono essere recuperati perché spostati in via provvisoria, così ci risulta, per l’emergenza Covid. Quella somma dovrebbe essere aumentata dalla Regione. A nostro avviso, serve un’azione politica forte verso lo Stato per ottenere ulteriori fondi in quanto Nuova Pescara è la più grande e importante fusione di comuni in Italia e in Europa e come tale deve essere trattata »
Cosa succederà nei prossimi mesi?
«Se le riunioni delle commissioni continueranno ad essere rinviate per mancanza del numero legale – e qui va sottolineata l’assenza quasi sistematica di molti del centrodestra – subentrerà il commissario. E si passerà da una fusione governata a una fusione a freddo, mera sconfitta della politica abruzzese a tutti i livelli. Per evitare il commissario e ottenere il rinvio oltre il 2024, servirebbe la richiesta dei due terzi di ognuno dei tre consigli comunali. Attualmente, non sarebbe possibile. Domani, chissà»
In ogni caso va rispettata la volontà popolare espressa con il referendum, ci sarà bisogno di nuove menti illuminate come lo furono all’epoca Giacomo Acerbo e Gabriele D’Annunzio?
«Quelle sarebbero certamente utili, però in giro non se ne vedono. L’associazione Nuova Pescara si accontenterebbe di politici che la smettano di sostituire con il libero arbitrio l’obbligo di attuazione della Legge»
Antonella Di Luzio