In caso di separazione o divorzio al figlio deve essere sempre garantito un rapporto equilibrato con entrambi i genitori.
I Tribunali, pertanto, nell’adottare le proprie statuizioni in merito all’affidamento ed al collocamento dei figli minori devono, sempre, compiere una valutazione concreta al fine di perseguire l’interesse esclusivo del minore.
A sancire tale principio è la Corte di Cassazione con una ordinanza emanata nei giorni scorsi.
No, quindi, – secondo la Suprema Corte – a misure adottate sulla base di valutazioni astratte che non tengano conto della specifica realtà familiare.
E veniamo, quindi, all’aspetto affrontato dalla Corte di Cassazione: il collocamento del minore.
Nel caso di specie il minore aveva da poco compiuto tre anni e si trovava, quindi, in età prescolare (con riferimento alla scuola d’infanzia).
La Corte di Cassazione pone l’accento sulla centralità e prevalenza, rispetto ad altri aspetti, del diritto del minore di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori.
Entrambi, infatti, devono fornire al proprio figlio Cura, educazione, istruzione ed assistenza morale.
Solo in questo modo si tutela l’esclusivo interesse morale e materiale del minore volto al miglior sviluppo della personalità dello stesso.
I magistrati che si occupano di diritto di famiglia, quindi, dovranno compiere un accertamento prognostico, fondato su elementi concreti, circa la capacità del singolo genitore di crescere e educare i figli nel modo migliore e, solo qualora tale requisito non dovesse sussistere, adottare misure volte al collocamento, eventualmente anche in via esclusiva, ad uno solo dei genitori.
Avv. Emilio Graziuso – Avvocato Cassazionista e Dottore di Ricerca
Presidente dell’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”
In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it