Il linguaggio è come una forma di riflesso della cultura e delle esperienze umane e i modi di dire ne sono una testimonianza vivida. Frasi colorite e spesso metaforiche arricchiscono la nostra comunicazione quotidiana e molte di queste affondano le radici persino nel curioso mondo del gioco, ampliando la nostra fantasia: basti pensare che da tempo immemore la fortuna viene associata all’immagine di una donna.
I numeri, simboli di possibilità e destino, sono protagonisti di innumerevoli locuzioni che descrivono situazioni, comportamenti e stati d’animo. Una delle espressioni più comuni è sicuramente “dare i numeri”, che si usa quando qualcuno dice cose senza senso comportandosi in modo irrazionale. L’origine di questo modo di dire è legata all’estrazione dei numeri nel gioco del lotto, dove la casualità regna sovrana. Un’altra espressione numerica è “essere un numero uno”, che indica essere il migliore in qualcosa, probabilmente in relazione alla prima posizione in una classifica.
Anche la fortuna è spesso associata ai numeri e rappresenta una fonte inesauribile di ispirazione linguistica. “La ruota gira” è un’espressione che suggerisce che la fortuna può cambiare da un momento all’altro, un concetto ben noto a chi frequenta i casinò. “La fortuna è cieca, ma la sfortuna ci vede benissimo” è un detto popolare che sottolinea come la cattiva sorte sembri colpire con più precisione di quella benevola. Non sono pochi i giochi così radicati nella cultura popolare da influenzare anche il nostro linguaggio e non serve avere esperienza in quegli stessi giochi per cogliere i riferimenti. Si pensi ai tanti modi di dire legati al bingo o alla tombola, per esempio.
Espressioni come “fare bingo” indicano un successo inaspettato, richiamando il celebre basato sulle estrazioni, che conserva un’elevata popolarità nonostante l’avanzare dei tempi. Non è un caso se esiste un bingo anche on-line nelle moderne piattaforme di gioco digitale. Anche la più tradizionale tombola ha lasciato il segno nel nostro parlato. Con i suoi numeri e le sue cartelle, il gioco è un classico delle feste natalizie in molte regioni italiane. La semplice esclamazione “Tombola!”, peraltro, è entrata nel linguaggio comune.
Il mondo delle carte, delle lotterie e delle scommesse ha regalato al nostro linguaggio molte altre espressioni pittoresche. “Avere un asso nella manica” sottintende la possibilità di godere di un vantaggio nascosto da usare al momento giusto. “Calare l’asso” significa svelare la mossa vincente al momento giusto, mentre “Giocarsi il tutto per tutto” vuol dire rischiare il massimo pur di ottenere un risultato. “Puntare tutto su un cavallo” equivale a investire ogni risorsa su un’unica possibilità, come accade d’altronde nell’ippica. E ancora, “tirare i dadi”significa fare una scelta rischiosa, con un esito incerto. Chi perde una previsione, invece, può dire di aver “perso la scommessa”.
In buona sostanza, i modi di dire legati ai numeri e al gioco sono un lascito dell’antica saggezza popolare e contribuiscono all’antico richiamo della passione per il rischio, la fortuna e la competizione. Queste espressioni continuano a colorare così il nostro linguaggio ancora oggi, anche quando se ne ignorano le effettive origini, tendendo comunque a ricordarci che a volte la vita andrebbe presa con leggerezza e filosofia, proprio come se fosse solo un gioco.
Redazione