I fringe benefit, il cosiddetto welfare aziendale, per i genitori con figli potrebbe raggiungere tale cifra a condizione di possedere precisi requisiti.
I fringe benefit sono “benefici accessori” che si affiancano alla retribuzione principale del lavoratore dipendente.
Sono quindi una forma di retribuzione in natura concessa dal datore di lavoro che può consistere sia in una somma di denaro che compare nel cedolino insieme allo stipendio, sia in beni e servizi.
I fringe benefit offrono vantaggi sia al dipendente che all’azienda che li eroga: da un lato, infatti, non concorrono a formare il reddito del lavoratore, quindi gli importi in busta paga (entro il tetto massimo stabilito) non vengono tassati e, dall’altro, possono essere portati interamente in deduzione dal datore di lavoro.
Il decreto-legge 48 del 2023 nasce inizialmente con l’intento di aiutare le famiglie a fronteggiare i rincari di utenze e bollette e nello stesso tempo a ridurre le tasse dei lavoratori e permette ai datori di lavoro di aumentare i fringe benefit in busta paga ai propri dipendenti che hanno figli a carico dai normali 258,30 euro fino a raggiungere la cifra di 3000 euro.
Si applica per il solo anno fiscale 2023, ma potrebbe essere prorogato con modifiche e incluso nella Legge di Bilancio 2024. Nel frattempo è ancora possibile farselo riconoscere dal proprio datore di lavoro.
La circolare dell’Agenzia delle Entrate precisa che l’agevolazione si applica in misura intera ad ogni genitore, titolare di reddito di lavoro dipendente e/o assimilato, anche in presenza di un solo figlio, purché lo stesso sia fiscalmente a carico di entrambi; per il Fisco, sono considerati a carico i figli con reddito non superiore a 2.840,51 euro (al lordo degli oneri deducibili).
Poiché il beneficio spetta per il 2023, questo limite di reddito, che sale a 4mila euro per i figli fino a 24 anni, deve essere verificato al 31 dicembre di quest’anno.
Per i dipendenti con figli fiscalmente a carico i benefit fino a 3 mila euro ricevuti dal datore di lavoro sono esenti dall’Irpef e dall’imposta sostitutiva sui premi di produttività. L’importo ricomprende anche le somme corrisposte o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale.
I fringe benefit sono assegnati direttamente dal datore di lavoro e a sua piena discrezione.
La legge permette solamente alle aziende di aumentare la soglia dei benefici in caso i dipendenti abbiano figli, ma non le obbliga ad aumentare l’entità del welfare.
In caso il datore di lavoro prenda questa iniziativa, il lavoratore dovrà consegnare una dichiarazione che attesti il possesso dei requisiti, con allegato il codice fiscale dei figli a carico.
Non essendo prevista una forma specifica per questa dichiarazione, la stessa può essere resa secondo modalità concordate tra le due parti. Gli importi sono poi erogati direttamente in busta paga.
Mario Vacca
In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it