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Home Economia Legge di Bilancio, provvedimenti deboli sul fisco

Legge di Bilancio, provvedimenti deboli sul fisco

La manovra di bilancio 2022-24 del governo Draghi? Per ora, almeno sulla parte fiscale, si può parafrasare il titolo della commedia di Shakespeare: “Tanto rumore per nulla”. Il che, però, non esclude affatto che la carne presto verrà messa al fuoco: con quali effetti sugli stomaci dei cittadini sarà da vedere.

Quel che si può dire al momento è che si tratta di una manovra da 30 miliardi di euro all’anno, quindi bella corposa, ma con contenuti indeterminati sul piano fiscale e decisamente non graditi dalle parti sociali (sindacati e non solo) sul piano pensionistico.

Ma vediamo con ordine.

Le tasse: tagliare cosa? Intanto con il rinvio della plastic tax l’ambiente può aspettare

Sul versante del taglio delle tasse, la conferenza stampa del presidente del Consiglio Mario Draghi del 28 ottobre 2021, in compagnia del ministro dell’Economia Daniele Franco e di quello del Lavoro Andrea Orlando, è stata disarmante per chi avesse avuto orecchie per ascoltare.

Alla domanda di una collega dell’Ansa sugli orientamenti dell’esecutivo in materia di interventi sul fisco, se si fosse indirizzati per il taglio del cuneo per i lavoratori o per quello dell’Irap, la risposta di Draghi è stata: «No, il governo non ha deciso quali sono i pesi delle varie misure».

Sono chiare le dimensioni degli interventi di riduzione delle tasse previsti in manovra: 12 miliardi di euro nel primo anno, 40 nel triennio. Ma si è ancora indecisi tra il taglio del cuneo in busta paga per i lavoratori oppure il taglio dell’Irap per le imprese. Si rimanda agli equilibri che si formeranno in Parlamento, perché la maggioranza che sostiene l’esecutivo è divisa tra un centro-destra che vuole privilegiare l’intervento a favore delle imprese e il centro-sinistra che preferirebbe il taglio del cuneo fiscale.

Al netto di quello che rappresenta il taglio delle tasse per i ceti meno abbienti di questo paese, si tratta di una differenza non del tutto irrilevante. Una cosa è mettere i soldi in tasca a molte persone che ne hanno bisogno per “campare la famiglia” e possono, quindi, rilanciare i consumi; un’altra è fare uno sconto fiscale alle aziende (molto gradito a Confindustria) che peraltro toccherebbe un’imposta come l’Irap che finanzia il sistema sanitario nazionale. Peraltro, questa seconda scelta, rischia di compensare in negativo i due miliardi aggiuntivi sulla sanità previsti dalla recente Nadef 2021, mentre siamo nel guado della pandemia da Covid 19.

Il rinvio della plastic tax al 2023 (e pure della sugar tax) è l’ennesimo esempio di come la crisi ambientale venga declamata ma mai affrontata, nonostante le lodi sperticate a Greta Thunberg e quello che sta accadendo in queste ore in Calabria e Sicilia. Peraltro, lo slittamento di un anno delle tasse su plastica e bibite edulcorate costerà alle casse dello Stato complessivamente 650 milioni di euro.

Manovra di bilancio: quota 102, Reddito di cittadinanza e costi in bolletta

“Quota 102” (64 anni di età e 38 di contributi) per andare in pensione nel 2022: il contentino in materia previdenziale non è per nulla gradito ai sindacati che sono sul piede di guerra. D’altra parte. secondo la Cgil. la misura riguarderebbe poco più di 8.000 persone l’anno prossimo, dopodiché si tornerà al contributivo con una platea di lavoratori precari che non raggiungeranno mai una pensione degna di questo nome.

C’è da registrare, poi, il miliardo sul Reddito di cittadinanza per il quale si prevedono nuovi meccanismi di controllo dell’erogazione e dell’accettazione delle offerte, senza dimenticare i due miliardi di euro stanziati per frenare l’aumento dei costi energetici in bolletta.

Insomma, per essere la prima manovra di Mario Draghi ci si poteva aspettare di più e molto meglio.

Stefano Paterna

Fuori dal Silenzio

SatiQweb

dott. berardi domenico specialista in oculistica pubblicità

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