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Home Attualità Italia Padova, 14 giugno: il grido degli invisibili e il dovere della verità

Padova, 14 giugno: il grido degli invisibili e il dovere della verità

Il 14 giugno, a Padova, una piazza prenderà voce. Non una di quelle piazze rumorose e televisive, non affollata da slogan comodi o narrazioni pronte all’uso. Una piazza scomoda, silenziata. A scendere in strada saranno i danneggiati da vaccino contro il Covid-19, insieme alle loro famiglie, ai medici che non hanno smesso di fare domande, e a cittadini che chiedono, con dignità e dolore, tre semplici parole: verità, giustizia, ascolto.

Questo evento, fortemente simbolico, chiama in causa tutti noi. Non solo per il numero crescente di persone che ogni giorno scoprono di essere state danneggiate, per poi essere ignorate o archiviate da un sistema che sembra più incline a proteggere sé stesso che a curare, ma per il clima culturale e mediatico che ha reso possibile questo silenzio.

Ricordiamo tutti la frase che ha dominato lo spazio pubblico tra il 2020 e il 2022: “Bisogna avere fiducia nella scienza”. Ma quella non era scienza. Quella era l’autorità del Discorso Ufficiale, blindato, monolitico, incapace di accogliere dubbi, domande, sfumature. Una “scienza” fatta di portavoce e decreti-legge, non di confronto, non di pluralismo accademico, non di analisi critica. E chi osava chiedere maggiore trasparenza veniva etichettato come “negazionista”, “no-vax”, “complottista”, con una leggerezza che ha avuto effetti devastanti sul tessuto democratico.

Ci siamo trovati di fronte a una forma di fede laica, quasi religiosa, nel “sacro siero”. Ma la fede, per sua natura, è cieca. E la ragione, in quel frangente, è stata abbandonata. La massa ha seguito il flusso, spinta più dalla paura e dalla pressione sociale che da una reale comprensione del rischio/beneficio. È il paradosso moderno: una società che si dichiara razionale, ma che ha seguito senza troppe domande la voce dei “qualunque” solo però di quelli accuratamente selezionati dal mainstream, che parlassero da uno studio televisivo o da un pulpito istituzionale.

Oggi, mentre emerge una verità più complessa, i danneggiati da vaccino non chiedono vendetta, ma riconoscimento, pretendendo ciò che ogni democrazia dovrebbe garantire: ascolto, indagine, eque tutele. Molti di loro sono stati lasciati soli, senza diagnosi, senza cure, senza sostegni economici. Il loro dolore è diventato invisibile.

Non possiamo più ignorare quel grido. Il loro grido è anche il nostro. È il grido della parte sana del Paese che non si accontenta della propaganda, che non archivia la complessità per convenienza, che crede che la scienza vera sia dubbio prima che dogma, dialogo prima che decreto.

Oggi è tempo di restituire la parola a chi è stato messo a tacere. Di chiedere a gran voce una commissione d’inchiesta indipendente. Di pretendere responsabilità, trasparenza, e scuse pubbliche. Perché la fiducia nella scienza non significa cieca obbedienza, ma confronto libero e onesto.

Ma questa piazza di Padova non è solo dolore. È anche, profondamente, amore. L’amore che si vede nei volti di chi ha perso ma continua a testimoniare. L’amore che porta una madre, un padre, un fratello, una moglie, una compagna a non arrendersi mai. È un amore che ha già vinto la morte, perché si fa azione, memoria, richiesta di giustizia. La verità, in fondo, è già tutta lì: nei racconti, nei corpi feriti, nelle cartelle cliniche ignorate, negli sguardi che non si piegano più.

Adesso tocca a voi, magistrati. Tocca a voi raccogliere il grido di questa piazza, aprire inchieste vere, libere da pressioni politiche o mediatiche. Tocca a voi onorare la vostra funzione più alta: quella di essere custodi della giustizia, non dei silenzi. Non voltatevi dall’altra parte. Perché se la giustizia arriva, anche in ritardo, salva ancora. Ma se tace, diventa complice.

Il 14 giugno a Padova non sarà solo un evento, ma un simbolo. E come ogni simbolo autentico, interroga coscienze e chiede partecipazione. Non possiamo più restare spettatori.

Aiutare chi chiede verità è oggi un atto di civiltà. E di memoria.

Andrea Caldart

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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