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Home Cultura e società Legale “L’Agorà del Diritto” una domanda, una risposta: integratori alimentari e pubblicità degli effetti sulla salute

“L’Agorà del Diritto” una domanda, una risposta: integratori alimentari e pubblicità degli effetti sulla salute

La Corte UE si è recentemente pronunziata sul tema della pubblicità degli effetti sulla salute degli integratori alimentari.

Più in particolare, la Corte ha ribadito un principio dalla stessa già affermato: tale forma di velocità è vietata sino a quando la Commissione non abbia completato l’iter relativo all’esame delle indicazioni contenute nella pubblicità e le stesse, pertanto, siano state inserite negli elenchi delle indicazioni sulla salute consentite, salvo che l’impiego di tali sostanze sia già stato ammesso da un regime transitorio.

Soffermiamoci più nel dettaglio sul caso esaminato dalla Corte UE.

Una impresa aveva commercializzato un integratore a base di estratti di zafferano e succo di melone.

La pubblicità che aveva accompagnato l’ingresso nel mercato di tale prodotto aveva esaltato le capacità dello stesso, grazie agli estratti naturali, sopra indicati, di incidere positivamente sull’umore e di ridurre lo stress e la stanchezza di coloro che lo assumevano.

La Corte UE, investita della questione relativa alla correttezza o meno di tale pubblicità, ha ricordato che in virtù di un regolamento del 2006, le indicazioni degli effetti sulla salute di prodotti ed integratori alimentari è, in linea di principio, vietata, con l’eccezione delle ipotesi nelle quali tali indicazioni siano state esaminate ed autorizzate dalla Commissione preposta ed incluse, quindi, negli elenchi delle indicazioni sulla salute consentita.

Nel caso di specie, la Commissione, però, non aveva ancora completato l’esame delle indicazioni sulla salute relative alle sostante botaniche e le stesse non erano ancora inserite negli elenchi suddetti.

Inoltre, non si registra, nel Paese di produzione dell’integratore, con riferimento a dette sostanze, alcun regime transitorio.

Di conseguenza, è vietata la pubblicità degli effetti sulla salute delle sostanze botaniche contenute nell’integratore finito sotto la lente della Corte UE.

Ma a cosa serve l’autorizzazione della Commissione?

L’autorizzazione è finalizzata a garantire che le indicazioni sulla salute siano scientificamente provate.

Essa, quindi, è una forma di tutela per i consumatori e la salute umana. 

Avv. Emilio Graziuso – Avvocato Cassazionista e Dottore di Ricerca

Presidente dell’Associazione Nazionale”Dalla Parte del Consumatore”

In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it

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dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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