In tutto questo marasma le difficoltà nel mercato interno non mancano, ma non ne parleremo perché sono sempre le solite. È una situazione che si sta cronicizzando.

Il mercato in pillole: cereali pesanti, specie il mais e il grano prossimi ad una soglia di resistenza, specialmente quelli di origine nazionale ed EU.
Il mais portuale ieri quotava 315€ partenza Ravenna da pronto a marzo ‘23 (quotazione a cui aggiungere le spese di trasporto e spesso di sosta e anche di campionamento per non avere o quasi sorprese).
Per i Cruscami di Grano il ridimensionamento dovrebbe quasi essere finito, in quanto gli arrivi dal Sud Italia vanno rarefacendosi per le prossime due settimane e quelli della crusca estera pure.
Proteici molto elevati specie la farina di soya che ieri quotava 590€ partenza Venezia per la proteica e 580€ per la normale mentre il 2023 quotava 546,50€ partenza Ravenna per 12 mesi.
Fibrosi sempre stabili e cari. Sottoprodotti dell’industria del riso fermi, ma le pule e i farinacci in tensione per scarsità di produzione.
Melassi stabili, ma potrebbero/dovrebbero ribassare da gennaio (pochi €). Sottoprodotti vari ben tenuti e di difficile reperimento per due motivi: uno inerente alla logistica, l’altro il calo dei volumi e degli sprechi dell’agroindustria.
In tale frangente chi aveva fatto acquisti con la logica di 1/3+1/3+1/3 sta soffrendo un terzo rispetto ai soliti eterni ribassisti o indecisi, in un mercato come quello che stiamo vivendo il prezzo dovrebbe essere il secondo fattore di scelta e il primo quello della certezza dell’esecuzione della merce, cioè averla!
Nulla di nuovo per le bioenergie dove la certezza per ora è la carenza di matrici a buon mercato.
Con l’occasione la O.C.C. porge a tutti tanti cari auguri di un Sereno Natale.
Indici Internazionali al 22 dicembre 2022
L’indice dei noli B.D.Y. è salito a 1.723 punti, il petrolio wti è salito a circa 79 $ al barile, il cambio €/$ gira a 1,064459 ore 08,10.

Mario Boggini e Virgilio
In collaborazione con. www.gazzettadellemilia.it