L’8 marzo di ogni anno, si celebra “la Giornata internazionale della Donna”, o “Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne”, ricorrenza, che evidenzia l’importanza della lotta per i diritti delle donne, in particolare per la loro emancipazione. Nello specifico, in questa giornata, vengono ricordate le conquiste sociali, economiche, politiche e viene riportata l’attenzione su questioni come l’uguaglianza di genere, i diritti riproduttivi, le discriminazioni e le violenze contro le donne.
Il tema di quest’anno è: “Le donne in un mondo del lavoro in evoluzione: verso un pianeta 50-50 nel 2030”. Il tema scelto ha lo scopo di promuovere il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, e nello specifico gli obiettivi numero 4 e 5. Il primo è incentrato sull’accesso globale alla formazione di qualità e all’apprendimento, mentre il secondo si focalizza sull’uguaglianza di genere e sull’empowerment delle donne e delle ragazze.
La prima Giornata Nazionale della Donna fu celebrata negli Stati Uniti, il 28 febbraio 1909, su iniziativa del Partito Socialista Americano. La data fu scelta per ricordare lo sciopero di migliaia di camiciaie newyorkesi che, l’anno prima, avevano rivendicato con forza migliori condizioni di lavoro.
L’anno successivo, la ricorrenza fu introdotta anche in Europa per iniziativa dell’Internazionale Socialista, che, durante lo svolgimento del congresso di Copenhagen, decise di istituire la Giornata internazionale della Donna al fine di promuovere i suoi diritti e sostenere la campagna in favore del suffragio universale. La sua celebrazione fu fissata l’ultima domenica di febbraio. I primi Paesi a celebrare tale giornata furono, nel 1911, Austria, Danimarca, Germania e Svizzera, mentre in Italia la prima Giornata internazionale della Donna fu festeggiata il 22 marzo 1922.
La Giornata Internazionale della Donna fu istituita ufficialmente nel 1977dalle Nazioni Unite, che hanno sviluppato strategie internazionali, obiettivi e progetti per migliorare lo stato delle donne nel mondo. Tra questi, ricordiamo la Dichiarazione di Pechino, la piattaforma d’azione e la Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW). Inoltre nel 2010, L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha fondato UN Women, ovvero l’organismo delle Nazioni Unite che ha come obiettivo l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne.
Perché la Giornata Internazionale della Donna, viene celebrata l’8 Marzo?
La Giornata Internazionale della Donna, fu celebrata, per la prima volta, l’8 marzo nel 1914. Tre anni dopo, a San Pietroburgo, le donne protestarono per chiedere la fine della guerra: fu quella una delle prime manifestazioni della cosiddetta “rivoluzione di febbraio”, avvenuta il 23 febbraio, seguita quattro giorni dopo dalla caduta dello zar. Il governo provvisorio concesse alle donne il diritto di voto, e dopo la rivoluzione bolscevica, fu Vladimir Lenin a istituire l’8 marzo come festività ufficiale.
Nel corso degli anni, si diffusero alcune leggende sulla nascita di questa giornata. Tra queste, quella secondo la quale la Giornata Internazionale della Donna, sarebbe stata istituita per ricordare un incendio che uccise centinaia di operaie in una fabbrica di camicie a New York l’8 marzo 1909: incendio che, in realtà, non ci fu mai, a differenza di quello che causò 140 vittime il 25 marzo 1911. Secondo un’altra leggenda, la Giornata internazionale della Donna sarebbe invece nata per ricordare la dura repressione di una manifestazione sindacale di operaie tessili organizzata sempre a New York nel 1857.
In questa giornata, è in uso, in Italia, scambiarsi dei rametti di “mimose”, simbolo di delicatezza e femminilità.
Il perché, solo in Italia, si regali questo fiore, va ricercato nei difficili anni del Dopoguerra.
Nel 1946 la Giornata Internazionale della Donna, cominciò a essere celebrata ogni anno e si era deciso di usare come fiore simbolo la violetta, perché aveva una lunga tradizione nella sinistra europea. A questa scelta, si opposero molti dirigenti del Pci, poiché la violetta era un fiore costoso e difficile da trovare in Italia.
L’idea di sostituire alla violetta, la mimosa, fu di due donne femministe dell’Udi (Unione donne d’Italia), Rita Montagnana, antifascista che aveva preso parte alle lotte partigiane, e Teresa Mattei, militante comunista. La mimosa fu scelta perché era uno dei primi fiori a sbocciare a inizio marzo e aveva il vantaggio di essere poco costosa. Come disse Teresa Mattei: “Scegliamo un fiore povero, facile da trovare nelle campagne che è anche il fiore che i partigiani regalavano alle staffette”.
Se è vero che moltissimi passi in avanti, nei confronti delle donne, sono stati fatti, è anche vero, che è ancora lunga la strada da percorrere. Pensiamo al mondo del lavoro, dov’è ancora grande la differenza tra la percentuale di occupazione maschile e femminile, dove alcune donne sono costrette ad abbandonare il proprio posto di lavoro, a causa dell’impossibilità di conciliare la vita lavorativa con quella familiare, per non parlare del gap salariale, dove a parità di mansioni, le lavoratrici donne guadagnano meno rispetto agli uomini.
Anche l’accesso al mondo del lavoro è più complesso per le donne, e solo una donna su quattro riesce a ricoprire una posizione dirigenziale.
Che dire, purtroppo, della presenza, ancora oggi, degli stereotipi di genere, e del fatto che alla donna è demandata, nella maggior parte dei casi la cura della casa e dei figli. A tutto ciò, si aggiungono anche i fenomeni di violenza, fisica, psicologica e verbale, spesso non denunciati.
Per cambiare lo stato delle cose, è necessario un duplice sostegno a favore della parità di genere, nell’ambito del lavoro e della famiglia e a favore dell’eliminazione della violenza di genere: da una parte sono necessarie riforme e regolamentazioni strutturali; dall’altra è importante promuovere un cambio di mentalità, attraverso l’educazione alla parità di genere nei luoghi dell’educazione fin dalla prima infanzia.
“I diritti delle donne sono una responsabilità di tutto il genere umano; lottare contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne è un obbligo dell’umanità; il rafforzamento del potere di azione delle donne significa il progresso di tutta l’umanità.” (Kofi Annan).
Roberta Minchillo