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Scontri nel mese del Ramadan alla moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme

Alle prime ore dell’alba di ieri, la Polizia israeliana ha fatto irruzione nel complesso della Moschea di Al-Aqsa, a sud “Moschea Qibli”, Gerusalemme est, territorio palestinese occupato, attaccando un gran numero di fedeli.

Secondo alcune testimonianze, le Forze di Polizia israeliane hanno aggredito i fedeli con manganelli, usato gas lacrimogeni e bombe sonore per costringerli a uscire dalle sale di preghiera. 

Le Forze dell’Ordine hanno dichiarato di essere state costrette a entrare nel complesso dopo che alcuni “agitatori mascherati” si sono chiusi all’interno della Moschea con fuochi d’artificio, bastoni e pietre.

Inoltre, ha aggiunto che “Secondo un precedente accordo con le Autorità del complesso di Al-Aqsa, nessuno doveva passare la notte all’interno del complesso durante il mese di Ramadan”.

Tra le grida, le richieste di aiuto e un piccolo incendio all’interno della sala, come si può vedere dai video diffusi sui social media, dodici sarebbero stati i feriti, di cui tre in condizioni gravi, e almeno 400 palestinesi sono stati arrestati. 

Nel corso dello scontro sono state lanciate pietre contro gli agenti, oltre a fuochi d’artificio, ferendo una gamba di un poliziotto.

La Mezzaluna Rossa, che insieme al Movimento Internazionale della Croce Rossa costituisce la più grande organizzazione umanitaria del mondo, ha riferito che la Polizia ha addirittura impedito ai suoi medici di raggiungere Al-Aqsa.

Il Primo Ministro dell’Autorità palestinese, Mohammad Shtayyeh, è intervenuto condannando duramente quanto accaduto: “Un grave crimine contro i fedeli. 

La preghiera nella Moschea di Al-Aqsa non è con il permesso dell’occupazione [israeliana], è un nostro diritto. Al-Aqsa è per i Palestinesi, per tutti gli Arabi e i Musulmani e il raid è una scintilla di rivoluzione contro l’occupazione”.

In seguito all’attacco, nel corso di una notte nel mese sacro del Ramadan, le tensioni a Gerusalemme sono esplose. 

I raid, infatti, sono continuati tutta la notte, fino alla mattina successiva, quando le Forze israeliane sono state viste aggredire e spingere diversi Palestinesi fuori dal complesso e impedire loro di pregare, prima che gli Israeliani potessero entrare sotto la protezione della Polizia.

Il complesso della Moschea di Al-Aqsa, tuttavia, non è nuovo a questi fatti. 

Precedentemente, nel maggio 2021, infatti, le Forze israeliane hanno preso d’assalto il complesso usando gas lacrimogeni, proiettili d’acciaio rivestiti di gomma e granate stordenti contro i fedeli durante il Ramadan. 

Centinaia di Palestinesi sono rimasti feriti, suscitando un sentimento di indignazione e rabbia a livello internazionale.

L’anno scorso, invece, quando le Forze israeliane hanno lanciato incursioni nel complesso durante il mese sacro, più di 300 Palestinesi sono stati arrestati e almeno 170 feriti. 

Il complesso di Al-Aqsa è posizionato su un altopiano nella Gerusalemme Est, che Israele conquistò nella Guerra dei sei Giorni (1967) e, successivamente, annessa con una mossa non riconosciuta dalla maggior parte della comunità internazionale.

Per i Musulmani, il complesso ospita il terzo sito più sacro dell’Islam, appunto la Moschea di Al-Aqsa, oltre alla Cupola della Roccia, una struttura del VII secolo che, secondo la religione, sarebbe stata il luogo in cui il profeta Maometto ascese al cielo.

Il complesso è anche il luogo in cui gli Ebrei, che lo chiamano Monte del Tempio, credono che un tempo sorgessero i templi ebraici biblici.

I Palestinesi vedono Al-Aqsa come uno dei pochi simboli nazionali su cui mantengono un certo controllo. 

Tuttavia, temono una lenta invasione da parte di gruppi ebraici, simile a quanto accaduto alla Moschea Ibrahimi (Grotta dei Patriarchi) a Hebron, dove metà della Moschea è stata trasformata in una Sinagoga dopo il 1967.

I Palestinesi, infatti, sono preoccupati per i movimenti israeliani di estrema destra che vogliono demolire le strutture islamiche nel complesso della Moschea di Al-Aqsa e costruirvi un tempio ebraico.

Negli ultimi anni, gruppi di ebrei nazionalisti hanno regolarmente visitato il sito con la scorta della Polizia, una mossa considerata dai Palestinesi fortemente provocatoria.

Nei giorni scorsi, il Ministro israeliano per la Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir, di estrema destra, ha incoraggiato gli Ebrei a visitare il sito per celebrare l’imminente festività della Pasqua ebraica, che coincide con il mese sacro islamico del Ramadan.

Al contempo, alcuni gruppi ebraici marginali offrono perfino premi in denaro a chiunque entri nella Moschea di Al-Aqsa e sacrifichi una capra. Fino ad ora non si è verificato alcun sacrificio. Si tratta, infatti, di un rito religioso ebraico, proibito all’interno della Moschea e che, tanto più, costituirebbe un’ulteriore provocazione.

Flavia De Michetti 

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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