Il conflitto in Ucraina ha sostanzialmente modificato la situazione geopolitica nel continente europeo fino ad oggi conosciuta, segnando una pesante rottura con la storia.
Appare evidente che iniziano a scricchiolare le tesi della supremazia americana, su quello che loro vorrebbero, ovvero il predominio e il controllo mondiale.
Quello a cui stiamo assistendo, è un vero e proprio scontro ai vertici dell’élite globalista mondiale dove per ora, tiene ancora testa la guida americana, la cui cultura specularistico-finanziaria, tende ad imporre la propria “civiltà” schiavista e colonialista.
Non possiamo continuare a far finta di nulla e non vedere che la crisi economica globale, degenerata con una campagna di sanzioni alla Russia, produce solo ed unicamente, effetti negativi contro noi stessi, i popoli dell’Europa.
Adesso siamo nel pieno della “tempesta perfetta” dove, un mare ingrossato, raccoglie di tutto, ma poi quando essa finirà, cosa ci ritroveremo sul bagnasciuga?
Questa riflessione non siamo in molti a farla e soprattutto spetterebbe a tutte le forze politiche, a chi guida i Paesi europei che, spaventati dalla loro inadeguatezza culturale, non osano prendere posizione contro il degrado delle élite occidentali.
La faziosità dei media mainstream, propone una Russia sola e desolata, ma la realtà è totalmente diversa, perché essa può contare sul sostegno di India, Cina e di altre potenze economiche.
E gioca a favore dell’informazione la rivoluzione digitale dove, l’ingerenza politica fatta attraverso il risanamento dei conti societari di varie testate, ha gioco facile nel far apparire veritiera e rassicurante una notizia rispetto all’altra.
Si è “costruito un sistema rassicurante” in cui si è rafforzata la percezione d’imparzialità di una testata rispetto all’altra, senza più mettere in discussione la veridicità della notizia.
Ed è proprio quello che vogliono a Davos e, che vuole anche l’élite globalista che già controlla la quasi totalità delle testate, veicolando il pensiero unico.
Tutto questo perché i nostri mercati sono troppo dipendenti dal dollaro americano e non possiamo non considerarci “occupati” dal capitalismo d’oltre oceano.
Dobbiamo capire che siamo in un momento di forte pericolo economico e di impossibilità di un futuro per il nostro Paese perché, nella stessa America, vi sono tutti gli alert della profonda crisi di cui è attualmente investita, ma non se ne parla.
Vi sono conflitti socio-politici interni, un debito gigantesco che ha indebolito le loro riserve, ma quello che più a noi deve preoccupare è che l’elitè Neocon, guerrafondai dichiarati, controllano l’amministrazione di Biden e, stanno portando su di noi i danni del loro imperialismo colonialista.
Forse bisogna far sapere a questa gente che, personaggi come Napoleone e Cola di Rienzo, pagarono pesantemente, la loro smania di una politica colonialista dominante.
Siamo all’interno di un nuovo ciclo storico riempiti di “industrialismo tossico” e non possiamo affidarci alla cabala per risanare la rovina che è iniziata in Europa, perché rischiamo di rimanere morti di fame e di freddo, con un dollaro in bocca.
Andrea Caldart