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Home Attualità Italia La società di oggi vista con “gli occhi del musicista” Enrico Ruggeri, attraverso il suo nuovo album “La Caverna di Platone”

La società di oggi vista con “gli occhi del musicista” Enrico Ruggeri, attraverso il suo nuovo album “La Caverna di Platone”

“La Caverna di Platone” è il nuovo lavoro discografico di un’artista, che rappresenta la storia della musica italiana, e che con questo lavoro aggiunge alla sua brillante carriera il suo 40°album, ricco di sonorità e suggestioni, di temi e riflessioni. Ce lo facciamo raccontare da lui, Enrico Ruggeri.

L’album, uscito lo scorso 17 Gennaio, si intitola “La Caverna di Platone”, titolo che si ispira al celebre “mito della caverna”. Come nasce questo nuovo lavoro discografico, e perché la scelta di intitolarlo “La Caverna di Platone”?

Nasce tre anni fa. Appena consegnata “La Rivoluzione”, penultimo album, insieme ai miei musicisti, che venivano a trovarmi volentieri nel mio studio, abbiamo cominciato a scrivere delle canzoni, semplicemente per il gusto di stare insieme. Inizialmente abbiamo registrato due o tre brani e poi, il giorno dopo ne abbiamo tenuto uno e lo abbiamo migliorato. Siamo andati avanti a lavorare in questo modo, per dieci o quindici giorni al mese, per tre anni, e piano piano le canzoni si sono scelte da sole. Su quelle più interessanti, abbiamo continuato a lavorare, fino a che non sono nate le canzoni dell’album. 

Tra i brani, ce n’è uno, che si chiama “La Caverna di Platone”, e che mi sembrava perfetto, per dare il titolo all’album, per le attinenze notevoli con la società di oggi. Nel “mito di Platone”, si immaginano delle persone chiuse al buio, che percepiscono la realtà, come essere quella proiettata all’esterno, e anche adesso, ci sono molte persone al buio, che percepiscono una realtà che viene loro raccontata. La caverna di Platone è espressione della nostra società, che non vuole guardare in faccia la verità. Ognuno si costruisce la sua verità, e si ha difficoltà ad ascoltare altri punti di vista. Un aspetto che mi stupisce della nostra società, è il fatto che oggi si dice: “quello è un personaggio divisivo”, come se essere divisivi fosse un difetto, o come dire che, chi esce dal “pensiero dominante” non va bene, e invece, i grandi personaggi della storia sono stati tutti divisivi. Socrate ad esempio, e altri ancora, hanno pagato anche con la vita le loro opinioni.

Quali temi, ha affrontato nelle canzoni di questo album?

Svariati. Il vivere la vita, la guerra, l’Europa, conciliarsi con sé stessi, le donne, la solitudine. In 13 canzoni (18 nel vinile), si possono dire tante cose.

Nel brano “Il poeta”, lei parla di un poeta, che viene rifiutato dalla società attuale. Perché il poeta è così pericoloso per la nostra società, tanto da arrestarlo e ucciderlo?

Quella del poeta, è una metafora. Come ho già detto, nella storia è successo spesso e succede ancora oggi, che le persone che dicono cose, non conformi al pensiero vigente, sono quelle nel mirino del potere, e quindi vengono fatte fuori o screditandole, o uccidendole o cancellandone la memoria.

Sempre nel brano “IL poeta”, risuona una frase: “il libero pensiero ha un prezzo da pagare”. Qual è “il prezzo da pagare”?

Il prezzo da pagare, ad esempio è quello di essere attaccati anche in maniera pretestuosa. In passato succedeva anche di peggio, pensiamo che per le sue idee, Oscar Wilde è stato messo in carcere. Oggi, il prezzo da pagare, potrebbe essere anche quello di non avere il consenso totale, cosa che porta molti miei colleghi a muoversi in una sorta di limbo, dove non dicono mai niente di pericoloso oppure si mantengono nel mezzo senza schierarsi. Altro prezzo da pagare, potrebbe essere quello di impedirti di lavorare, mettendoti ad un angolo. Penso che esistano mille modi per fermare il libero pensiero.

Nel brano “Il cielo di Milano”, mi colpisce molto la frase: “il bambino che sei stato, cosa penserà di te?”. Il bambino che è stato, cosa penserà di lei?

Intanto si stupirebbe, perché io sognavo di fare musica, ma pensavo di fare due o tre dischi nella mia vita, e invece, questo è il mio 40° album.

Si stupirebbe del fatto che, quando ho fatto il primo disco, esso conteneva canzoni scritte quando avevo 18 anni, quando non sapevo ancora quante fossero le potenzialità della lingua italiana, della comunicazione ecc. Si sarebbe stupito nel sapere, che ho scritto più di 10 romanzi, e che poi sono andato a raccontare le stesse cose in radio e in televisione. Il bambino che ero si sarebbe stupito anche del ventaglio così ampio della mia carriera.

Cosa ne pensa della scelta dell’attuale discografia, che predilige “personaggi” e non “artisti”, e che si alimenta attraverso le visualizzazioni e i like sui social network, a scapito della musica, quella vera, fatta da artisti di talento e che studiano?

È una scorciatoia. La musica è in crisi in questo momento, e con l’arrivo di Spotify è finito un periodo, quello nel quale, le persone ascoltavano gli album, ed è iniziato il periodo dello skip, degli algoritmi e quindi i discografici, si sono adeguati in maniera un po’ maldestra, preferendo gli eroi di una stagione e la costruzione di personaggi.

Questi “personaggi”, quanto sono nocivi per la formazione dei giovani o per la formazione dell’opinione pubblica?

Soprattutto sono poca cosa, cioè non hanno spessore. Io non contesto l’argomento trattato, ma il fatto che non puoi scrivere una canzone con 100 parole nel tuo vocabolario, ne devi avere 10 mila, dopodiché uno può dire quello che vuole, però deve fare poesia.

E’ in programmazione un tour che accompagna l’uscita dell’album?

Per adesso facciamo due presentazioni: il primo Aprile a Milano, ai “Magazzini Generali” e il 3 Aprile, a “largo Venue” a Roma, e poi, andremo in giro a suonare. 

Roberta Minchillo

Copertina Album: “La caverna di Platone” di Enrico Ruggeri

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dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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