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Thailandia: l’ex premier thailandese Thaksin Shinawatra rientra nel Paese dopo anni di autoesilio

Per la prima volta dal 2008, l’ex premier Thaksin Shinawatra è rientrato oggi in Thailandia, in seguito a un periodo di autoesilio in una prigione di Bangkok, poche ore prima che i suoi alleati tentassero di formare un governo in seguito a settimane di lotte politiche. 

Quindici anni fa, Thaksin, miliardario leader del colosso populista Pheu Thai Party (un partito politico della Thailandia fondato nel settembre 2008, che appoggia le politiche di Thaksin, che nel ‘98 è stato fondatore e quindi leader del partito di governo Thai Rak Thai), è fuggito all’estero prima di essere incarcerato in contumacia per abuso di potere, due anni dopo che i militari lo avevano rovesciato accusandolo di corruzione e slealtà verso la potente monarchia. 

Accuse da lui negate.

Oggi, Thaksin ha fatto una breve apparizione con i membri della sua famiglia al terminal di un jet privato all’aeroporto Don Mueang di Bangkok, sorridendo e salutando centinaia di sostenitori entusiasti. 

Successivamente, è stato scortato dalle Forze di Polizia alla Corte Suprema, poi in una prigione per scontare una pena di otto anni, dove i funzionari hanno promesso che la sua salute sarà attentamente monitorata a causa di alcuni problemi fisici che colpiscono la colonna vertebrale, il cuore e i polmoni.

Una volta uscito dall’aeroporto, elegantemente vestito e indossando una spilla gialla con un’insegna reale, Thaksin si è inchinato alla folla in un tradizionale saluto “wai”, un gesto con cui in Thailandia si saluta e si dimostra rispetto, prima di inginocchiarsi per rendere omaggio davanti a un ritratto del re e della regina.

Centinaia di sostenitori in maglietta rossa e muniti di striscioni si sono radunati all’aeroporto, in tribunale e fuori dalla prigione per salutarlo.

Attualmente, l’hashtag di maggiore tendenza sulla piattaforma di social media X (ex Twitter) è stato #ThaksinReturnsThailand, con 347 mila utenti.

La figlia più giovane, Paetongtarn Shinawatra, politica, dirigente d’azienda e imprenditrice,tramite un post pubblicato sulla piattaforma di Instagram, si è scusata con i suoi sostenitori per il fatto che suo padre non abbia potuto incontrarli: “Grazie a tutti per il calore rivolto a mio padre, è molto grato”.

Il clamoroso ritorno del politico è avvenuto mentre la Camera bassa e il Senato nominato dai militari si sono riuniti prima di un voto sul candidato Primo Ministro Srettha Thavisin, un magnate immobiliare che il Pheu Thai ha spinto in politica solo pochi mesi fa.

La Thailandia si trova sotto un Governo provvisorio dal mese di marzo e il suo nuovo Parlamento è rimasto bloccato per settimane dopo che il vincitore anti-establishment delle elezioni di maggio, Phak Kao Klai (in inglese “Move Forward”), è stato bloccato dai legislatori conservatori, lasciando Pheu Thai alla guida.

Vincitore di cinque elezioni negli ultimi vent’anni, Pheu Thai, ha stretto un’alleanza controversa che include partiti sostenuti da un esercito il quale ha condotto colpi di stato contro Thaksin e Yingluck, nel 2006 e nel 2014.

Il ritorno di Thaksin ha suscitato diffuse teorie secondo le quali l’alleanza di Pheu Thai con i suoi vecchi nemici nell’esercito e nell’establishment faccia parte di un accordo dietro le quinte per consentirgli di tornare sano e salvo. 

Pheu Thai ha negato il coinvolgimento di Thaksin nel tentativo di formare un governo e, dal canto suo, l’ex leader ha negato per mesi di aver cospirato con gli stessi generali che hanno manovrato ripetutamente contro la sua famiglia e i suoi lealisti.

Nel frattempo, il candidato al primo ministro Srettha Thavisin si è congratulato con Thaksin e ha sottolineato che “Non c’è felicità più grande che tornare a casa dalla famiglia”.

Inoltre, nella giornata di ieri, Srettha ha dichiarato che “Il Pheu Thai non aveva altra scelta se non quella di collaborare con partiti militari con cui aveva precedentemente promesso di non collaborare”.

“Non stiamo mentendo alla gente, ma dobbiamo essere realistici”, ha specificato Srettha, che ha il sostegno di 317 parlamentari e ha bisogno di 58 voti dal Senato per assicurarsi il sostegno necessario di metà della legislatura.

Il ritorno di Thaksin, figura amata e odiata allo stesso tempo in Thailandia, quasi sicuramente metterà in ombra il voto per un primo ministro. 

Ex poliziotto, magnate delle telecomunicazioni e proprietario di una squadra di calcio della Premier League inglese, Thaksin ha conquistato il cuore di milioni di tailandesi della classe operaia, distribuendo omaggi populisti che vanno dai soldi in contanti e prestiti ai villaggi, fino ai sussidi agricoli e all’assistenza sanitaria universale. 

Ma la sua popolarità e il suo sostegno a una nuova ondata di capitalisti emergenti lo mettono in contrasto con un gruppo di realisti, militari e famiglie di ricchi, innescando una lotta di potere, ancora in corso.

Thaksin sostiene, tuttavia, che tutte le accuse contro di lui siano state inventate per tenerlo lontano dal potere, rimanendo estremamente popolare tra i suoi sostenitori.

Flavia De Michetti

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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