Ma cosa succede ai diritti civili in Italia?
Perché stiamo assistendo ad un vero e proprio regresso degli stessi negli ultimi anni?
Di questo vorrei parlare questa settimana con i lettori della nostra rubrica “L’Agorà del Diritto” premettendo che eventuali considerazioni contenute nell’articolo sono espressione esclusivamente del mio pensiero al riguardo e non della redazione e direzione della Gazzetta dell’Emilia e Dintorni.
È da tempo che rifletto su questi temi.
Sembra, infatti, che in Italia i diritti civili, negli ultimi anni abbiano subito non solo una brusca frenata ma addirittura un vero e proprio regresso.
Questo trend è cominciato a divenire sempre più costante con il fallimento della battaglia e relativa proposta referendaria sul “fine vita”.
Si è poi, di recente, passati alla previsione, attraverso decreto-legge, della presenza delle associazioni pro vita nei consultori pubblici, norma che ha fatto e fa, tutt’ora, discutere essendo visto, da più fronti, come un attacco alla legge 194 del 1978 che regola il diritto all’aborto (è bene ricordare che in Francia il diritto all’aborto è un diritto costituzionalmente garantito).
E veniamo alle novità normative di questi ultimi giorni.
La Commissione Giustizia del Senato ha espresso parere favorevole al disegno di legge (il provvedimento era stato già approvato dalla Camera dei deputati il 26 luglio 2023) che prevede come reato la maternità surrogata posta in essere da cittadini italiani in tutto il mondo.
In altri termini, compie una condotta illegale, come tale perseguibile penalmente, la cittadina o il cittadino italiano che promuova o partecipi alla cessione di ovuli, spermatozoi ed embrioni, o alla gestazione per altri.
In altri termini sarà considerato reato che i cittadini italiani ricorrano alla maternità surrogata all’estero.
Sempre di recente è stata presentata un’altra proposta di legge che offre la somma di € 1.000,00 mensili per un anno alle donne, in difficoltà economiche (con un ISEE fino ad € 15.000), che decidono di non abortire.
La somma di € 1.000,00 aumenterebbe di € 50,00 al mese dal terzo figlio in poi e di € 100,00 per ogni figlio disabile fino al compimento dei diciotto anni.
In merito a questi temi penso che depotenziare la legge sull’aborto o prevedere come reato la maternità surrogata, non solo in Italia ma anche quella effettuata da cittadini italiani all’estero, in Paesi democratici che la ritengono pienamente legale, voglia dire limitare la libertà delle persone ed imporre legislativamente, in modo diretto o indiretto, l’“Io non sono d’accordo” e, quindi, “Tu non lo devi fare”.
Avv. Emilio Graziuso – Avvocato Cassazionista e Dottore di Ricerca
Presidente Nazionale Associazione “Dalla Parte del Consumatore”
In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it