Israele ha riaperto il valico di Erez con la Striscia di Gaza, permettendo a migliaia di lavoratori palestinesi di entrare nel Paese per la prima volta da quando è stato sigillato la settimana scorsa.
Il valico riapre dopo settimane di violente proteste lungo la frontiera di Gaza con Israele, dove i manifestanti hanno lanciato esplosivi e pietre, oltre a palloni incendiari che hanno innescato gravi incendi.
Le proteste hanno alimentato la tensione, spingendo Israele a lanciare attacchi aerei contro postazioni militari appartenenti al gruppo militante Hamas che governa Gaza, dal 2007.
Quest’ultimo ha affermato che “I giovani palestinesi hanno organizzato le proteste in risposta all’aumento della violenza in Cisgiordania e alle presunte provocazioni a Gerusalemme”.
Nella giornata di oggi, dunque, i lavoratori hanno affollato il valico prima di essere lasciati passare.
Il COGAT, l’organismo delle attività governative nei territori è un’unità del Ministero della Difesa israeliano che si impegna a coordinare le questioni civili tra il Governo di Israele, le Forze di Difesa israeliane, le organizzazioni internazionali, i diplomatici e l’Autorità palestinese, ha dichiarato nella tarda serata di ieri che “Il valico sarebbe stato riaperto e che le misure sarebbero potute continuare se fosse stata mantenuta la calma”.
Il valico di Erez è l’unico passaggio pedonale dall’enclave costiera a Israele per i quasi venti mila palestinesi di Gaza che lavorano in Israele.
I lavori in questo Paese sono molto richiesti e pagano fino a dieci volte di più rispetto a lavori simili a Gaza.
La disoccupazione nel territorio, che è sotto il blocco israelo-egiziano dal 2007, si aggira vicino al 50%.
Israele afferma che “Il blocco è necessario per impedire ad Hamas di armarsi”.
Tuttavia, la chiusura ha soffocato l’economia di Gaza e reso la vita sempre più difficile agli oltre due milioni di persone che vi risiedono.
Negli ultimi anni Israele ha iniziato a concedere permessi di lavoro per contribuire a mantenere la calma a Gaza.
Il coordinatore dell’IDF per i territori palestinesi, però, ha spiegato che “I permessi sono subordinati a una situazione di sicurezza stabile”.
Nella giornata di ieri, nel corso di un memoriale che celebra i cinquant’anni dalla guerra dello Yom Kippur, il ministro della Difesa Yoav Gallant ha sottolineato che “Israele è pronto a intensificare le azioni contro Gaza mentre continuano i disordini al confine. Non vogliamo un’escalation nei combattimenti e non stiamo cercando uno scontro, ma se arriviamo al punto in cui dobbiamo agire, lasciamo che l’operazione Shield e Arrow ricordi a tutti i gruppi terroristici le capacità dell’apparato di sicurezza di Israele”.
Shield and Arrow è stata un’offensiva israeliana contro il gruppo terroristico della Jihad islamica a Gaza durata cinque giorni a maggio e che ha visto l’uccisione di numerosi leader del gruppo.
“Se civili o soldati israeliani vengono feriti, non esiteremo a usare tutto ciò che è in nostro potere per garantire la sicurezza dei civili e riportare la tranquillità al confine”, ha aggiunto Gallant.
Non è ancora chiaro per quanto tempo il valico di Erez rimarrà aperto, ma si prevede che la traversata verrà nuovamente chiusa temporaneamente questo fine settimana a causa delle festività di Sukkot (una festa di pellegrinaggio che in Israele dura sette giorni, otto al di fuori di Eretz Israel).
Flavia De Michetti
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