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La Bussola d’Impresa per accedere al credito ed evitare le crisi 

Nell’articolo della scorsa settimana ho esaminato come cambia l’accesso al credito a seguito delle nuove direttive EBA che a loro volta hanno recepito gli interventi del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII) (link sotto)

Prima di addentrarmi nel corpo dell’articolo, vorrei fare una premessa. 

Studiano il nuovo codice nel tentativo, ormai abbastanza chiaro di interpretare l’obiettivo del legislatore, faccio un parallelismo con la “Regola” elaborata da San Benedetto che, come sappiamo, diede vita ad un grande sogno, la realizzazione del Monastero di Monte Cassino, primo tra i tanti monasteri che pian piano si diffusero in tutta Europa.

Le aziende, le imprese, il mondo del lavoro in generale trovano slancio e dinamismo quando sono capaci di esprimere una vision che sappia tradursi in una mission. Ovvero a condizione di identificare uno scopo, una meta finale, capace di motivare, di sprigionare energia e di indicare obiettivi, di attivare decisioni, di influenzare comportamenti e di generare risultati.

In realtà, volendo paragonare ancora la Regola Benedettina al linguaggio professionale, notiamo una terminologia quasi identica.  In questo senso, se la Regola è la visionla sua applicazione alla strategia d’impresa è la mission. Allora, come emerge dal Prologo di San Benedetto, il primo e fondamentale scopo dell’umano agire non consiste nello stilare un elenco delle cose da fare, bensì nell’indicare le ragioni ultime che le motivano. Ecco lo scopo finale! Ecco quindi il motivo principale di adottare in azienda una Bussola per comprenderne il percorso, gli adeguati assetti per raggiungere lo scopo finale dell’impresa, l’obiettivo dato dall’imprenditore. 

Tornando al tema dell’articolo, l’autorità bancaria nell’adeguarsi alla nuova normativa CCII impone agli Istituti di Credito l’attenta valutazione degli adeguati assetti nel corso della procedura di concessione ed erogazione di credito alle aziende. 

Vediamo di seguito cosa impone la norma e cosa sono gli adeguati assetti. La normativa impone agli Amministratori ed ai Sindaci di curare che l’assetto organizzativo, amministrativo e contabile sia adeguato alla natura e alle dimensioni della società in modo da rilevare tempestivamente la crisi e la perdita di continuità aziendale. Ciò al fine di permettere di adottare misure idonee attraverso strumenti di programmazione mirati a scongiurare la crisi dell’impresa.

L’obbligo viene imposto sia all’imprenditore che operi in forma societaria, sia a quello che operi in forma individuale che deve adottare misure idonee a rilevare tempestivamente lo stato della crisi, e pertanto la necessità, anche in questo caso, di dotarsi di adeguati assetti. 

Articolo 2086 del c.c. recita che: “L’imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale”.

La norma integrata quindi prevede che gli assetti debbano consentire di:

  • rilevare eventuali squilibri di carattere patrimoniale o economico-finanziario rapportati alle specifiche caratteristiche dell’impresa e dell’attività imprenditoriale svolta dal debitore;
  • verificare la non sostenibilità dei debiti e l’assenza di prospettive di continuità aziendale per i dodici mesi successivi e i segnali di allarme;
  • ricavare le informazioni necessarie a seguire la lista di controllo particolareggiata e a effettuare il test pratico per la verifica della ragionevole perseguibilità del risanamento introdotti dal D.L. 118/2021.

Il CCI definisce sia il concetto di crisi quale “stato del debitore che rende probabile l’insolvenza e si manifesta con l’inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte alle obbligazioni nei successivi dodici mesi” sia quello di insolvenza quale “stato del debitore che si manifesta con inadempimenti o altri fatti esteriori i quali dimostrino che il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni”.

Si deve tener presente che molto spesso nelle realtà di minori dimensioni, a gestione familiare, molto diffuse nel nostro paese, l’assunzione delle decisioni viene influenzata dalla sfera familiare dell’imprenditore e avviene senza che vi sia a disposizione un adeguato Set informativo basato sia su dati consuntivi e che prospettici. Spesso, in tali realtà, l’implementazione di adeguati assetti viene valutata eccessivamente onerosa e non considerata necessaria al fine di poter presidiare la continuità aziendale. Il D.L. 118/21 e il CCII rimarcano la responsabilità dell’imprenditore nell’attuare un sistema di governance, presupposto indispensabile per consentire di disporre non soltanto di informazioni storiche ma anche e soprattutto di informazioni prospettiche affidabili, che consentano di anticipare l’emersione della crisi.

Al di la dell’imposizione normativa, gli adeguati assetti sono una vera e propria bussola d’impresa che – se ben attuati – aiutano l’imprenditore nel raggiungere gli obiettivi prefissati evitando o arginando il “mare in tempesta” e, si declinano in 3 ambiti:

  • Per assetto organizzativo si intende organigramma, funzionigramma, mansionario,
  • Per assetto amministrativo si intende Business plan, budget, cash flow, reporting,
  • Per assetto contabile si intende contabilità aggiornata, analisi scostamenti, rendiconto finanziario, procedure formalizzate processi contabili

Quindi, in via esemplificativa gli assetti organizzativi possono essere implementati mediante la formalizzazione di organigrammi, funzionigrammi, con indicazione di deleghe, funzioni e poteri, un adeguato Sistema IT ed attraverso congrui flussi informativi. Nelle imprese meno strutturate, risulterà determinante quantomeno definirli e formalizzarli, in funzione delle specifiche attività di pertinenza dei soggetti che esercitano il governo dell’impresa.

L’assetto amministrativo può essere implementato mediante l’introduzione di procedure che consentano il corretto svolgimento delle attività aziendali e la produzione di informazioni valide al fine di verificare le performance aziendali.

Gli assetti contabili possono essere implementati attraverso l’introduzione di strumenti quali bilanci intermedi, Business plan, budget almeno annuali e Budget di tesoreria. A prescindere dalle dimensioni e dalle caratteristiche dell’impresa, un sistema di contabilità generale non può dirsi adeguato se non è supportato da un sistema di rilevazioni contabili in grado di rappresentare i fatti gestionali sotto il duplice aspetto finanziario ed economico-patrimoniale.

Gli assetti devono consentire di:

  • rilevare eventuali squilibri di carattere patrimoniale, economico o finanziario
  • verificare la sostenibilità dei debiti e le prospettive di continuità aziendale almeno per i 12 mesi successivi
  • rilevare i segnali di allarme

I compiti dell’organo amministrativo, possono essere riassunti in queste “best practice” chele aziende più strutturate già pongono in essere:

  1. esaminare ed approvare il piano industriale della società, monitorandone periodicamente l’attuazione e valutando il generale andamento della gestione;
  2. definire il sistema di governo societario della società;
  3. valutare l’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile della società, con particolare riferimento al sistema di controllo interno e di gestione dei rischi;
  4. definire la natura e il livello di rischio compatibile con gli obiettivi strategici della società.

Gli strumenti maggiormente significativi ed utili all’organo amministrativo, al fine di implementare tutti gli opportuni presidi ed assecondare tutti gli adempimenti normativi sono: 

Il piano industriale è la rappresentazione delle strategie e delle azioni previste per raggiungere gli obiettivi definiti dal management e può essere suddiviso in due parti, una di natura qualitativa (industriale) e l’altra di natura quantitativa (economico-finanziaria). La prima, quella qualitativa, descrive, tra le altre, la strategia applicata e quella ipotizzata per il futuro, i risultati attesi e le azioni da realizzare per il loro raggiungimento.

Nel caso in cui il piano sia sviluppato in un contesto di crisi e lo stesso sia finalizzato alla sua soluzione in continuità, lo stesso dovrà anche descrivere le cause che hanno originato la crisi, ovvero tutti gli elementi che hanno concorso al progressivo conclamarsi del declino dell’attività. Maggiormente puntuale ed approfondita sarà la comprensione delle cause della crisi, più elevato sarà il grado di incisività del risanamento descritto nelle strategie di intervento.

Il budget è il documento programmatico di carattere amministrativo-contabile che, con riferimento ad un orizzonte temporale di breve periodo (tipicamente un esercizio), è costituito, in estrema sintesi, da un bilancio preventivo. Tale documento risulta determinante per poter determinare il Debt Service Coverage Ratio (DSCR).

I dati e le informazioni che riguardano aspetti prettamente finanziari dell’organizzazione vengono generalmente esposti nel cash-flow, Il buono stato di salute dell’organizzazione, invece, può essere monitorato tramite il calcolo della posizione finanziaria netta. Il CCII, chiede che venga calcolato un Cash- flow prospettico a 12 mesi rolling. Questo genere di informazioni, ad oggi vengono formalizzate solamente nelle imprese maggiormente strutturate. Lo sforzo richiesto da tale normativa risulta quello di formalizzare ciò che è già presente nella “testa” degli imprenditori-soci di piccole e medie imprese.

Le informazioni desunte da questo tipo di analisi devono comprendere tutti gli ambiti aziendali per soddisfare il requisito della completezza, dovranno essere scelti i dati più rilevanti e significativi circa la “capacità dell’organizzazione di creare valore nel breve, medio e lungo termine” tali da essere quanto più chiari anche di fronte a elementi complessi in modo da poter essere utilizzabili e comprensibili da ogni utilizzatore.

Oggi più che mai l’attività d’impresa richiede la piena consapevolezza di gestione al fine di scongiurare che i fattori interni ed esterni si tramutino in possibili cause di crisi. Il management deve manifestare propensione al cambiamento per evitare di sottostimare o, ancor peggio, non rilevare eventuali primi segnali di difficoltà nella gestione. Per rilevare con tempestività questi segnali è pertanto necessario predisporre processi che evidenzino le discontinuità dell’attività rispetto agli obiettivi prefissati

Per le imprese che ancora non hanno implementato gli adeguati assetti, è fondamentale attivarsi tempestivamente. Il primo passo è una valutazione approfondita della propria struttura organizzativa, amministrativa e contabile. Successivamente si renderà necessario implementare le misure correttive ed i processi necessari per garantire la conformità alle normative.

Mario Vacca

In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it

Link utili:

https://www.gazzettadellemilia.it/economia/item/46912-cosa-sta-succedendo-in-aumento-i-default-delle-aziende-in-europa-ed-in-italia

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