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Pasticcio Sardegna: da “Bella Ciao” a “Ciao Bella” i 5 Stelle sono pronti per la scatola del tonno

Nel caso Todde si apre una nuova pagina e, a scriverla stavolta, è la Procura di Cagliari che apre un fascicolo, senza ipotesi di reato.

La parabola del Movimento 5 Stelle sembra si stia avviando alla sua estinzione con una sinistra simmetria rispetto al suo passato. 

Sul finire del 2024, l’epilogo politico di Alessandra Todde e il progressivo sgretolarsi del progetto grillino riportano alla mente il crollo di fine 2014. Dieci anni fa, il movimento “affanculista” fondato dall’ex comico Beppe Grillo e dall’informatico Gianroberto Casaleggio sembrava già sull’orlo della disgregazione. Oggi come allora, l’incasellamento una dopo l’altra delle disfatte elettorali, il Conte contro Grillo, si combinano in un miscuglio tossico che ne preannuncia una nuova fine.

Sono lontani i ricordi dei cortei infervorati, le minacce sgangherate lanciate via social, e quel fervore da crociata morale che risuonano oggi come un’eco distante e imbarazzante. Da “aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno” si è passati a restare attaccati alla poltrona.

Con il caso Todde, simbolo di un Movimento incapace persino di gestire le proprie regole e dall’altro delle sue due lauree tanto sbandierate manco la capacità di fare due conti, il 2024 segna il definitivo tramonto di quel progetto nato per distruggere la casta, finito invece nell’uniformarsi alla stessa.

Lo sfacelo grillino si distingue per il suo carattere trasformista e opportunista. Nel loro apice, i 5 Stelle promettevano trasparenza, meritocrazia e cambiamento radicale. Ma il bilancio è impietoso: governi caotici, promesse tradite e una classe dirigente che non ha mai superato l’improvvisazione delle origini.

A colpire è soprattutto l’incoerenza. Le bandiere storiche, dalla lotta ai privilegi alla trasparenza, sono state ammainate.

Questa decadenza assomiglia terribilmente a quella di fine 2014. Anche allora, il Movimento era lacerato da faide interne, abbandoni eccellenti e l’incapacità di incidere politicamente. Ma se dieci anni fa Grillo minacciava di tornare al cabaret, oggi non c’è nemmeno più quel pathos. Il Movimento è diventato un residuo, una parentesi politica che ha perso ogni rilevanza, dissolvendosi tra la mediocrità, tentativi di aggregazioni “larghe” e i rimpianti.

Il tramonto del grillismo con il pasticcio Sardegna del 2024, come abbiamo detto, assomiglia molto a quello del 2014, ma con una differenza sostanziale: allora il Movimento aveva ancora la forza di rialzarsi, grazie alla disperazione di un elettorato in cerca di un’alternativa. Oggi, quel credito è esaurito

in Sardegna sancito anche da quelle 210.729 firme contro le pale eoliche che attestano la sfiducia dei sardi per aver svenduto la Sardegna alle multinazionali energetiche.

La decadenza di Todde segna simbolicamente la fine di un esperimento che ha alimentato per anni non solo speranze, ma anche una vergogna collettiva e non un vuoto politico, ma è diventata suo malgrado un vuoto morale, quello di chi aveva promesso tutto e non ha mantenuto nulla. E dalla scatola del tonno esce solo un odore da sapore di fallimento.

Andrea Caldart

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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