Una voce unita, senza bandiere politiche, ma con il chiaro obiettivo di far emergere verità scomode e ottenere giustizia. Prima tappa davanti al Tribunale di Firenze, la prima di una serie di manifestazioni organizzate da cittadini e associazioni, per denunciare quello che viene definita una “strage silenziosa” avvenuta nei reparti ospedalieri italiani durante la gestione della pandemia da COVID-19.
La manifestazione punta a portare alla luce presunti abusi e negligenze avvenute negli ospedali, con particolare riferimento ai protocolli definiti “eutanasici” e ai danni associati alla campagna vaccinale. Le promotrici dell’evento, Simonetta Galli e Tania Bertelli, chiedono che le procure italiane non archivino le denunce, ma indaghino e portino a giudizio coloro che avrebbero agito con negligenza o sotto presunti ordini superiori.
Secondo un intero Popolo che ha presentato prove documentali e testimonianze, molte delle morti registrate negli ospedali sarebbero state evitabili. Le famiglie delle vittime, unite dalla sofferenza e dalla ricerca della verità, chiedono che si faccia luce su ciò che è accaduto dietro le porte chiuse dei reparti.
Il calendario delle manifestazioni si estenderà nelle prossime settimane in diverse città italiane, tra cui Bologna, Bergamo, Monza, Brescia, Genova, Ravenna, fino a concludersi a Roma davanti al Ministero della Salute il 29 maggio 2025. A Firenze le richieste dei manifestanti sono sostenute dalla presenza del Prof. Carlo Taormina e della dottoressa Barbara Balanzoni.
“La nostra battaglia è per la verità e la giustizia, per rendere dignità a ciò che è accaduto ed ancora oggi sta accadendo” hanno dichiarato i portavoce, sottolineando come questa non sia solo una lotta per il passato, ma per il futuro delle prossime generazioni. “Se oggi non alziamo la voce, i nostri figli saranno privati del diritto di scegliere e saranno esposti a rischi inaccettabili.”
Durante la manifestazione, megafoni e microfoni amplificheranno registrazioni e testimonianze di persone danneggiate dalla gestione sanitaria della pandemia. Tra le testimonianze più forti, quelle di donne coraggiose che racconteranno il loro calvario.
“Abbiamo vissuto un incubo. I nostri cari sono stati abbandonati, torturati e lasciati morire soli,” ha dichiarato la Filippini, che insieme ad altri manifestanti ha denunciato l’assenza di supporto e di trasparenza da parte delle autorità sanitarie.
Tra i presenti, anche medici e avvocati che hanno subito conseguenze personali e professionali per essersi opposti a pratiche che definiscono inaccettabili.
Il movimento culminerà a Roma e i manifestanti non si fermeranno fino a quando non verranno avviate indagini indipendenti sui danni da vaccino e sui decessi ospedalieri sospetti. L’obiettivo è chiaro: ottenere risposte concrete e porre fine a una gestione che molti definiscono “criminale”.
“Non ci fermeremo fino a quando giustizia non sarà fatta,” hanno ribadito le organizzatrici, invitando tutta la popolazione a unirsi al movimento e a non cedere alla paura.
“Questa non è solo una battaglia legale o sanitaria, ma una battaglia morale,” hanno concluso i promotori. “È il momento per il Popolo sovrano di alzarsi in piedi e reclamare verità, giustizia e dignità per chi non può più farlo da solo.”
La manifestazione vuole lanciare un messaggio forte e chiaro: “vogliamo giustizia e verità”. Ora spetta alle istituzioni rispondere.
Andrea Caldart
