La paura, si sa, da sempre fa parte dell’uomo e c’è anche chi ne riesce a manipolare l’effetto, inventandosi qualche super nemico cattivo, spesso invisibile, da combattere.
Un po’ come alla tv quando passa la pubblicità di più deodoranti e tu scegli quello che ti dà maggiore sicurezza.
Perché è di sicurezza che vogliamo parlare il cui significato oggi viene stravolto equiparandolo al termine paura, ingigantendo ogni evento per poi dimostrare che si affronta spesso usando un cannone anche per sconfiggere delle mosche.
Pensiamo a quello che è un banale temporale, che oggi viene chiamato bomba d’acqua, i cui danni sono cagionati dall’incuria idrogeologica per colpa dall’uomo, ma viene trasformato in un fenomeno meteorologico estremo dovuto al surriscaldamento del pianeta.
Questo è il linguaggio al quale assistiamo giornalmente ovvero, ingigantito artificiosamente il pericolo al fine di creare una paura indotta, oltre ad un senso di insicurezza e angoscia.
Ma la tecnogabbia della follia purtroppo è già in costruzione dove l’unica parola è quella di una scienza urlata in televisione sciorinando i numeri dei morti e dove l’unica salvezza non poteva che venire dalle organizzazioni internazionali, ovviamente facenti riferimento all’élite globaliste.
E se solo pensi o hai un dubbio o proponi un contradditorio, diventi l’eretico da scomunicare e bandire per il solo grave atto criminale di aver pensato liberamente.
Naturalmente non era scienza, ma scientismo, ma come poter fare appello se a dirlo è stato il prete, il vescovo, il Papa, il presidente del Consiglio, il presidente della Repubblica, loro sono l’autorità; però non sono la scienza.
L’umanità si trasforma così in vittima terrorizzata e avvia l’adorazione della divinità creatrice: “la scienza”, affinché realizzi la formula salvifica.
Che parliamo di pandemia, di transizione ecologica, del climatismo di Greta, della nuova eco-ansia, il meccanismo è sempre quello, propagandare la percezione di un imminente pericolo catastrofico dal quale per salvarci, dobbiamo necessariamente obbligarci ad una necessaria obbedienza verso i soliti “magnifici” salvatori, benefattori del mondo.
E poi non meravigliamoci se un primario di ospedale chiama il numero di emergenza 112 perché, preso dall’ansia del tormento pandemico, vede un infermiere togliersi la mascherina per bere un po’ d’acqua.
È successo a Lecco il 17 agosto 2023 non nel Burundi.
Lockdown e restrizioni ci hanno lasciato in dote una pantofoleria popolare che ha accolto la brutalità della restrizione delle libertà individuali.
Il conformismo propinato dal mainstream continua nella sua propaganda ingannevole diffondendo ideologie stravolte per cercare di creare una rigenerazione nei rapporti umani divisivi, promuovendo le istanze sociali del WEF, “non avrai niente e sarai felice” senza nemmeno sapere se sarai più uomo o donna.
Il tutto condito da un nuovo linguaggio in cui è vietato la divergenza di idee, quella differenza che ancora oggi esiste, data dalla garanzia dell’art. 21 della costituzione e che non dobbiamo avere il timore di difendere prima che il potere, non convinca che pensare sia illegittimo o peggio ancora, illiberale.
Andrea Caldart