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Home Attualità Italia L’incommentabile indifferenza dei “cattolici” verso l’attentato subìto da Benedetto XVI nel 2012. La petizione a Mons. Guido Marini  

L’incommentabile indifferenza dei “cattolici” verso l’attentato subìto da Benedetto XVI nel 2012. La petizione a Mons. Guido Marini  

La vicenda dell’antipapato gnostico bergogliano volge al termine e la cosa più triste e ignominiosa di tutte rimarrà l’indifferenza della stragrande maggioranza del mondo presuntamente cattolico verso Benedetto XVI, e il suo immane, escatologico sacrificio per la salvezza della Chiesa.

L’ultimo studio sulla Declaratio di papa Ratzinger, compiuto da chi scrive insieme a stimati latinisti e giuristi, che ha dimostrato come si trattasse di un decreto penale che scismava e scomunicava gli usurpatori, ponendo il papa in sede impedita, https://www.youtube.com/watch?v=7IbUs-K5KjY&t=426s è stato accolto da un silenzio assordante nel mondo dell’intellighenzia presuntamente cattolica. 

Il prof. Roberto De Mattei continua a sfornare articoli sulla “mancanza di prove” in merito alla sede impedita, guardandosi bene dal prendere in esame fatti, documenti, istanze e denunce – anche depositate presso il Tribunale vaticano – che hanno documentato la falsificazione della decisio di papa Benedetto e la sua originaria, devastante valenza giuridica.

Ma ancora più raccapricciante e vergognoso il silenzio con cui è stato accolto lo studio sull’attentato subìto da Benedetto XVI nel marzo 2012 durante il viaggio in Messico-Cuba, ricostruito grazie all’intervento di medici internisti, farmacisti, psichiatri, anestesisti etc.

Ora, quand’anche non si fosse completamente convinti della questione giuridica, tutti sono concordi nel riconoscere problematiche canoniche nelle dimissioni e “strane ambiguità” nel comportamento di Benedetto XVI durante i 9 anni da emerito. (Tra parentesi, nessuno ha osato smentire la spiegazione di papa emerito fornita quihttps://www.youtube.com/watch?v=svts77Yr5A4 ).

A fronte di ciò, fa semplicemente orrore vedere con quale indifferenza sia stata accolta la lettera di papa Benedetto a Peter Seewald dell’ottobre 2022, quando da più di due anni il Santo Padre veniva individuato come impedito su giornali nazionali. Lui scrisse, infatti, che al centro delle sue dimissioni “c’era l’insonnia”. 

Quale persona dotata di una minima onestà intellettuale potrebbe prendere alla lettera una giustificazione del genere, in una situazione canonica esplosiva come quella indagata in questi anni? 

Qualsiasi normo-cattolico avrebbe dovuto saltare sulla sedia solo al sentire Benedetto affermare “sono il primo papa a essersi dimesso dopo 1000 anni”, con l’ultimo papa abdicatario del 1415. https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/34652850/benedetto-xvi-mille-anni-enigma-finale-dimissioni-ratzinger.html

Hanno giustificato questi comportamenti dandogli dell’eretico e dell’hegeliano, come hanno fatto l’arcivescovo scomunicato latae sententiae Carlo Maria Viganò e il prof. Enrico Maria Radaelli, oppure dandogli in sostanza del pasticcione come hanno fatto altri.

Nonostante le dimissioni canonicamente esplosive, nonostante pronunciamenti pazzeschi di papa Benedetto, tutti si sono ingollati senza batter ciglio la storia delle dimissioni causa insonnia. 

In questo articolo https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/39237579/benedetto-xvi-sonnifero-di-troppo-lettera-originale.html   abbiamo illustrato l’”incidente” che coinvolse papa Benedetto nella notte fra 26 e 27 marzo 2012, durante il viaggio apostolico a Cuba: egli non ricordava nulla di quella caduta notturna che, pare, gli avesse fatto trovare il proprio fazzoletto, la mattina dopo, intriso di sangue. 

Capogiro e amnesia sono un tipico segno di sovradosaggio da psicofarmaci: Benedetto XVI fin dal 2005, per sua stessa ammissione, assumeva forti sedativi per contrastare l’insonnia, ma questi da tempo gli avevano prodotto assuefazione. 

Come aveva spiegato il farmacista dott. Federico Leonardi, poi organizzatore della conferenza a Oleggio su Codice Ratzinger“Da quanto racconta papa Benedetto, è nell’ordine delle cose che ci sia stato un sovradosaggio. Le benzodiazepine sono sicuramente i farmaci (tra i sedativi-ipnoinducenti) più usati per indurre il sonno e hanno anche un’azione ansiolitica. Sono sostanze che agiscono determinando sedazione a livello del sistema nervoso centrale. Dosi eccessive di questi, cosi come la somministrazione contemporanea di altri farmaci (ad es. neurolettici) che agiscono sempre sul sistema nervoso centrale determinano un significativo aumento dell’effetto depressivo con tutte le possibili conseguenze del caso, non escluso un eccessivo approfondimento della sedazione che può portare fino al coma o alla morte, oltre che depressione respiratoria e cardiovascolare. Tale rischio è particolarmente forte in una persona molto anziana e cardiopatica”.

Ricordiamo che papa Ratzinger aveva quasi 85 anni ed era cardiopatico, tanto che portava un pacemaker.  

E’ quindi semplicemente ovvio che Benedetto XVI affermando che al centro delle sue dimissioni ci fosse l’insonnia, ci stesse parlando di un attentato progettato sfruttando esattamente la sua insonnia e i forti sedativi che assumeva ogni sera, per mandarlo in overdose e ucciderlo. 

A corroborare ancor più lo scenario dell’attentato, ci sono le contraddittorie versioni sull’accaduto. https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/39362057/i-tre-incidenti-di-benedetto-xvi-e-il-falso-dello-zucchetto.html

Secondo un non meglio specificato prelato intervistato da Andrea Tornielli il 14 febbraio 2013, papa Benedetto avrebbe avuto l’incidente nella notte fra 24 e 25 marzo in Messico, sbattendo la testa al lavandino, mentre secondo Mons. Georg Geanswein, sarebbe scivolato la mattina del 25 mentre si faceva la barba, sbattendo la testa sul piatto doccia. Per il primo non fu necessaria alcuna medicazione, per il secondo occorsero dei punti di sutura e un tampone di garza che gli rimase sul capo, sotto la papalina, anche durante la messa al parco del Bicentenario di Leon, in Messico. Per questo motivo, Mons. Guido Marini, il cerimoniere, non gli avrebbe rimosso lo zucchetto durante la Comunione. Questo non è vero: alla messa a Leon, al papa fu tolto regolarmente lo zucchetto. 

Testa

La mancata rimozione si verificò, in effetti, ma alla messa del 26 a Cuba, al santuario della Virgen de la Caridad. https://www.youtube.com/watch?v=mbmJgSGbwuc

Insomma, un pasticcio continuo. 

Ecco perché, visto che i due archiatri pontifici, il prof. Patrizio Polisca e il dott. Gianpiero Vetturini non hanno risposto o si sono resi irreperibili, abbiamo rivolto una petizione a Mons. Marini, QUI https://www.petizioni.com/7_domande_a_mons_guido_marini_sullincidente_del_marzo_2012_occorso_a_papa_benedetto_xvi oggi vescovo di Tortona (per nomina bergogliana), porgendogli alcune semplicissime domande su luoghi, date e circostanze di quell’incidente. Tale richiesta di chiarezza fa parte, peraltro, dei diritti e doveri dei fedeli. 
1)     Eccellenza, a quanto ricorda, il descritto incidente notturno di papa Benedetto, in che data, momento e luogo si verificò?

2)     Durante la Messa al santuario della Virgen de la Caridad a Santiago di Cuba (26/3/2012), Lei si era realmente distratto e per questo non rimosse lo zucchetto al Papa?

3)     Secondo altre testimonianze, Lei non rimosse lo zucchetto per mantenere celato un tampone di garza che copriva una sutura sulla testa del Papa. E’ vero? 

4)     In tal caso, Lei ha avuto la possibilità di vedere direttamente questa medicazione sulla testa del Papa? 

5)     Chi Le diede la disposizione di non rimuovere lo zucchetto?

6)     Le risulta che papa Benedetto, il 27 marzo, durante la cerimonia di accensione del cero al santuario de la Virgen, si sentisse poco bene? 

7)     Ha mai sentito parlare il Santo Padre, o membri del suo entourage, di un attentato subìto in quei giorni con la somministrazione ingannevole di qualche sostanza?

Se Mons. Marini, come ormai di moda fra gli ecclesiastici di alto rango, non risponderà, questo equivarrà chiaramente a una conferma dell’avvenuto attentato. E i magistrati vaticani dovranno tenerne conto. 

Andrea Cionci

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