È stato necessario ancora una volta che il Governo chiedesse la fiducia all’Aula di Montecitorio per un provvedimento; in questo caso si tratta della conversione in legge del c.d. Decreto Aiuti con le modifiche apportate dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, che entro il 16 luglio dovrebbe essere approvato anche in Senato.
Sicuramente il Decreto sarà ricordato per le norme sul bonus 200 euro per salvaguardare il potere d’acquisto dei lavoratori a fronte del caro energia e dell’impennata dell’inflazione, la cui conversione non apporterà modifiche (anche perché si sono praticamente mossi già tutti i consulenti del lavoro e le aziende con autodichiarazioni e gli altri documenti burocratici che ogni agevolazione porta con sé). L’eccezione è il bonus da 550 euro ai lavoratori in part-time ciclico.
Anche in questa conversione non poteva mancare una puntata del balzello della cessione dei crediti edilizi, che verrà consentita (una sola volta e senza ulteriori cessioni) verso tutti i correntisti diversi dalle persone fisiche.
Quindi rispetto alle attuali regole, viene prevista anche la cessione verso Partite IVA e piccole e medie imprese.
Particolare l’introduzione di ulteriori possibilità di rateazione delle cartelle esattoriali, con l’innalzamento della soglia per chiedere la dilazione dei pagamenti con procedura semplificata (a 120 mila euro per ogni singola cartella), e la decadenza dal piano dopo otto rate non pagate, in luogo delle cinque previste sino ad oggi.
Nel frattempo, il Mi.S.E. ripartisce i fondi rimanenti per i contributi a fondo perduto destinati alle imprese della ristorazione, individuando nei ristoranti, street food, catering e bar i soggetti a cui è destinato il contributo aggiuntivo per la ripresa post Covid.
Ne hanno diritto le attività ammissibili agli aiuti del Sostegni-bis (Articolo 1-ter DL 73/2021) che hanno fatto domanda a giugno per il Bonus Wedding ed HO.RE.CA esclusivamente se rientranti nei seguenti codici Ateco:
- 56.10 – Ristoranti e attività di ristorazione mobile;
- 56.21 – Fornitura di pasti preparati (catering per eventi);
- 56.30 – Bar e altri esercizi simili senza cucina.
I criteri e le modalità di ripartizione sono gli stessi già contenuti nel decreto MiSE del 29 aprile, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 5 luglio. Il Ministero, dopo aver ripartito i fondi in base alle domande pervenute entro il 23 giugno, provvede ora ad un nuovo riparto a favore delle imprese della ristorazione sopra indicate, con le seguenti misure:
- il 70% delle risorse è ripartito tra tutte le imprese aventi diritto;
- il 20% spetta, in via aggiuntiva, alle imprese con ricavi oltre 100mila euro;
- il 10% è suddiviso fra le attività che fatturano più di 300mila euro.
Non sembra che le imprese debbano presentare una nuova istanza, dovrebbe procedere automaticamente l’Agenzia delle Entrate in base alle domande presentate entro il 23 giugno per quanto, però, si attendono indicazioni riguardo l’eventuale riapertura dei termini per le imprese che possiedono i requisiti (riduzione del fatturato e del risultato economico 2020 pari almeno al 30% sul 2019).
Mario Vacca in collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it