Notizie recenti

| | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | |
Home Attualità Italia Quando la forza prevale sui Valori: Crosetto e il naufragio della democrazia italiana

Quando la forza prevale sui Valori: Crosetto e il naufragio della democrazia italiana

Le parole pronunciate dal ministro della Difesa Guido Crosetto in qualche giorno fa, non possono e non devono passare inosservate. “La forza conterà più delle conquiste sociali e dei valori”, ha dichiarato. Una frase tanto cinica quanto inquietante, che getta una lunga ombra sulla direzione politica del nostro Paese e sulla tenuta del nostro patto democratico.

Ci chiediamo con sgomento: quali valori Crosetto intende sacrificare sull’altare della forza? Quali conquiste sociali sono diventate un ostacolo per chi oggi governa? Forse il diritto allo studio? La libertà di parola? La sanità pubblica? Il diritto al lavoro? Il ripudio della guerra, sancito con nettezza dall’articolo 11 della nostra Costituzione?

Sono questi i valori conquistati dai nostri nonni, da uomini e donne che hanno combattuto, non con slogan da salotto o con piani di riarmo, ma con la fame, la prigionia, la clandestinità e spesso con la propria vita, per restituire dignità a un Paese che aveva conosciuto il buio del fascismo e dell’occupazione. Sono valori scolpiti nelle lapidi delle nostre città, nelle strade intitolate ai partigiani, nella memoria viva di chi ricorda cosa significa perdere tutto. Non sono un fastidio del passato da cancellare con arroganza, sono la spina dorsale morale e civile della Repubblica Italiana.

E allora la domanda si fa più stringente: chi decide oggi che quei valori non contano più? Chi ha il diritto di stabilire che la “forza”, parola ambigua, pericolosa, torbida, debba guidare la politica di uno Stato fondato su una Costituzione nata dal rifiuto della violenza e della guerra?

Se confermate, le indiscrezioni secondo cui l’Italia avrebbe contribuito in silenzio a sabotare un accordo di pace tra Russia e Ucraina che, i due Paesi stavano raggiungendo tre anni fa, sono un atto gravissimo. Un tradimento della fiducia popolare. Una decisione presa nell’ombra, senza confronto democratico, che oggi ci viene restituita nella forma di una disfatta politica, umana, strategica.

E ora, in questo clima, si suggerisce di investire i risparmi in armi. È un messaggio aberrante. Mentre i cittadini faticano a pagare le bollette, le scuole cadono a pezzi e gli ospedali chiudono interi reparti per mancanza di fondi, ci viene detto che il futuro sarà militare, non socialeChe la priorità non è la cura, ma la guerra. Che chi crede ancora nella democrazia, nella pace, nella diplomazia, è un ingenuo.

A questo punto, il discorso si sposta anche su di noi, cittadini italiani. Perché non basta indignarsi: è tempo di assumerci la nostra responsabilità civile e costituzionale. La Costituzione non è un pezzo di carta da citare nelle cerimonie: è un impegno quotidiano. Difendere le libertà individuali significa rifiutare la manipolazione della realtà, significa pretendere verità, trasparenza e giustizia da chi governa.

Difendere la libertà oggi vuol dire opporsi alla distorsione della storia, al linguaggio del potere che cancella la memoria per rendere accettabile la violenza. Significa alzare la voce quando si svuotano le parole, quando “pace” diventa sinonimo di debolezza e “forza” diventa virtù.

La nostra società è fragile, sì, ma non rassegnata. Esiste ancora un’Italia che crede nella scuola, nel lavoro, nella cultura, nella giustizia sociale. Esiste ancora un popolo che non vuole barattare il futuro dei propri figli per una corsa al riarmo.

Non possiamo cedere. Non dobbiamo tacere. La storia ci osserva, e il tempo delle scelte è adesso.

Andrea Caldart

Foto copertina: credits profilo personale fecebook Crosetto

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

Condividi

Condivi questo Articolo!