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“Cereali e dintorni”: attualità drammatica

Se chiudono lo stretto di Hormuz sono dolori per tutti, gas e petrolio rincarerebbero velocemente.

Stiamo vivendo un momento drammatico, rischiamo guerre su guerre, i mercati sono in fibrillazione! Se chiudono lo stretto di Hormuz sono dolori per tutti, gas e petrolio rincarerebbero velocemente. Vi riporto alcuni spezzoni in grassetto di un articolo tratto da Alessandria Today a firma Marco Palombi

Nel 2024 dallo stretto di Hormuz sono transitati ogni giorno 21,2 milioni di barili di petrolio greggio e prodotti raffinati (pari al 21% della domanda globale) e 80,7 miliardi di metri cubi di Gas Naturale Liquido (circa il 27% dei flussi mondiali di GNL via nave). L’Europa, dopo la crisi ucraina, dipende per circa il 46% del GNL importato dagli Stati Uniti, la Cina importa dallo stretto circa 3,5 milioni di barili/giorno di greggio (45% dell’import marittimo cinese), mentre il 65–70% delle esportazioni totali del Golfo Persico passano per Hormuz (McKinsey, 2024; Consilium, 2024)”. 

Conseguenze per Europa: Shock su industria: (tratto da Alessandria Today) Industria chimica, acciaio, cemento e fertilizzanti UE dipendenti da energia “pronta” e a basso costo. Il blocco totale implicherebbe fermate produttive a catena: stime McKinsey 2024: -0,9% PIL UE nel trimestre successivo a blocco prolungato

Mentre per il nostro mondo: petrolio in salita, quindi su anche olii vegetali, rincarerebbe il mais per la produzione di etanolo, prenderebbero forza i prezzi del seme di soya e dei semi oleosi in genere, giù forse ancora le farine, ma con noli e costi assicurativi ben più alti per cui, forse, non ne avremmo benefico. Inoltre, dollaro più forte! 

Dipendenza da USA: (tratto da Alessandria Today) Forniture USA potrebbero coprire max 60% del deficit immediato, ma a prezzi maggiorati e con condizionalità geopolitiche (es. supporto militare/politico alle strategie USA). Stoccaggi insufficienti per copertura superiore a 2–4 settimane senza forti razionamenti. 

Conseguenze per gli Stati Uniti Vantaggio geopolitico: (tratto da Alessandria Today) Rafforzamento egemonia su Europa, che diventerebbe totalmente dipendente dagli USA per la sopravvivenza, monopolio stelle e strisce sulle forniture (prezzi e condizioni), aumento quote di export GNL (già passate da 22 a 78 mld m3/anno verso UE dal 2021 al 2024).

Rischio escalation militare: (tratto da Alessandria Today) Impegno a garantire sicurezza marittima Quinta Flotta Bahrain, oltre 40 navi e 10.000 militari USA direttamente impiegati in operazioni di pattugliamento nel Golfo). 

In definitiva già da oggi mais e cereali più tenuti, prezzi per avanti faticosi da ricevere.

Anche il mercato delle matrici bioenergetiche è in fibrillazione per gli adempimenti legislativi inerenti il Decreto Sostenibilità tutto perché molti impianti non si sono messi in regola per tempo e così anche molti produttori/commercianti annaspano tra le “carte”; pertanto, c’è il rischio che il settore si impantani su sè stesso.

Indici Internazionali al 24 giugno 2025

L’indice dei noli b.d.y. è sceso a 1.689 punti, il petrolio wti è salito a circa 75$ al barile il cambio gira a 1,14706 alle ore 15.08 

Mario Boggini e Virgilio

In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it

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