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Controlli Fiscali 2025: cosa ci aspetta e perché aumenta l’utilizzo del contante

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato le nuove linee guida fiscali per i controlli del 2025. 

L’attenzione sembra focalizzarsi principalmente sui forfettari, su chi non ha aderito al concordato preventivo biennale, sulle partite iva “apri e chiudi” e sulle spese anomale. 

Il piano integrato di attività ed organizzazione contenente le linee guida di indirizzo per il contrasto all’evasione prevede che i contribuenti che non hanno aderito al concordato preventivo biennale –  quindi coloro che non hanno accettato il reddito proposto dal Fisco oppure che sono incappati in una delle ipotesi di decadenza previste dal D.Lgs n. 13/2024 –    saranno osservati speciali ai fini dell’attività di controllo, potendosi così affermare che l’Agenzia punta l’attenzione sui soggetti che non si sono avvalsi degli strumenti di compliance messi a punto dal sistema.

Per quanto concerne i forfettari, la confusione che si è generata ha concepito la piena consapevolezza che alcuni contribuenti si siano avvalsi del predetto regime pur non essendo in possesso delle relative condizioni. L’attenzione si concentra anche sulla compilazione del quadro RS ove devono essere indicate alcune tipologie di spese sostenute da tali contribuenti. Gli oneri se da una parte non sono deducibili analiticamente, dall’altra costituiscono utili indicatori al fine di portare alla luce possibili comportamenti anomali.

Le banche dati che oggi risultano notevolmente potenziate, le informazioni come quelle reperibili dalla fatturazione elettronica e dai corrispettivi telematici e la tracciabilità dei pagamenti permetteranno di osservare attentamente le c.d. partite IVA c.d. “apri e chiudi”. Queste posizioni, che di fatto sembrano comportarsi come cartiere, risultano particolarmente pericolose emettendo in alcuni casi fatture per operazioni inesistenti (soggettivamente o oggettivamente) maturando crediti d’imposta, talune volte di ingente entità, per poi sparire nel nulla.

Intanto, l’utilizzo del contante in Italia è aumentato. Secondo il report semestrale UIF, nel secondo semestre del 2024 le comunicazioni oggettive relative alle operazioni in contanti hanno raggiunto un valore complessivo di 125,9 miliardi di euro, con un incremento dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. Parliamo di un dato che si può senz’altro ritenere superato dopo che Nazioni quali Svezia e Norvegia – a seguito dei numerosi attacchi Hacker – hanno consigliato ai cittadini di riprendere l’uso del contante, fattispecie che avrà senz’altro influenzato anche il nostro Paese

Mario Vacca

In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it

L’attenzione sembra focalizzarsi principalmente sui forfettari, su chi non ha aderito al concordato preventivo biennale, sulle partite iva “apri e chiudi” e sulle spese anomale. 

Il piano integrato di attività ed organizzazione contenente le linee guida di indirizzo per il contrasto all’evasione prevede che i contribuenti che non hanno aderito al concordato preventivo biennale –  quindi coloro che non hanno accettato il reddito proposto dal Fisco oppure che sono incappati in una delle ipotesi di decadenza previste dal D.Lgs n. 13/2024 –    saranno osservati speciali ai fini dell’attività di controllo, potendosi così affermare che l’Agenzia punta l’attenzione sui soggetti che non si sono avvalsi degli strumenti di compliance messi a punto dal sistema.

Per quanto concerne i forfettari, la confusione che si è generata ha concepito la piena consapevolezza che alcuni contribuenti si siano avvalsi del predetto regime pur non essendo in possesso delle relative condizioni. L’attenzione si concentra anche sulla compilazione del quadro RS ove devono essere indicate alcune tipologie di spese sostenute da tali contribuenti. Gli oneri se da una parte non sono deducibili analiticamente, dall’altra costituiscono utili indicatori al fine di portare alla luce possibili comportamenti anomali.

Le banche dati che oggi risultano notevolmente potenziate, le informazioni come quelle reperibili dalla fatturazione elettronica e dai corrispettivi telematici e la tracciabilità dei pagamenti permetteranno di osservare attentamente le c.d. partite IVA c.d. “apri e chiudi”. Queste posizioni, che di fatto sembrano comportarsi come cartiere, risultano particolarmente pericolose emettendo in alcuni casi fatture per operazioni inesistenti (soggettivamente o oggettivamente) maturando crediti d’imposta, talune volte di ingente entità, per poi sparire nel nulla.

Intanto, l’utilizzo del contante in Italia è aumentato. Secondo il report semestrale UIF, nel secondo semestre del 2024 le comunicazioni oggettive relative alle operazioni in contanti hanno raggiunto un valore complessivo di 125,9 miliardi di euro, con un incremento dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. Parliamo di un dato che si può senz’altro ritenere superato dopo che Nazioni quali Svezia e Norvegia – a seguito dei numerosi attacchi Hacker – hanno consigliato ai cittadini di riprendere l’uso del contante, fattispecie che avrà senz’altro influenzato anche il nostro Paese

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