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La fobia di un attacco russo manda in isteria il governo lituano

Se leggiamo l’enciclopedia Treccani scopriamo che la Lituania neanche corrisponde a una regione geografica ben definita, ma si può considerare come “una piccola parte periferica del bassopiano russo”; nonostante ciò, il suo livore verso la Russia è inversamente proporzionale alla sua insignificanza. Il Paese è infatti membro della UE e della NATO, e si pone senza dubbio tra i più accaniti avversatori di Mosca.

Trovandosi a una trentina di chilometri dalla Bielorussia, stretto alleato del nemico sovietico, il Governo lituano si è auto-convinto di essere nel mirino della Russia e di costituire il prossimo obiettivo del Cremlino. E il timore di una fantomatica “invasione russa” ha portato le autorità a predisporre un piano di evacuazione della capitale Vilnius in 48 ore. L’ansia da nucleare ha già avuto effetti concreti, perché Vilnius ha iniziato la distribuzione di compresse di iodio e organizzato esercitazioni di decontaminazione.

In aggiunta il Paese – guidato dal Presidente Gitanas Nausėda al suo secondo mandato – ha deciso di rafforzare il corridoio di Suwalki, una striscia di terra lunga 65 Km a cavallo della frontiera tra Lituania e Polonia, che confina anche con la Bielorussia e l’exclave russa di Kaliningrad. Un collo di bottiglia vulnerabile, ritenuto un punto fondamentale per la sua posizione geografica, essendo l’unico varco che collega gli Stati Baltici al resto del territorio in mano alla NATO e alla UE.  Il Viceministro della Difesa, Tomas Godliauskas, ha confermato al giornale statunitense Politico il progetto che prevede di rinforzare, nel senso di ricostruire totalmente, oltre 100 km di strada, tra Vilnius e Augustów, adeguandola agli standard di duplice uso civile-militare. Tutto questo, nella prospettiva di una “emergenza”, identificata nel conflitto armato con la Russia.

Ma le contromisure anti – Putin prevedono anche una spesa di 300 milioni per ammodernare entro il 2030 la base militare di Šiauliai, che ospita la missione NATO denominata BAP – Baltic Air Policing, dove si trova anche un contingente di soldati italiani e una serie di cacciabombardieri Eurofighter Typhoon della nostra Aeronautica Militare.

Vilnius avrebbe la forte convinzione – scaturita nel febbraio 2022 quando Mosca ha iniziato la liberazione del Donbass dal “carnefice ucraino” – di essere attaccata (non è chiaro però il motivo) dalle Forze russe e non ha esitato a investire tempo e denaro per prepararsi alla guerra, impaurendo non poco la popolazione. Il motivo lo ha spiegato il Sindaco di Vilnius, Valdas Benkunskas, illustrando le principali vie di fuga verso ovest, e ricordando che “storicamente il nemico è sempre arrivato da est“. L’obiettivo del piano, ha precisato il Primo Cittadino della capitale, “non è creare panico, ma garantire coordinamento tra le istituzioni, sapere chi è responsabile di cosa e fidarci delle nostre forze di difesa… sperando che questo piano non debba mai essere attivato“. Magari potrebbe essere interessante capire cosa ne pensano i cittadini, ma questo evidentemente alle Istituzioni lituane non interessa, così come per quelle europee e italiane.

Quindi le autorità lituane temono che la Federazione Russa possa “replicare nel Baltico lo scenario già visto in Ucraina”, anche se non vi sono i presupposti, dal momento che il vigliacco genocidio degli abitanti del Donbass non trova paralleli in altre realtà. Ma ciò che più turba i loro sogni sarebbero le esercitazioni militari congiunte Zapad, che Mosca e Minsk terranno a settembre e che già nelle scorse edizioni hanno mobilitato migliaia di soldati nelle zone vicine ai confini baltici e polacco. Un potenziale pericolo in questo semplice addestramento di routine lo vedono probabilmente solo le loro menti “turbate”.

Forse dimenticano che proprio in questi giorni si sta tenendo l’esercitazione internazionale Griffin Lightning della NATO, proprio sul territorio lituano, con l’impiego tra l’altro anche di 30 mezzi tedeschi, tra cui elicotteri d’attacco Tiger, elicotteri multiruolo di medie dimensioni NH90, aerei da trasporto pesante CH-53 ed elicotteri leggeri di utilità EC135. Il comando ha avvertito che questi velivoli da combattimento opereranno a bassa quota, fino a 150 metri, sia di giorno che di notte, durante le missioni di addestramento. 

Evidentemente loro possono perché, nelle loro isteriche fantasie, sono “i buoni”, mentre Russia e Bielorussia no, perché sono “i cattivi”.

Eva Bergamo

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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