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Florida vieta la “modifica climatica”: ma dietro la legge SB-56 c’è l’ammissione implicita di un problema ambientale e sanitario reale?

Un segnale inquietante: chi denunciava l’inquinamento da aerosol atmosferici aveva ragione?

L’approvazione della legge SB-56 in Florida, che vieta ogni forma di modifica climatica e dispersione di sostanze nell’atmosfera, ha fatto notizia come una vittoria contro gli “esperimenti climatici”. Ma per molti cittadini, ricercatori indipendenti e attivisti ambientali, la notizia è ben più grave e preoccupante: è la conferma che qualcosa, per anni negata, stava realmente avvenendo nei nostri cieli.

Le cosiddette “scie chimiche”, per anni bollate come fantasia cospirazionista, vengono oggi implicitamente riconosciute da una legge statale che ne vieta l’utilizzo. E mentre i media mainstream tentano di ridicolizzare chi poneva interrogativi scomodi, emergono dati e testimonianze che rendono urgente una riflessione seria sull’impatto ambientale e sanitario delle sostanze disperse nell’aria.

Molti studiosi e cittadini hanno documentato anomalie atmosferiche negli ultimi decenni: scie persistenti lasciate da aerei ad alta quota, che si espandevano coprendo ampie porzioni di cielo e che non si comportavano come normali contrails (scie di condensazione). In diverse analisi indipendenti di campioni di pioggia e suolo sono stati riscontrati livelli anomali di alluminio, bario e stronzio metalli che, se inalati o assorbiti, possono avere effetti tossici sull’organismo umano e sugli ecosistemi.

Diversi medici hanno segnalato un aumento inspiegabile di patologie respiratorie, allergie croniche, affaticamento sistemico, problemi neurologici e disturbi cognitivi, specialmente in aree interessate da fenomeni atmosferici anomali. Se le sostanze tossiche vengono rilasciate in atmosfera e poi inalate o ingerite attraverso acqua e cibo, gli effetti sulla salute pubblica possono essere gravi e a lungo termine.

Il particolato fine metallico potrebbe agire come neurotossina, compromettendo il sistema nervoso e aumentando il rischio di malattie degenerative come Alzheimer, Parkinson e sclerosi multipla. Tuttavia, studi ufficiali in questo campo ce ne sono ma ostacolati, e chi ne parla spesso viene censurato o ridicolizzato.

Non meno preoccupanti sono gli effetti sulle coltivazioni. Gli agricoltori di diverse regioni ad esempio in Italia, hanno documentato e denunciato più volte alterazioni del pH del suolo, diminuzione della resa agricola e modifiche nella resistenza delle piante ai parassiti. L’accumulo di metalli pesanti nel terreno può danneggiare l’equilibrio microbico e rendere difficile la crescita di molte colture.

Inoltre, l’opacizzazione del cielo, causata da queste formazioni artificiali, ha conseguenze sulla fotosintesi e sul ciclo dell’acqua, con impatti sull’intero ecosistema: dalla salute delle api all’evaporazione naturale, fino ai ritmi vitali delle piante.

Ma torniamo alla legge perché non è ancora molto chiaro se sia un bavaglio o una conferma.

La SB-56 non solo vieta queste attività, ma criminalizza chi le pratica. Ma se davvero le “scie chimiche” fossero solo fantasia, perché introdurre una legge per vietarle? Questo provvedimento, nel tentativo di arginare un fenomeno, reale o presunto, finisce per confermarne l’esistenza agli occhi dell’opinione pubblica.

Ne è convinta Laura DeSantis, portavoce del comitato “Cieli Puliti Florida”, la quale ha espresso forte preoccupazione riguardo alla legge SB-56, sottolineando che: “questa normativa, per quanto possa sembrare un passo avanti, in realtà non è ciò che dovrebbe essere. È troppo ambigua, sembra più un’operazione di facciata per placare l’opinione pubblica che un reale strumento di trasparenza e prevenzione. La legge vieta, ma non chiarisce cosa sia davvero accaduto fino ad oggi nei nostri cieli e chi ne sia responsabile”.

La DeSantis aggiunge: “Molti di noi denunciano da anni anomalie atmosferiche, ricadute sospette e un peggioramento della salute pubblica. Questa legge è l’ammissione implicita che qualcosa c’era, e forse c’è ancora. Ma invece di aprire un’inchiesta, si chiude il sipario. È questo che ci spaventa: non l’atto di vietare, ma il tentativo di archiviare tutto senza spiegazioni, senza giustizia”.

Invece di avviare indagini trasparenti, commissioni scientifiche indipendenti o dialogo con la popolazione, si è scelta la via più rapida: mettere a tacere la questione.

E così, ciò che per anni è stato deriso come “teoria del complotto”, oggi appare in tutta la sua gravità: non era complottismo, era denuncia ambientale anticipata

E ora che la legge riconosce a nostro avviso, seppur indirettamente, che qualcosa è stato fatto, è il momento di chiedere: chi è responsabile dell’inquinamento che respiriamo, dell’aria che stiamo contaminando, del cibo che portiamo in tavola?

Se davvero vogliamo tutelare l’ambiente in cui viviamo e la salute pubblica, è giunto il momento di pretendere chiarezza con leggi che anche nel nostro Paese non diventino un punto di arrivo, ma un punto di partenza.

Andrea Caldart

Link utili:

https://www.flsenate.gov/Session/Bill/2025/56

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