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Ratzinger: Il Papa forte della fede

Benedetto XVI, anche se per molti non è stato un “gigante della chiesa”, oggi si sbellicano in struggenti elogi e dichiarazioni di circostanza.

Il suo pontificato come il suo ritiro in silenzio, sembrano apparentemente svaniti nella dipartita umana, ma ciò che rimarrà di lui sono quei principi non negoziabili come l’aborto, l’eutanasia e la struttura naturale della famiglia.

Un teologo potente, illuminato e chiaro di cui nessuno ha mai sottolienato o voluto ammettere che, pur essendo un conservatore, apriva gli occhi alla Chiesa, contro quella modernità del relativismo dell’essere umano.

Già da Cardinale fece capire quale minaccia il mondo avrebbe conosciuto dall’incontro tra capitalismo e progesso.

Nella sua “Pro eligendo pontifice” affrontava il tema del relativismo dicendo: “Il Progresso non ha partorito l’uomo migliore, la società migliore e comincia a essere una minaccia per il genere umano”.

È stato il precursore dell’epoca storica che vuole il pensiero unico dominante dichiarando che è: “Una sorta di dittatura del relativismo che non riconosce nulla di definitivo e lascia come ultima misura il proprio io e le sue voglie”.

Quando Ratzinger parla di “voglie” si riferisce a quella morbosità dei pochi capitalisti mondiali che intendono il progresso solo come una macchina produttrice di beni e consumi per tanti, ma di proprietà di pochissimi, pronti a teleguidare l’operaio automa umano.

In un discorso del 19 novembre 2005 disse: “Occorre guardarsi dai rischi di una scienza e di una tecnologia che si pretendono completamente autonome nei confronti delle norme morali inscritte nella natura dell’essere umano”.

Per molti le dimissioni di Papa Ratzinger sono state subito bollate quale conclusione di un pontificato fragile e debole, ma invece hanno restituito un Vicario di Cristo più umano e più vicino a tutti noi.

Scopriamo solo oggi che ha sempre difeso e tutelato la vita e la fede con al centro la famiglia genitoriale, contro quelle forme di stravolgimento pseudo modernistiche di fluidità, gender ed affini.

Ha acceso un grande dibattito culturale per il rispetto dei valori, ma spesso è stato ostacolato e circoscritto.

E proprio per questo dobbiamo ripartire dal quel suo storico discorso del trattato di Ratisbona del 2006 che condanna quel delirio tecnico-scientifico quale fede violenta senza ragione.

In quelle parole ci ha avvertito di metterci ad una giusta distanza di sicurezza da un progresso che distrugge la dignità dell’uomo e di creare una resistenza senza indovidualismi, narcisismi ed egoisimi vari.

Joseph Ratzinger ci lascia l’insegnamento di costruire una società aperta e multiculturale abbattendo ogni muro di confine.

Andrea Caldart

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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