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“Dentro la Costituzione” Quale Commissione Parlamentare di inchiesta sul covid?

Tra i punti del programma elettorale di Fratelli d’Italia, attuale partito politico di maggioranza relativa, vi era l’istituzione di una Commissione di inchiesta sui vaccini e sulla gestione della patologia Covid-19.

In questi giorni il tema è tornato alla ribalta e si sta ragionando in questa direzione.

La Costituzione vigente, all’art. 82, consente a ciascuna Camera di istituire, su materie di pubblico interesse, una Commissione parlamentare formata in modo tale da rispecchiare la proporzione tra i gruppi parlamentari.

A grandi risultati nella storia repubblicana le Commissioni non sono quasi mai pervenute e, dunque, non credo che l’attività di indagine sarà così determinante anche perché, conformemente al Testo costituzionale, la Commissione sul Covid-19 non sarà  composta solo da esponenti di Fratelli d’Italia, ma anche di Lega, Forza Italia, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Terzo Polo, cioè  tutte forze politiche che, salvo alcuni distinguo in Lega e FI, hanno sempre approvato tutte le misure emergenziali adottate dal Governo Draghi.

In altri termini, e sperando di essere smentiti dai fatti, vedo il rischio di insabbiamento. Ecco perché era importante che alcune forze che si sono opposte alla gestione sanitaria entrassero in Parlamento, ma il “voto utile” è stato sapientemente indirizzato ad una forza politica che sui rapporti con l’UE, immigrazione, conflitto russo-ucraino, questioni etiche (non affrontate volutamente) si pone in continuità con l’indirizzo politico del precedente Esecutivo.

Pure sui vaccini e la certificazione verde (cartacea o digitale) Covid-19 non si è avuto il coraggio di una abrogazione espressa, semplicemente si è giocato, nel primo caso, sull’anticipazione dell’obbligo vaccinale dal 31 dicembre 2022 al 01 novembre 2022, e nel secondo alla cancellazione del c.d. “green pass” per l’accesso alle RSA ed alle strutture sanitarie (salvo visite mediche o esami diagnostici), ma solo in occasione della conversione in legge formale del decreto-legge n. 162/2022, ossia a ridosso della scadenza del 31 dicembre 2022 già prevista dalla normativa fino a quel momento in vigore.

Eppure si è parlato, a mio modo di vedere eccessivamente ed impropriamente, di discontinuità.

Neppure sulle sanzioni agli over 50 vi è stato un intervento risolutivo, preferendo sospenderle fino al 30 giugno 2023.

E questi sarebbero i patrioti?

Daniele Trabucco Costituzionalista

In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it

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