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Italia, danni dopo vaccino Moderna: Primo caso, ottiene indennizzo da 130mila euro

La “favola” dei vaccini inizia a scricchiolare perché purtroppo, in tutto il mondo, stanno aumentando a dismisura le reazioni avverse e in molti paesi si moltiplicano denunce e segnalazioni che aprono indagini conoscitive sulla non ormai più tollerabilità di questo “obbligo”.

Che il mondo pian piano si stia risvegliando e capendo la manipolazione dell’informazione generalista rispetto alla realtà di quel linguaggio che sa di linciaggio pubblico, appellando le persone con vax o no vax, discriminandole, è ormai un dato di fatto.

Intanto in Italia abbiamo il primo caso apripista, capitato ad un giovane ragazzo di 16 anni, T. che, per poter continuare la sua attività agonista, fu costretto alla vaccinazione obbligatoria per avere il green pass.

Il caso è stato riportato dall’Agenzia Dire su segnalazione dell’Avvocata del Codacons Cristina Adducci che dice: “Il danno è irreversibile e permanente ed è stato dovuto al vaccino Moderna. Il ragazzo, di 16 anni, avrà diritto a un assegno bimestrale di 1.400/1.500 euro per 15 anni”. 

È stata molto chiara l’avvocata del Codacons Cristina Adducci, che ha seguito il caso del giovane T., un ragazzo sempre stato in ottima salute che praticava atletica leggera a livello agonistico e che, come tanti suoi coetanei, la vaccinazione l’ha dovuta fare per poter continuare a praticare sport, fare le gare, avere una vita sociale normale come imposto dall’introduzione dal ‘green pass’.

Il risarcimento per danni da vaccino

Si tratta di un risarcimento complessivo di circa 130mila euro corrispondente all’ottava categoria di danno, in una scala da 1 a 8, dove 1 è quella più grave, a cui avrà diritto il giovane sedicenne T., che a poche settimane dalla prima dose del vaccino Moderna ha iniziato ad avere puntini rossi sul corpo, poi ematomi, bolle di sangue sul palato fino al ricovero e alla diagnosi irreversibile di piastrinopenia autoimmune per cui ancora è sottoposto a cure molto pesanti.

L’avvocata del Codacons, che ha seguito il minore e la famiglia, tiene a ricordare le attività e le battaglie fatte dall’organizzazione a tutela dei cittadini, come, tra le altre, quella per calmierare il prezzo delle mascherine: “Non ci si vedeva chiaro – continua nella sua intervista alla Dire – e capisco che in pandemia non era possibile prevedere ogni cosa, ma tutti noi, pazienti, volevamo e vogliamo avere quante più notizie possibile che invece non venivano date o date in modo distorto. 

Abbiamo promosso l’emanazione del decreto sostegni per l’indennizzo che prima non era normato – spiega ancora l’avvocata – e infatti alle prime richieste veniva risposto ‘picche’ perché la normativa era vigente solo per i danni da vaccini obbligatori o da trasfusione di emoderivati, ma non valeva per questo vaccino che sembrava però obbligatorio moralmente”, aggiunge, ricordando il green pass e le sue conseguenze, dal lavoro ai mezzi pubblici, che di fatto hanno indotto molto persone a dover fare questa scelta per poter continuare a lavorare e a vivere normalmente.

Caso apripista in Italia

T., si legge nelle conclusioni della perizia accolta, “non ha ancora risolto il suo problema e nel caso di specie la procedura vaccinale ha preceduto l’episodio acuto di trombocitemia ha costituito certamente una necessarietà ed è stata capace di scatenare o anche solo di slatentizzare la patologia ematologica. 

Alla luce delle raccomandazioni AIFA tale giudizio causale conclusivo deve ritenersi correlabile e plausibile e quindi rientrare nei termini di indennizzo da vaccinazione obbligatoria/fortemente raccomandata in forza della Legge 210/1992 con danno ascrivibile alla VIII categoria pensionistica”.

“La procedura – puntualizza l’avvocata Adducci – è amministrativa e rimanda appunto alla legge 210 del 92 come modificata dal Decreto sostegni. La richiesta è stata presentata all’ASL che fa il suo verbale”.

L’azione del Codacons non è “un’azione contraria ai vaccini in quanto tali – conclude l’avvocata riferendosi al facile dibattito divisivo vax e no vax, dato anche che la questione contagi – ma è un’azione a tutela della salute dei cittadini”.

Come è il caso di T., un giovane ragazzo che sano aveva superato il Covid e che il vaccino l’aveva fatto per il green pass e per continuare a fare sport. Intanto sul fronte dei risarcimenti “questo è un caso apripista”, conclude sicura l’avvocata Adducci. (Agenzia Dire)

Anche in Germania il ministero dalla salute ha dovuto, per la prima volta, riconoscere effetti avversi GRAVI su una persona vaccinata e ha aperto una grossa indagine esplorativa.

Abbiamo già parlato poco tempo fa, di 114.125 casi clinici spariti nel nulla, ovvero si è perso tutto il loro percorso clinico, ma i numeri reali non li consociamo, perché ancora la stragrande maggioranza delle persone non denuncia quasi si vergognasse di aver subìto, credendo così di proteggersi.

L’obbligatorietà incostituzionale nei vari paesi democratici del “ricatto del buco” ha già generato molteplici agitazioni sociali e la nascita di movimenti spontanei in tutto il mondo, contro questa prepotenza di stato, i quali, con il passaparola, si stanno unendo in un fronte comune internazionale.

La realtà purtroppo è che oggi il sedicenne residente a Pisa, crescerà con i danni da vaccinazione, sulla base delle disposizioni della legge 210/92, ma dal momento che ad accertare il nesso di causa è stato il Dipartimento militare di medicina legale di La Spezia ora ci chiediamo, quando verrà tolto il segreto militare sui sieri?

Magari anche la morte di Camilla Canepa, la diciottenne di Sestri levante che, come il padre, avevano creduto nella scienza, potrebbero ridare verità a questi decessi e credibilità alla scienza.

Andrea Caldart

Link Utili:

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