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Kellerei Passir: la prima cantina della Val Passiria

Arrivo a San Martino in Passiria nel primo pomeriggio percorrendo una strada tutte curve immersa nei boschi e tra gli alberi, è possibile ammirare le vette delle montagne leggermente innevate. Di vigne ormai se ne vedono pochissime benché il clima sia molto gradevole. 

Siamo a 597 metri s.l.m., il comune, che prende il nome dalla chiesa parrocchiale risalente al XII secolo, dedicata appunto a San Martino, si trova nel centro della Val Passiria, all’interno del Parco Naturale e   conserva in tutto 7 degli antichi masi degli scudieri della Val Passiria. Tradizione e cultura hanno ancora un grande valore nella vita quotidiana degli abitanti e dato che a San Martino si trovava la sede della Scuola Pittorica passiriana, moltissime facciate delle case sono decorate con preziose opere d’arte.

Veduta esterna

Ho appuntamento con il sommelier della cantina presso l’Hotel Unterwirt accanto alla chiesa nel pieno centro del paesino. La famiglia Fontana gestisce diversi alberghi, l’Unterwirt il quale bar bistrot è anche il centro di ritrovo di residenti e turisti, il bellissimo MartinerHoff sito poco distante, il birrificio e la cantina Passir; il birrificio artigianale, che è stato tra i primi in Alto Adige, è seguito da Matthias mentre la cantina dal fratello Benjamin con la simpaticissima Sonja che mi accoglie con un bel sorriso, garbo e professionalità. 

Mentre attendo che si liberi da qualche incombenza noto subito che è molto attenta all’ospitalità, tra l’altro il suo regno è composto da ordine e pulizia. Sonja oltre ad essere sommelier si occupa delle vendite e delle pubbliche relazioni e sarà lei ad accompagnarmi lungo l’itinerario in cantina.

Un angolino del locale fa da cornice al racconto di Sonja riguardo la genesi della cantina, dopo aver prodotto birra per tanti anni Florian, il capo famiglia, ha pensato di poter offrire agli ospiti degli alberghi almeno due etichette di vino prodotte in zona e cosi è nata la volontà di impiantare qualche vigneto, idea che man mano si è concretizzata passando da un pezzettino di terra ai tre ettari e mezzo coltivati oggi, oltre al conferimento delle uve da parte di alcuni contadini. 

Una vera e propria scommessa imprenditoriale iniziata con l’acquisizione dell’immobile dal fratello della nonna, e dall’idea stessa di impiantare vigne ad altitudini alle quali nessuno in zona ha mai pensato. Che si tratta di imprenditori con l’iniziale maiuscola, attenti alla qualità ma anche ai rapporti interpersonali  lo capisco nel corso dell’intervista. Non ho modo di incontrare il papà ed i due figli perché tutti a Venezia con i dipendenti più anziani, per un viaggio premio all’insegna dello spirito aggregativo.

Vigna

Benjamin ha terminato gli studi in enologia e cura personalmente la produzione in vigna ed in cantina, segue direttamente anche le vigne dei vi sia un prodotto quanto più omogeneo possibile.

Sonja sottolinea che dal 2012, anno di acquisto della proprietà e di innesto delle viti, sono trascorsi 12 anni, è cambiato il clima, sono cambiate le esigenze dei consumatori ma anche l’attenzione dei contadini alla viticoltura passando dallo scetticismo all’attuale consapevolezza che producendo vino “si riesce a far bere un pezzo del territorio”.

Alcuni Vigneti sono coltivati proprio alle spalle dell’Unterwirt e passeggiando tra i filari noto come le vigne hanno cambiato il panorama dei masi che sovrastano il territorio, fotografie che si imprimono nella mente ma anche nel cuore. 

Il 60% dei terreni coltivati è in Val Passiria ad altitudini tra i 600 ed i 900 metri sino al passo Giovo, la famiglia Fontana è stata la prima ad impiantare vitigni a queste altitudini.

Solaris, Kerner, Pinot Bianco, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Goldmuskateller, Vernatsch, Pinot nero, Zweigelt, Lagrein e Cabernet Sauvignon sono le uve prodotte oggi che danno vita ad altrettante etichette. 

Molto interessanti le due Cuvee concepite dall’azienda, la prima composta da Sauvignon Blanc e Goldmuskateller e l’altra composta da Chardonnay, Sauvignon Blanc e Pinot Bianco, con assemblaggio effettuato dopo l’affinamento dei singoli vini affinché lo Chardonnay apporti morbidezza, il pinot bianco l’acidità ed il Souvignon Blanc gli aromi fruttati, un vino di grande equilibrio. 

Solo nel 2024 l’azienda ha iniziato a vendere le 35.000 bottiglie prodotte anche fuori dalle mure dell’attività, permettendo di soddisfare le richieste di hotels e ristoranti della zona. 

La cantina è diventata una vera e propria attività di interesse comunale; nei periodi di imbottigliamento la macchina attrezzata allo scopo sosta nella strada principale del Paese – chiusa per l’occorrenza – finendo per trasformare l’imbottigliamento in una vera e propria manifestazione pubblica atta a diffondere mediaticamente il concetto  della produzione di vino nel territorio.

Una terra lontana dal pubblico italiano che, però, complici le efficienti attività promozionali della regione, la crescente attenzione al vino ed i tanti eventi in programma, raggiunge sempre più spesso questi territori.

Mario Vacca 

In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it

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