La morte di Bergoglio, avvenuta il 21 aprile 2025, ha scosso il mondo cattolico e riacceso le polemiche interne alla Chiesa. A pochi giorni dal suo decesso, le parole di Monsignor Carlo Maria Viganò, figura di spicco del tradizionalismo cattolico, sono tornate sotto i riflettori.
Conosciuto per le sue critiche al pontificato di Francesco, Viganò non ha esitato a commentare la morte del Papa e a formulare nuove riflessioni sul futuro della Chiesa, proponendo una visione che potrebbe aprire la porta a significativi cambiamenti all’interno del Vaticano.
Viganò, che da anni esprime opinioni fortemente critiche nei confronti di Francesco, ha rilasciato una dichiarazione subito dopo la notizia della sua morte, sottolineando che la Chiesa è ora di fronte a una “possibilità di rinascita“.
In un lungo messaggio pubblicato sui suoi canali ufficiali, l’ex Nunzio Apostolico ha sostenuto che la morte di Bergoglio non dovrebbe essere vista come una tragedia, ma come un’opportunità per “restaurare la vera fede” nella Chiesa. Secondo Viganò, la Chiesa post-Vaticano II, che egli considera compromessa da ideologie moderne, avrebbe bisogno di un ritorno alle radici tradizionali del cattolicesimo.
Come riporta Aldo Maria Valli, Viganò dice: “Occorre impedire che gerarchia progressista possa assicurare un successore a Bergoglio, ossia un altro usurpatore sul Soglio di Pietro che sia l’erede e il continuatore del precedente. Prima di piantare l’ultimo chiodo sulla bara di Bergoglio è dunque indispensabile e indifferibile che venga fatta luce sull’usurpazione da lui perpetrata e sull’occupazione della Chiesa Cattolica da parte di una gerarchia corrotta e traditrice, il cui unico scopo è di distruggerla dall’interno. Le manovre della Mafia di San Gallo con la Sinistra ultraprogressista; i crimini rimasti impuniti di Theodore McCarrick; il suo ruolo in seno alle Amministrazioni Dem; l’influenza che questi ha esercitato nelle nomine dei suoi “eredi” – tutti omosessuali e corrotti – designati a ricoprire posti chiave in America e in Vaticano; l’operato di McCarrick con il regime comunista cinese nella stipula dell’Accordo Segreto; il ruolo dei Gesuiti nella promozione dell’agenda globalista; le scandalose coperture da parte di Bergoglio di abusatori e pervertiti notori; l’insabbiamento del dossier sulla rete di corruzione in Vaticano, consegnato dal Papa Emerito Benedetto XVI a Bergoglio nell’aprile del 2013 e rimasto senza seguito; il ruolo di Bergoglio nel crimine perpetrato ai danni dell’umanità con la “pandemia Covid” e l’imposizione dei vaccini; il cinico sfruttamento dei migranti clandestini finalizzato alla distruzione del tessuto sociale dell’Occidente: tutto questo ed altro ancora conferma che la chiesa bergogliana è non solo complice del piano eversivo del World Economic Forum ma protagonista di primo piano. Su tutte queste vicende i fedeli hanno il diritto di sapere quale sia la verità”.
È ora inevitabile l’elezione di un nuovo Pontefice, ma la domanda che molti si pongono è: quale direzione prenderà la Chiesa? Viganò, in linea con la sua visione, ha dichiarato che il prossimo conclave dovrà eleggere un Papa che si faccia portavoce di un ritorno alle tradizioni pre-Vaticano II. Per lui, la Chiesa deve “purificarsi” dalle riforme che, secondo lui, hanno indebolito la fede cattolica e che hanno permesso il proliferare di idee progressiste all’interno del Vaticano.
E Viganò non le manda a dire e dichiara ancora: “Dopo anni di menzogne, di dissimulazioni e di silenzi è necessario prendere atto della frode di Jorge Mario Bergoglio e sottoporlo a processo, ripristinando la verità e la giustizia: lo esigono le vittime delle sue rappresaglie, dei suoi atti intimidatori, della sua connivenza ai crimini dei suoi mandanti e dei suoi protetti. Si impongono indagini sulla sua vita passata, sui delitti commessi in Argentina (ragione per cui non ha mai compiuto un viaggio nel suo Paese natale) e sulle torbide vicende che vedrebbero Jorge Mario Bergoglio responsabile di abusi sessuali su giovani gesuiti, ai tempi in cui egli era Maestro dei Novizi in Argentina. Si deve chiarire se Tomas Ricardo Arizaga (detto Tomasito), deceduto il 20 luglio 2014 all’età di 11 anni, cremato e sepolto nel 2019 al Cimitero Teutonico in Vaticano dopo averlo privato dei denti, è realmente figlio di Bergoglio, come si vocifera da troppo tempo e come molteplici elementi lasciano pensare”.
Ed infine la preoccupazione principale sollevata da Viganò è che vi sia stata: “Un’alleanza criminale internazionale ha unito forze eversive per eliminare Benedetto XVI, costringendolo alle dimissioni e sostituendolo con un emissario del globalismo. Lo ha ammesso l stesso card. Danneels, riferendosi alla Mafia di San Gallo; lo ha ribadito McCarrick parlando alla Villanova University l’11 ottobre 2013; lo progettava la presidente e fondatrice di Voices of progress – un gruppo di pressione che si occupa di cambiamenti climatici, migrazione e altre tematiche woke – discutendone con John Podesta (capo della campagna elettorale di Hillary Clinton), nelle mail diffuse da Wikileaks (qui)”.
In un momento così delicato per la Chiesa, le parole di Viganò, pur essendo considerate da molti divisive, risuonano come un appello a riscoprire quella che lui definisce la “vera fede”. Il suo rifiuto delle riforme di Bergoglio, tra cui il dialogo ecumenico e il rafforzamento dei diritti civili e sociali, rimane uno degli aspetti più controversi del suo pensiero. Per Viganò, la vera missione della Chiesa è preservare l’integrità della dottrina e della liturgia, rifiutando le influenze moderne che, hanno inquinato il messaggio cristiano.
Alla luce della morte di Bergoglio, è dunque più che mai evidente che la Chiesa si troverà di fronte a una serie di sfide inedite. Se il conclave sarà l’occasione per determinare il futuro pontificato, le dichiarazioni di Viganò potrebbero, come sempre, influenzare la discussione e la polarizzazione all’interno dei circoli ecclesiastici.
Il futuro della Chiesa non è mai stato così incerto, e l’elezione del prossimo Papa sarà senza dubbio un momento cruciale, che determinerà la direzione della fede cattolica per i decenni a venire. Le parole di Monsignor Viganò, cariche di significato, potrebbero essere solo l’inizio di un periodo di grande trasformazione per la Chiesa Cattolica.
Andrea Caldart
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