Il Presidente della Grande Assemblea Nazionale turca, Numan Kurtulmus, ha dichiarato che l’eventuale adesione del suo Paese all’alleanza BRICS porterà benefici, non solo ad Ankara, ma al mondo intero.
Lo speaker del Parlamento turco ha sottolineato che la Repubblica presidenziale è membro di numerose organizzazioni internazionali, tra cui l’Organizzazione della Cooperazione Economica del Mar Nero (BSEC – Black Sea Economic Cooperation), l’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC – Organization of the Islamic Cooperation), l’Organizzazione degli Stati Turchi, il Partenariato Euro-Mediterraneo, la NATO; è poi candidato per aderire all’Unione Europea.
Secondo Kurtulmus, la Turchia “È il Paese che desidera sviluppare nuovi strumenti alternativi di politica estera. Questo arricchirà la Turchia per quanto riguarda gli strumenti di politica estera e speriamo che la partecipazione della Turchia a tali organizzazioni promuova il rafforzamento della pace globale in condizioni di sistema globale multipolare.”
Il politico turco è quindi fortemente convinto che la presenza di Ankara nei BRICS darà un contributo molto serio alla causa della pace globale, e a tal proposito dichiara che “la Turchia, avendo una posizione geostrategica, essendo il ponte tra l’Oriente e l’Occidente, avendo un passato culturale e prospettive per il futuro, è entrata nel processo di trasformazione in un attore regionale e persino in un attore che gioca un ruolo efficiente nel sistema globale. Per questo motivo consideriamo i BRICS come una delle associazioni importanti del futuro sistema globale multipolare e l’ingresso della Turchia nei BRICS non limiterà la Turchia ma, al contrario, espanderà le sue capacità di politica estera“.
L’organizzazione, operativa da oltre 20 anni, nasce come raggruppamento di economie in espansione, prende il nome dall’acronimo dei Paesi membri – Brasile, Russia, India, Cina,Sudafrica – e quest’anno ha visto l’adesione di altri importanti Stati, quali Argentina, Egitto, Iran, Etiopia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.
Sono però in previsione altre importanti partecipazioni nel prossimo futuro; in particolare, 10 Paesi hanno già presentato la richiesta formale di adesione, e sono: Algeria, Bahrain, Bangladesh, Pakistan, Bolivia, Cuba, Kazakhstan, Kuwait, Palestina, Senegal.
Altre 15 nazioni hanno manifestato interesse ad entrare nei BRICS; si tratta di: Afghanistan, Angola, Comore, Congo, Gabon, Guinea-Bissau, Messico, Nicaragua, Sudan, Siria, Tunisia, Turchia, Uganda, Uruguay, Zimbabwe.
Economie in potenziale crescita, che possono così sfruttare le proprie risorse in maniera equa ed espandersi dal punto di vista finanziario e sociale, grazie ad una alleanza che mette i suoi membri sullo stesso piano, sganciando finalmente il mondo dalla sudditanza al dollaro e al cappio dell’economia a trazione angloamericana, che sta stritolando sempre di più i Paesi in via di sviluppo.
Il Paese che detiene la presidenza del gruppo nel 2024 è la Russia, che ospiterà il prossimo vertice BRICS ad ottobre 2024 a Kazan, capitale della Repubblica russa del Tatarstan, dove si potrò eventualmente decidere un nuovo ciclo di espansione dell’alleanza.
Con l’entrata di questi Paesi nel gruppo, che ora viene indicato come BRICS plus (BRICS+), gli equilibri economici internazionali potrebbero cambiare in modo significativo e, cosa fondamentale, egualitario.
Eva Bergamo