Nel corso della scorsa settimana, Papa Francesco si è recato in visita in Ungheria, dove ha incontrato importanti personalità della cultura e della scienza, oltre al Primo Ministro Viktor Orban, noto per le sue posizioni anti-ucraine, per discutere della guerra in Ucraina e del problema delle migrazioni.
Il Vaticano, dunque, sta partecipando a una missione di mantenimento della pace per cercare di porre fine al conflitto.
Nel colloquio con i giornalisti sul breve volo che da Budapest lo ha condotto di nuovo a Roma, Papa Francesco ha parlato di accoglienza e della pace che “si fa sempre aprendo le mani, mai con la chiusura” e di una missione in corso per favorire la tregua.
Inoltre, ha aggiunto che “Sono pronto a fare tutto ciò che deve essere fatto.
C’è una missione in corso ora, ma non è stata resa pubblica. Quando sarà resa pubblica, la rivelerò”.
Il Pontefice ha anche spiegato di aver discusso della guerra in Ucraina con il Primo Ministro Viktor Orban e con il rappresentante della Chiesa greco-cattolica, che presta aiuto ai profughi ucraini a Budapest, il metropolita Hilarion, il quale ha assunto questo incarico nel giugno del 2022, dopo tredici anni trascorsi in veste di presidente del Dipartimento degli Affari Ecclesiastici Esterni del Patriarcato di Mosca.
Secondo quest’ultimo, “tutti sono interessati al cammino verso la pace”.
Qual è la posizione del Vaticano sulla guerra?
Il Papa si oppone apertamente alla guerra e invita costantemente i fedeli di tutto il mondo a pregare per il popolo ucraino.
Allo stesso tempo, però, sono state rilasciate alcune dichiarazioni che hanno causato diversi malintesi.
Tra queste quella risalente alla scorsa estate, quando il Pontefice ha dichiarato di non sostenere Putin, ma senza escludere che la guerra “Potrebbe essere stata provocata”.
Successivamente, ha anche espresso grande rispetto per il “Popolo russo, che non è caratterizzato dalla crudeltà” con cui i soldati della Federazione Russa agiscono in guerra.
Durante il breve colloquio con i giornalisti, il papa ha, infine, risposto a Radio COPE – Cadena de Ondas Populares Españolas riferendosi all’aiuto da parte del Vaticano per riportare i bambini nella loro patria, dopo essere stati condotti con la forza in Russia, spiegando che “La Santa Sede ha fatto da intermediario in alcune delle situazioni di scambio di prigionieri e tramite, l’ambasciata questa è andata bene, penso che possa andare bene anche questa”.
“È importante, almeno la Santa Sede è disposta a farlo perché è giusto – ha aggiunto il Pontefice – È una cosa giusta e dobbiamo aiutare, aiutare perché questo non sia un casus belli, ma un caso umano. È un problema di umanità. […] Tutti i gesti umani aiutano, invece i gesti di crudeltà non aiutano. Dobbiamo fare tutto quello che è umanamente possibile”.
“Penso anche, e voglio dirlo, alle donne che vengono nei nostri Paesi: Italia, Spagna, Polonia, Ungheria. Tante donne che vengono con i bambini e i mariti o sono morti o stanno lottando nella guerra – ha concluso Francesco – È vero, in questo momento sono aiutate, ma non perdiamo l’entusiasmo per fare questo perché quando cade l’entusiasmo, queste donne rimangono senza protezione, con il pericolo di cadere nelle mani degli avvoltoi. Stiamo attenti a non perdere questa attenzione di aiuto che abbiamo per i rifugiati”.
Flavia De Michetti