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Home Attualità Intervista ad Alberto Fazolo: “Il sabotaggio del Nordstream2 è un attacco degli USA contro l’Europa” 

Intervista ad Alberto Fazolo: “Il sabotaggio del Nordstream2 è un attacco degli USA contro l’Europa” 

Fazolo, giornalista, economista, due anni in Donbass. Le ragioni della guerra in Europa, a che punto è il conflitto e l’analisi delle elezioni in Italia

Alberto Fazolo è militante internazionalista, ha partecipato in prima persona alle campagne in sostegno dei popoli dell’ex Ucraina. 

Economista, esperto di Terzo Settore e giornalista, ha trascorso due anni in Donbass svolgendo attività politica e umanitaria. 

Fazolo si definisce anti-fascista, comunista e sostenitore della causa del Donbass. 

 Lo abbiamo intervistato in questi giorni surreali e spaventosi per il destino del mondo.

Molti italiani credono davvero che la questione Ucraina sia iniziata con l’invasione di Putin il 24 febbraio 2022. “Nel 2014 il fascismo è stato messo al potere a Kiev con un colpo di stato. Il governo Zelensky non è un governo democratico, non è stato eletto in libere elezioni, conducendo una guerra civile strisciante in tutto il paese. La guerra civile in Donbass si combatte da otto anni. Le potenze europee si sono appoggiate sulle forse sbagliate per condurre una operazione di regime change” ha dichiarato aL’aria che tira

Sì, tecnicamente si è trattato di un’invasione, ma dobbiamo anche capire i motivi che hanno portato a questo, ossia il fatto innegabile che la Russia non aveva alcuna alternativa. Con la costante avanzata delle forze Nato e la manovra di accerchiamento che gli Usa stanno conducendo da anni, la Russia sarebbe stata costretta a fronteggiare una minaccia nucleare alle porte di casa, cosa inaccettabile per qualsiasi paese. L’unico modo, fallita la via diplomatica che la Russia ha cercato in tutti i modi, è stata l’operazione militare. Liquidarla solo come invasione può essere fuorviante, e può far pensare che ci possano essere conseguenze sul piano legale di un eventuale tribunale internazionale. Questo secondo me non ci sarà, innanzitutto perché vengono processate solo le forze sconfitte e io non credo che la Russia verrà sconfitta, e poi perché la Russia è intervenuta in aiuto delle Repubbliche Popolari del Donbass costantemente sotto attacco dell’Ucraina da otto anni. Quindi l’attacco russo è finalizzato alla salvezza nazionale russa e delle popolazioni del Donbass. 

“Il nazismo in Ucraina è stato instillato da fuori, mentre il paese ha una forte coscienza antifascista, l’ingerenza occidentale ha fatto leva su queste forze per ottenere prima un cambio di regime e poi quella che chiamano normalizzazione del Donbass” ha detto intervistato da Giletti. 

A che punto è questa guerra? 

È molto difficile dirlo. Il primo obiettivo, quello strategico, della mancata adesione dell’Ucraina alla Nato è già stato raggiunto perché la Nato non può accettare al suo interno un paese in guerra, in quanto significherebbe automaticamente entrare in una guerra diretta tra due potenze nucleari, Russia e Nato: nessuno se la può permettere. Quindi purtroppo la guerra è riuscita laddove ha fallito la diplomazia, ovvero ha impedito che la Nato potesse annettere l’Ucraina. Dal punto di vista più specificamente politico della denazificazione ucraina, la strada è ancora lunga. Il rilascio di alcuni prigionieri appartenenti a formazioni neonaziste sicuramente non aiuta. È un aspetto che non voglio però demonizzare, in quanto anche l’Unione Sovietica ha sempre scambiato i propri prigionieri con la Germania nazista. Questo non inficia a mio avviso la bontà dell’azione sovietica ieri e della Russia oggi. Sulle prospettive di una stabilizzazione della guerra è difficile pronunciarsi e fare previsioni. Penso che l’obiettivo strategico minimo debba essere quello di raggiungere Odessa e quindi mettere in sicurezza anche l’enclave della Transinistria e a quel punto ritentare una via diplomatica. 

Come si può a questo punto riallacciare un rapporto diplomatico con Putin, riprendere dei negoziati con la Russia? Secondo lei cosa dovrebbe fare l’Italia in questo conflitto?

L’Italia dovrebbe innanzitutto guardare al suo interesse nazionale, cosa che è stata completamente abbandonata dal partito unico della guerra, dal centrosinistra al centrodestra. Lasciamo da parte pensare agli aspetti di natura puramente etica, e quindi dello schierarci completamente dalla parte del torto. Stiamo soprattutto ignorando i più elementari interessi nazionali. Secondo me ci hanno condannato alla deindustrializzazione, cosa che fa molto comodo agli Usa e se l’obiettivo degli Stati Uniti era quello di appropriarsi delle ricchezze e dei mercati europei penso che per loro l’obiettivo sia stato raggiunto. 

A proposito di obiettivi. Il fine della Nato è destabilizzare l’Europa per far entrare paesi nella Nato? Costringerci a comprare gas a prezzi svantaggiosi dagli Usa? E anche tenere la Russia invischiata in un conflitto che la logori?

Sì è così. Gli usa sono sostanzialmente un paese fallito, non hanno alcuna possibilità di proseguire con il loro ritmo di sviluppo e con il sistema economico attuale, e così cercano di riciclarsi in qualche modo. Il modo migliore è quello di mutare gli assetti economici mondiali abbandonando quello che era sostanzialmente il progetto della globalizzazione per tornare a delle forme di protezionismo. Un protezionismo tutto a loro vantaggio, in cui proteggono il loro mercato mentre i mercati europei dovrebbero essere per loro terreno di conquista. Ma l’operazione di attacco alla Russia non è solo di ordine economico, è anche militare e non solo in Ucraina, ma in tutta una serie di repubbliche ex sovietiche e non solo. 

Qual è l’aspetto o la zona che la preoccupa di più?

Secondo me l’aspetto più inquietante è quello che potrebbe succedere a breve nel Baltico dove gli Usa spingono per far entrare la Finlandia e la Svezia nella Nato. Ritengo che la Svezia abbia tutto il diritto di entrare, è un gesto sconsiderato, ma un paese libero fa ciò che vuole. Per la Finlandia è diverso, è un paese neutrale non per scelta, ma in virtù dell’accordo di pace siglato alla fine della Seconda guerra mondiale. Se verranno meno agli accordi presi sicuramente verrà meno anche la pace. Scatenando un conflitto in una regione dove ci sono tanti altri paesi Nato che ospitano ordigni nucleari.

Lei è favorevole all’uscita dell’Italia dalla Nato? 

Non solo sono favorevole, penso che sia necessario se vogliamo evitare di essere trascinati in una guerra potenzialmente nucleare e alla disfatta economica: è questo che vogliono per noi gli Stati Uniti che sono i padroni della Nato e tramite questo braccio armato controllano l’Europa. 

E dunque è favorevole anche all’uscita dell’Italia dall’Unione Europea?

Sì, sono favorevole, penso che sia uno strumento di controllo per minare la sovranità del nostro paese al fine di tenerci in costante stato di ricatto. Ci è stato offerto un minimo di benessere, ci è stato fatto assaporare qualcosa che poi minacciano di toglierci nel momento in cui non obbediamo agli ordini di Bruxelles. Bisogna fare un gesto coraggioso e risoluto per smarcarsi da entrambe queste organizzazioni. 

È notizia gravissima del 27 settembre il sabotaggio, già minacciato dagli Usa, del Nordstream1 e del Nostream2, gasdotti che forniva gas russo alla Germania e in Europa. 

È un attacco gravissimo e mette in luce due criticità: la prima è che si tratta di un attacco non contro la Russia, ma contro l’Europa da parte degli Usa i quali non vogliono che ci sia più alcun commercio con la Russia quindi fanno capire a Germania ed Europa chi comanda. La seconda questione riguarda la differenza di condotta tra Germania e Italia. La Germania formalmente ha aderito alle sanzioni imposte alla Russia, ma di fatto sottobanco continuano a commerciare con la Russia in nome dell’interesse nazionale. Quindi anche i più filoatlantisti hanno a cuore la sorte del proprio paese. Più di noi probabilmente. 

Veniamo in Italia. Elezioni 2022, il popolo italiano ha scelto il centrodestra con la Meloni, che succederà adesso? 

Non sono così netto nell’affermare che il popolo italiano abbia scelto il centrodestra, perché il centrodestra ha preso gli stessi voti delle passate elezioni, chi ha preso meno voti è il centrosinistra. Il centrodestra non ha guadagnato fiducia, ma è il centrosinistra che ne ha persa. 

Insomma, non ha vinto il centrodestra, ma ha perso il centrosinistra; e non è un sofisma.

Esatto. E in tutto ciò ha perso anche la sinistra, la quale si è lasciata sfuggire un’occasione per imprimere un corso diverso a questo paese. Poteva sfruttare meglio la fase che si era creata; non far fare le elezioni per via delle scadenze imposte dal Quirinale in accordo con Draghi e soprattutto doveva cercare di disarticolare il meccanismo perverso del partito unico della guerra in grado di gestire il futuro del paese sia se avesse vinto una fazione sia l’altra. Invece ci sarà comunque questa fantomatica Agenda Draghi, ossia i compiti a casa imposti dall’Unione Europea. Finché non ci svincoleremo da questo saremo sempre schiavi. 

Ora si grida al “pericolo fascismo”.  Quanto è reale? Quanto viene strumentalizzato dal centrosinistra? O forse si tratta di un atteggiamento mai sopito nel nostro paese?

In Italia il pericolo fascismo c’è sempre stato, non è che se sale al governo a destra la situazione cambi radicalmente. Cambia certamente, ma dobbiamo distinguere il fascismo folkloristico delle persone che si rasano la testa con il Fez e fanno il saluto romano. Sono pericolosi, ti accoltellano per strada, diffondono odio e intolleranza. E questo è un pericolo concreto. Questo il centrosinistra non lo ha mai combattuto, anzi direi che lo ha alimentato. C’è poi un fascismo strisciante, quello dei grandi centri di potere, delle forze che noi non riusciamo a individuare fisicamente come il Deep State, i grandi centri finanziari. Un peggioramento che vedo concreto con un governo di centrodestra riguarda la memoria storica, perché noi viviamo in un paese in cui non esiste una destra liberale ma abbiamo una destra post-fascista, che il germe del fascismo lo ha ancora dentro e non è riuscita a farci i conti. Le manovre più eclatanti in chiave revisionista della Meloni saranno soprattutto relative alla riscrittura della storia italiana nel ventennio, dalle campagne coloniale alla questione delle Foibe che a loro è così cara nella versione strampalata che propongono. Sicuramente una minaccia alle libertà civili del paese, la risoluzione del Parlamento Europeo sull’equiparazione di nazismo e comunismo. La prima pietra per la messa al bando del partito comunista. 

Ci aspetta un inverno di bollette di guerra o un inverno nucleare? Lei ha affermato che non escluderebbe per via della dottrina russa, che è diversa da quella sovietica, l’utilizzo da parte di Putin del nucleare. 

Innanzitutto, il problema bollette c’è soltanto se uno decide di pagarle, se si decide di non pagarle per un’azione di disobbedienza civile, il problema non si pone e resta in capo agli speculatori, alle grandi multinazionali e ai governi che ci hanno imposto questa debacle. 

Sul nucleare: non è soltanto la dottrina sovietica e russa ad essere cambiata ma anche quella Usa. Questa nuova dottrina prevede l’utilizzo delle armi nucleari tattiche, cosa che secondo me è assolutamente fuorviante perché corre il rischio di sdoganare l’arma nucleare. Perché l’arma nucleare tattica è un po’ più piccola ma è sostanzialmente un’arma nucleare. 

Pare che Einstein abbia detto “Io non so come si combatterà la terza guerra mondiale, ma so che la quarta si combatterà con pietre e bastoni”. 

Non bisogna mai mettere nessuno nella condizione di sentirsi così alle strette e disperato da ricorrere al nucleare. Putin racconta l’episodio autobiografico, emblematico della sua politica, di quando da ragazzino provò a cacciare un topo e quando il roditore si ritrovò bloccato all’angolo di un muro si iniziò a ribellare con una forza estrema che lui non immaginava potesse avere; lo graffiava e mordeva con tutta la sua tenacia. Un piccolo topolino poteva far male ad un ragazzo. Ecco, questa è la forza del panico, che ci fa fare cose inimmaginabili. 

A proposito, sappiamo che gli scarafaggi, i topi e gli scorpioni possono resistere a dosi massicce di radiazioni, molto più elevate di quelle letali per l’uomo. Staremo a vedere magari sopravviverà quel topolino e il mondo del duemila sarà suo. 

Giulia Bertotto

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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