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Home Economia La stangata: aumenti record di benzina, gasolio e Gpl

La stangata: aumenti record di benzina, gasolio e Gpl

Sono diversi i problemi che affliggono il nostro Paese e, come se non bastasse, altri macigni andranno a pesare nelle tasche degli italiani: l’impennata dei prezzi dei carburanti.

Le ultime rilevazioni Mise fissano a 1.749 euro al litro il prezzo medio della benzina, il gasolio raggiunge quota 1.613 euro al litro e il metano arriva a quota 2 euro al kg.

Secondo le associazioni consumatori, tra le quali Assoutenti, Codacons, Cgia di Mestre, nel 2021 un litro di benzina costa il 21,4% in più, il gasolio è aumentato del +22,3%, la verde segna un +26,4% e il diesel addirittura +28,6%.

Nelle nostre tasche grava anche l’alta percentuale di Iva e accise, che vanno a influire sul 61,9% del prezzo della benzina e sul 58,9% di quello del gasolio.

Cerchiamo di capire quali sono i fattori che determinano il costo dei carburanti e i relativi aumenti. 

Il prezzo del carburante è composto dal costo della materia prima, il guadagno della compagnia petrolifera e il margine del distributore. Poi, come ben sappiamo, c’è la componente fiscale, ovvero le accise, in misura fissa di 0,728 euro per la benzina, 0,617 euro per il gasolio e l’Iva calcolata anche sulle accise. Allora, chi ci guadagna?

Abbiamo scoperto che i distributori percepiscono solo un margine lordo pro-litro fisso, mediamente di 3 centesimi sul self e di 5 sul servito, qualunque sia il prezzo di vendita alla pompa, in base all’accordo siglato da alcune associazioni sindacali. Dati forniti dall’Associazione nazionale gestori autonomi carburanti (vedi grafico).

Il prezzo finale di vendita è stabilito insindacabilmente dalle compagnie petrolifere, senza alcun controllo istituzionale. Il recente dato è una conferma: negli ultimi 12 mesi l’Eni, la maggior compagnia italiana, ha prodotto utili per circa 1,2 mld, un massimo storico nonostante la pandemia. Sarebbe auspicabile un limite di prezzi stabiliti dal Mise e maggiori controlli sul comportamento delle compagnie petrolifere.

Da considerare che il rincaro dei carburanti causa anche gli aumenti dei prezzi al dettaglio e ha ripercussioni sull’inflazione, dato che in Italia l’85% della merce è trasportata su gomma, i costi di trasporto incidono sui prezzi finali. 

Come di consueto il repertorio si ripete: famiglie e attività produttive saranno sopraffatte dall’escalation dei prezzi, compresi i distributori di carburante che dovranno riuscire a sopravvivere con i loro 3 o 5 centesimi al litro.

Antonella Di Luzio

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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