Come molti lettori, forse, ricorderanno l’8 ottobre 2022 decidemmo di dedicare la nostra “Agorà” al tema delle conseguenze giuridiche della movida notturna.
Al riguardo, infatti, erano pervenute alla redazione richieste di chiarimento in merito ai propri diritti da parte di cittadini i cui sonni, o quanto meno, la propria quiete era disturbata dalla movida dei locali sottostanti l’abitazione degli stessi.
A distanza di circa due mesi quanto illustrato nel nostro articolo ha trovato conferma anche nei palazzi di giustizia.
È dei giorni scorsi, infatti, la sentenza con la quale la Corte d’Appello di Torino ha condannato il Comune del capoluogo piemontese per il troppo rumore generato dalla movida in un noto e centralissimo quartiere della città.
Più in particolare è stata imputata al Comune la responsabilità per non avere adottato le misure necessarie per contenere i rumori provocati nelle ore notturne dai locali e dagli avventori degli stessi e, di conseguenza, lo stesso è stato condannato a corrispondere un risarcimento danni pari ad € 200.000,00 in favore dei residenti che avevano promosso il processo.
La sentenza, inoltre, si segnala in quanto la Corte d’Appello, oltre a riconoscere il risarcimento del danno ha ordinato al Comune di adottare i più opportuni provvedimenti per contenere e far terminare le immissioni che superano la normale tollerabilità, disturbando, quindi, il riposo notturno dei residenti.
Al Comune di Torino sono stati concessi sei mesi di tempo per far cessare dette immissioni. Superato tale periodo dovrà pagare una penale giornaliera di € 10,00 in favore di ciascuno dei residenti che hanno promosso e vinto la causa.
Si spera che la sentenza possa servire da monito per i Comuni che spesso tendono a sottovalutare le doglianze dei cittadini.
È vero, molti si limitano a lamentarsi senza poi procedere per la tutela dei propri diritti e, probabilmente, per questo motivo le doglianze vengono spesso ignorate o, quanto meno, non tenute nella debita considerazione.
La sentenza della Corte d’Appello di Torino, però, è un chiaro esempio dei risultati giuridici e sociali che si possono ottenere con quella forma di attivismo che noi dell’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” chiamiamo “cittadinanza militante”.
I cittadini, infatti, che escono dalla protesta isolata e spesso sterile e riescono ad intavolare forme di lotta civile anche organizzata, dentro e fuori le aule di Tribunale, riescono ad ottenere dei risultati importanti per l’intera collettività.
Per essere cittadini “militanti”, però, occorre, prima di tutto, essere informati dei propri diritti e, quindi, prendere consapevolezza del proprio ruolo attivo e determinante nella società.
E questo hanno fatto i cittadini torinesi che hanno intavolato la battaglia legale con il Comune per far valere i propri diritti, dato che le rimostranze e le richieste di intervento per far cessare le immissioni intolleranti della movida non avevano sortito alcun effetto.
avv. Emilio Graziuso – Avvocato Cassazionista e Dottore di Ricerca.
Presidente Nazionale Associazione “Dalla Parte del Consumatore“
In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it