Confermata l’esistenza di attività atmosferiche artificiali: inquinamento da metalli tossici, danni alla salute e all’agricoltura
Con l’approvazione della legge SB-56, che vieta qualsiasi forma di modifica climatica e geoingegneria, la Florida sembra voler porre fine alle attività di dispersione di sostanze artificiali nell’atmosfera. Ma dietro la maschera della precauzione legislativa, molti vedono un’ammissione implicita: per anni siamo stati esposti a metalli tossici senza consenso né controllo democratico.
Analisi ambientali: alluminio, bario e stronzio nei cieli
Studi e rilevazioni indipendenti, spesso ignorati dai canali ufficiali, hanno evidenziato la presenza anomala di alluminio, bario e stronzio nei campioni di pioggia, neve e polveri atmosferiche. Tra i rapporti più noti:
- ETC Group/Geoengineering Monitor ha documentato il crescente uso di tecniche di ingegneria climatica, incluso il rilascio sperimentale di particelle riflettenti. Sebbene spesso giustificate come “tecniche contro il riscaldamento globale”, le implicazioni ambientali non sono state adeguatamente valutate.
- “What in the World Are They Spraying?”, un documentario con supporto di dati ambientali raccolti negli USA, ha mostrato concentrazioni fino a 6.000 µg/l di alluminio in acqua piovana, rispetto a valori normali inferiori a 100 µg/l. Le analisi sono state effettuate in Arizona, California e Oregon.
- A Mount Shasta (California), il Rose Taylor Report del 2008 ha registrato livelli di alluminio in acque superficiali pari a 61.000 µg/l, 60 volte superiori al limite EPA per la sicurezza dell’acqua potabile.
- Secondo test commissionati da Michael J. Murphy, attivista e produttore del documentario Why in the World Are They Spraying?, anche campioni di neve e terreni agricoli hanno mostrato accumuli di bario e stronzio incompatibili con fonti naturali o industriali locali.
Impatti sulla salute: una minaccia silenziosa
L’alluminio inalato sotto forma di nanoparticelle può superare la barriera ematoencefalica e accumularsi nel cervello. I medici avvertono che l’esposizione cronica può causare:
- Neurotossicità e degenerazione cognitiva;
- Disturbi immunitari, tra cui infiammazioni sistemiche e sindrome da fatica cronica;
- Aumento di asma, bronchiti, allergie respiratorie.
Il Dott. Russell Blaylock, neurochirurgo e autore di studi sull’impatto dei metalli pesanti sul sistema nervoso, ha più volte denunciato la pericolosità dell’aerosol atmosferico artificiale, affermando che le polveri contenenti alluminio rappresentano “una minaccia seria e ignorata”.
Ambiente e agricoltura: suoli avvelenati, piante danneggiate
I metalli non si fermano all’aria: ricadono al suolo, penetrano nell’acqua, vengono assorbiti dalle radici. Agricoltori di California, Arizona e Texas hanno documentato l’aumento dell’acidità del terreno e la diminuzione della fertilità.
L’alluminio, in particolare, è noto per danneggiare le radici delle piante, inibendo l’assorbimento di nutrienti essenziali. L’equilibrio microbico del suolo, fondamentale per la biodiversità, viene compromesso in modo spesso irreversibile.
La legge SB-56: prevenzione o censura?
Con la SB-56, la Florida diventa il primo stato USA a criminalizzare ogni intervento atmosferico artificiale. Ma invece di aprire il confronto scientifico, la legge rischia di diventare un modo per impedire ulteriori indagini, mettendo fine al dibattito proprio quando le prove cominciavano a emergere con maggiore forza.
Non siamo più nel regno delle teorie: oggi parliamo di analisi chimiche, referti medici, dati agronomici. Le domande dei cittadini non erano folli. Erano fondate. E ora, forse, è arrivato il momento che la scienza ufficiale esca dal silenzio e faccia chiarezza su ciò che è accaduto – e che potrebbe accadere ancora.
Alla luce delle evidenze raccolte negli ultimi anni e della recente approvazione della legge SB-56, anche in Italia dobbiamo chiedere l’istituzione urgente di una commissione scientifica indipendente composta da ricercatori, medici, agronomi, esperti ambientali e rappresentanti della società civile. L’obiettivo è chiaro: indagare con rigore e trasparenza l’origine, la composizione e gli effetti delle sostanze presenti nell’atmosfera, nel suolo e nell’acqua.
Non si tratta più di “credere” o “non credere” nelle scie chimiche. Si tratta di verificare, misurare, tutelare la salute pubblica e ambientale con strumenti imparziali. La fiducia nelle istituzioni nasce dalla loro disponibilità ad affrontare i temi scomodi. Chi cerca la verità non ha paura delle domande. E oggi, più che mai, le domande sono doverose.
Andrea Caldart