Il problema dell’essere: La filosofia moderna, a partire da Cartesio (1596/1650), l’autore del “Discorso sul metodo” e delle “Meditazioni Metafisiche”, spezza quella identità tra pensiero ed essere propria della filosofia antica e medioevale.
Infatti, con il “cogito” cartesiano si afferma il principio per cui il pensiero viene prima dell’essere e, in questo modo, ne costituisce il fondamento. Emancipando l’intelligenza dalla realtà e assumendo, di conseguenza, una prospettiva nettamente antirealistica, si fa del puro pensiero, ossia privo di qualunque tipo di contenuto, la causa prima della dissoluzione dell’essere.
È in questo cambio di paradigma, ben descritto da Cornelio Fabro (1911/1995) nella sua opera “Introduzione all’ateismo moderno”, che l’intelligenza umana, disarcionata dal reale realtà, pretende di ricreare una “nuova oggettività” (il mito transumanista) non potendo, però, garantire alcunché di stabile e definitivo.
Scrive ancora Fabro sul punto: “Solo chi inizia con l’ente e fa leva sull’essere può arrivare all’Assoluto di essere ch’è Dio; chi parte dal fondamento della coscienza, deve finire per lasciarsi risucchiare dalla finitezza intrinseca del suo orizzonte ossia per perdersi nel nulla di essere”.
E oggi vediamo le conseguenze di tutto questo e il problema dell’essere in tutta la loro drammaticità.
Prof. Daniele Trabucco – Costituzionalista
In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it
immagine Cartesio After Frans Hals (1582/1583–1666) Louvre Museum
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