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Il “Giorno della Memoria”! Abbiamo dimenticato tutto

Ogni anno puntualmente, a partire dal 2000 in Italia e dal 2005 nel resto del mondo, il 27 gennaio, celebriamo il “Giorno della Memoria”, giorno in cui si onorano le “vittime della Shoah”.

La scelta del 27 gennaio, sta nel fatto che essa è una data simbolica. È il giorno in cui, nel 1945, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, vengono abbattuti i cancelli di Auschwitz, dall’esercito sovietico. La giornata, viene introdotta in Italia con la legge 211 del 2000, che prevede “l’organizzazione di cerimonie incontri ed eventi commemorativi e di riflessione, con lo scopo di non dimenticare gli eventi drammatici, che si sono svolti in Europa, durante il secondo conflitto mondiale, affinché simili eventi non accadano più”. Nel 2005, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato ufficialmente il 27 Gennaio “Giornata Internazionale della commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto, asserendo che: “tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite, hanno il dovere di inculcare nelle generazioni future, le lezioni dell’olocausto”. 

Per “Olocausto”, termine derivante dal greco, che vuol dire “bruciato interamente” e che indica la forma di sacrificio prevista dal giudaismo, dopo gli eventi accaduti durante la seconda guerra mondiale, si intende  il “genocidio del popolo ebraico”, identificato con il termine di Shoah.

 Le vittime dell’olocausto, secondo i dati dello United States Holocaust Memorial Museum, museo dell’olocausto ufficiale degli Stati Uniti d’America, con sede a Washington, si contano in sei milioni di ebrei, a cui si aggiungono: i prigionieri sovietici, i polacchi non ebrei, i rom e i sinti, le persone con disabilità, i pentecostali, i massoni, gli omosessuali, i testimoni di Geova, i dissidenti politici e gli slavi, per un totale di vittime che oscilla tra 12 e 17 milioni circa.

Conosciamo bene, come venivano sterminate le vittime, attraverso un programma di sterminio, studiato in maniera certosina dal regime nazista. Persone rinchiuse nei ghetti, depredati di ogni diritto e dei propri beni, condotti nei campi di prigionia in condizioni estreme, fino ai campi di sterminio, dove la morte, se non avveniva a causa delle condizioni in cui versavano nei campi, per freddo, fame, malattie, avveniva nelle camere a gas, per non parlare delle esecuzioni sommarie. Che dire dei forni crematori, nei quali venivano cremati i corpi delle vittime, esseri umani ridotti ad un cumulo di cenere sparse nel vento. Questa è l’incredibile e terribile storia della Shoah, che non si sarebbe dovuta ripetere mai più, eppure l’orrore del “genocidio”, nel corso degli anni fino ad oggi si ripete ancora.

 In un rapporto pubblicato il 5 dicembre, Amnesty International, sostiene che Israele ha commesso, e continua a commettere, un genocidio nella Striscia di Gaza. Pertanto, accanto ai crimini di guerra e contro l’umanità, di cui sono stati accusati dalla Corte Penale Internazionale, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro per la difesa Yoav Gallant, dopo aver esaminato le violazioni compiute da Israele, tra Ottobre 2023 e Luglio 2024, la stessa Amnesty International, ritiene che quello in corso a Gaza, è a tutti gli effetti un genocidio.

 Amnesty, sostiene che i “risultati sconvolgenti”, contenuti nel rapporto “devono servire da campanello di allarme, per una comunità internazionale inesistente, di fronte alla tragedia di Gaza”, in linea con le osservazioni della Corte Internazionale di Giustizia, relative all’accusa di genocidio, formulata dal Sudafrica ad Israele, secondo cui “gli Stati che continuano a trasferire armi a Israele, stanno violando il loro obbligo di prevenire il genocidio, e rischiano di diventarne complici”.

E chi sono i Paesi che forniscono armi ad Israele? Primo fra tutti gli USA. Ricordiamo che Jens Stoltenberg, durante il suo ultimo discorso in qualità di segretario della NATO, propone di spendere di più per le spese militari, asserendo che “dobbiamo essere pronti, a pagare il prezzo della pace”. 

Mentre celebriamo la Giornata della Memoria quando ascolteremo i discorsi ridondanti dei nostri politici nei media di sistema, che ci proporranno programmi struggenti, ricordiamo che la Nato, di cui facciamo parte, finanzia, con i nostri soldi, il genocidio di Gaza. Ma tutto questo non dobbiamo dirlo, per non turbare la quiete di coloro che pensano che il massacro di Gaza non sia affare nostro.

A loro auguro “buona memoria”.

Roberta Minchillo

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

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