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Home Cultura e società Legale “L’Agorà del Diritto” una domanda, una risposta: quando le scelte d’amore hanno conseguenze giuridiche ed economiche

“L’Agorà del Diritto” una domanda, una risposta: quando le scelte d’amore hanno conseguenze giuridiche ed economiche

Una coppia di sposi, il marito, per motivi di lavoro, si trasferisce in altra città e la moglie decide di seguirlo dedicandosi interamente alla cura della famiglia, scegliendo un lavoro part time e dedicandosi integralmente alla cura della famiglia, ed in particolare dei figli, nella nuova città.

Poi qualcosa tra i due coniugi non va come dovrebbe e la coppia “scoppia”.

La scelta di vita e lavorativa della donna può avere rilevanza ai fini della determinazione dell’assegno di divorzio?

Si.

Secondo la Cassazione il passo indietro a livello lavorativo e professionale fatto dalla donna pur di seguire il marito incide nella determinazione dell’assegno, per la quantificazione del quale è effettuato un raffronto tra le posizioni economiche dei due ex coniugi.

Divario dettato, sulla base della documentazione esaminata dall’Autorità giudiziale, dal trasferimento dell’ex marito nella nuova città e dalla scelta di seguirlo da parte della ex moglie, la quale aveva dovuto ripiegare su un lavoro part time.

La scelta del lavoro part time era, nella fattispecie, stata dettata dalla necessità della donna di accudire i figli ancora in tenera età, trovandosi da sola nella nuova città.

L’ex marito, con il trasferimento, invece, aveva registrato un netto miglioramento della propria posizione lavorativa a differenza della ex moglie la condizione della quale, andando in una nuova città, era sensibilmente retrocessa.

Ai fini della quantificazione dell’assegno, la Corte di Cassazione ha richiamato il principio secondo il quale l’assegno di mantenimento deve assicurare, in virtù della sua finalità composita – assistenziale, perequativa e compositiva – all’ex coniuge che lo richiede un livello reddituale adeguato al contributo fornito in ogni ambito di rilevanza, “mediante complessiva ponderazione dell’intera storia coniugale e della prognosi futura, tenendo conto anche delle eventuali attribuzioni o degli introiti che abbiano compensato il sacrificio di aspettativa professionali e realizzato l’esigenza perequativa”.

Avv. Emilio Graziuso – Avvocato Cassazionista e Dottore di Ricerca

Presidente dell’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”

In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it

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