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Lo stipendio papale conferma il “reggente” della Chiesa legittima che tiene in pugno Bergoglio

Seguendo le buste paga dei papi si svela la sede impedita e il fatto che Benedetto è rimasto papa 

Mentre la manfrina mediatica sulle condizioni fisiche di Bergoglio alterna versioni morbidamente rassicuranti a quelle più allarmistiche per tentare di catturare consensi e pietà popolare, (inutilmente visto il plebiscito di commenti ostili sui canali generalisti) abbiamo messo a fuoco un altro dettaglio chiave che dimostra, per l’ennesima volta, come Bergoglio non sia il legittimo papa, che Benedetto XVI lo sia rimasto fino all’ultimo (in sede impedita) e come vi sia una “Chiesa silente” che tiene in pugno la questione e controlla l’antipapa fin dall’inizio della sua usurpazione. 

“Segui i soldi e troverai la mafia” diceva Falcone: così, sulla scorta di questo precetto abbiamo fatto un po’ di conti in tasca ai due inquilini biancovestiti del Vaticano e abbiamo scoperto un bell’impiccio che parla dell’opera della Mafia di San Gallo.

Sul sito money.it https://www.money.it/quanto-guadagna-papa-stipendio-francesco-cardinali-patrimonio-chiesa   apprendiamo utilissimi dettagli sullo stipendio del Papa: miserevole, rispetto al proprio ruolo di monarca, ma pur sempre un mensile di 2500 euro. La metà circa del “piatto cardinalizio”, che può raggiungere i 5000 euro mensili. 

Leggiamo sulla stessa testata economica che “fin dal momento della sua proclamazione, Papa Francesco ha deciso di rinunciare allo stipendio, non percependo così i 2.500 euro che invece venivano versati a Papa Benedetto XVI”. Ma la notizia choc si trova nelle righe successive: “In linea di principio un Papa ha diritto a uno stipendio che non può superare i 2.500 euro al mese. Perlomeno questo è quanto ha percepito – anche dopo le sue dimissioni – Papa Benedetto XVI”.

Dunque, Bergoglio non ha mai percepito lo stipendio di 2500 euro al mese, ma soprattutto papa Benedetto XVI, anche dopo le sue presunte dimissioni, ha continuato a percepire sempre la stessa cifra.

Questo ci dice che, dal punto di vista amministrativo, per la Chiesa cattolica, papa Benedetto non ha mai rinunciato al suo ufficio, non è mai andato in pensione. Infatti, se come “emerito” fosse stato realmente abdicatario, avrebbe dovuto essere considerato alla stregua di un vescovo emerito, cioè pensionato. 

I vescovi in attività possono arrivare a percepire fino a 3000 euro al mese, cifra che si dimezza a circa 1500 euro quando si congedano, diventando emeriti, dopo i 75 anni di età.

Quindi, Benedetto XVI avrebbe dovuto ricevere certamente una cifra diversa come “pensionato”, probabilmente minore, invece, dal febbraio 2013 in poi, ha percepito lo stesso identico stipendio di quando era papa attivo. Ergo, non ha rinunciato all’ufficio, non ha mai abdicato e se ha continuato a prendere lo stipendio da papa, pur senza governare, questo non poteva avvenire che per uno status di papa impedito. 

Tale fatto ci dimostra anche un’altra cosa: esiste una “Chiesa dell’amministrazione” che controlla l’antipapato e lo tiene in pugno, una Chiesa istituzionale, la quale sa benissimo che Benedetto è rimasto papa e che Bergoglio non lo è affatto. 

Riteniamo che sia proprio per questo motivo che l’amministrazione non abbia mai erogato i 2500 euro mensili all’argentino, il quale, furbamente, ha dissimulato questa provazione impostagli come una propria rinuncia volontaria, pauperistica, che stride enormemente col fatto che egli può pescare a piene mani dal cosiddetto “Obolo di San Pietro”, un portafoglio di oltre 100 milioni di euro dovuto in parte alle offerte dei fedeli.

L’esistenza di questo “reggente”, una sorta di amministratore apostolico in sede impedita https://it.wikipedia.org/wiki/Amministratore_apostolico , posto sotto sigillo del segreto pontificio, è dimostrata da molti fattori, sia giuridici che fattuali. In primis da un dato canonico: il papa in sede impedita di solito nomina un amministratore apostolico per la sede impedita. In questo caso, tale figura potrebbe essere nascosta ed avere caratteristiche del tutto peculiari, con compiti ristretti probabilmente all’ambito della diocesi di Roma e al suo carattere spirituale.

Bergoglio è costretto fin dall’inizio e sottomettervisi, perché evidentemente tale reggente sa perfettamente – e ne ha le prove – che lui è solo un antipapa di passaggio. 

Abbiamo compreso l’esistenza di questa figura partendo dal fatto che Francesco, di fatto, non celebri la messa da quasi 3 anni, dal 17 aprile 2022. I media mainstream e la propaganda vaticana tentano disperatamente di celare tale evidenza, segno che a Bergoglio scoccia enormemente questa privazione del munus sanctificandi e cerca di nasconderla. 

Quindi, non è che non vuole, magari per la scusa accampata del ginocchio dolorante (papa Wojtyla celebrava seduto gli ultimi tempi) ma proprio non può celebrare la messa.

Dal novembre 2021, inoltre, abbiamo verificato che gli sono stati tolti i sette candelabri sull’altare, prerogativa del papa, e sostituiti con i sei normali, per qualsiasi prete celebrante; dal 2024 non usa più l’anello piscatorio e ha perso il diritto alle tre casse funebri per le proprie esequie; da gennaio 2025 non pronuncia più né omelie né catechesi, giustificandosi con varie scuse, dal borbottio dello stomaco, ai vari raffreddori, fino all’ultimo sospettissimo ricovero.

Così, comprendiamo a posteriori come, fin dall’inizio del suo antipapato, Bergoglio abbia dovutorinunciare all’appartamento apostolico, a portare la croce durante la Via Crucis al Colosseo, allo stemma sulla fascia in vita, alla mozzetta rossa, al drappo pontificio dalla loggia della Basilica di San Pietro con lo stemma del predecessore, al suffisso P.P. (Pater Patrum) tipico del papa dopo il nome, alle scarpe rosse e alle calze bianche. Per non parlare dei titoli di Vicario di Cristo e Vescovo di Roma, dal 2020 derubricati a titoli storici sull’Annuario pontificio. 

Nello stesso anno, Benedetto XVI decide che occuperà il loculo di Giovanni XXIII nelle grotte vaticane che Bergoglio aveva manifestato di volere per sé nel 2016. Come potrebbe Bergoglio sottostare a tali evidenti imposizioni se non vi fosse un’autorità ecclesiastica che sa che lui non è il papa e lo tiene in pugno per questo? 

Quindi il grande interrogativo per il prossimo futuro, ammesso che Bergoglio sia realmente pronto al trapasso verso un’altra vita, sarà circa il conclave: un vero conclave di veri cardinali pre 2013, oppure un conclave illegittimo coi falsi cardinali di nomina bergogliana?

La differenza fra l’avere un vero papa, assistito dallo Spirito Santo e un antipapa sta tutta lì. 

Andrea Cionci

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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