Gli investitori attribuiscono valore alle pratiche sostenibili, premiando in particolare la buona governance e la gestione delle questioni sociali.
Nel precedente contributo (Link) ho analizzato l’importanza dell’approvazione da parte dell’autorità europea del regolamento sui rating ESG.
In un mondo sempre più orientato verso la sostenibilità e la trasparenza, il Bilancio di Sostenibilità è diventato uno strumento imprescindibile per le aziende che vogliono comunicare il loro impegno verso l’ambiente, la società e la governance (ESG).
Come già anticipato l’adozione di pratiche ESG da parte delle imprese non solo contribuisce al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità, ma comporta anche notevoli vantaggi economici, tra cui la riduzione dei costi di indebitamento.
Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 125/2024 l’Italia ha recepito la direttiva CSRD, che obbliga le società a rendicontare gli impatti ambientali, sociali e di governance, secondo standard ben precisi. Dal 2028 questi obblighi di rendicontazione non riguarderanno solo le grandi società, bensì anche le PMI.
La rendicontazione di sostenibilità ha come finalità quella di fornire un’informativa accurata e completa degli effetti che le performance aziendali hanno sull’ambiente, sulla società e sulla governante e permette di redigere un documento informativo, la relazione disostenibilità, che integra i dati economico finanziari del bilancio relativamente agli aspetti ESG.
“Tale informativa – spiega un comunicato dell’ufficio stampa del CNDCEC – rappresenta lo strumento per rendere trasparente quel processo aziendale che precede la fase di rendicontazione. Un processo che ha caratteristiche specifiche per ogni realtà aziendale, ma che non può prescindere da fasi essenziali quali analisi del contesto aziendale, azione e definizione di obiettivi ESG e rendicontazione ESG e comunicazione”.
La rendicontazione di sostenibilità non deve essere vista solamente come un aggravio di oneri burocratici ed economici per le imprese, bensì come uno strumento vantaggioso di crescita aziendale, sempre che sia adottata quella coerenza di cui ho parlato nel primo articolo di questo lungo lavoro.
Il vantaggio principale riguarda l’attrazione degli investitori, ma ciò che interessa principalmente il legislatore è che, secondo il rapporto “ESG Outlook”, commissionato dalla CRIF, si può notare come le PMI sostenibili mostrino una minore rischiosità creditizia: le imprese con un’elevata adeguatezza ESG hanno tassi di default inferiori del 34% rispetto alla media, mentre quelle che hanno un basso rating ESG presentano un tasso di default superiore dell’11%. Il Bilancio ESG può essere visto quindi come un ulteriore passo degli “Adeguati Assetti” introdotti con la nuova legge sulla Crisi d’Impresa.
I dati elaborati dal rapporto di Crif, mostrano come nel secondo semestre del 2023, il rating di sostenibilità sia diventato fondamentale per la concessione del credito: le PMI con un alto rating ESG, infatti, hanno beneficiato di un’erogazione di finanziamenti superiore dell’11% rispetto alla media. Oltre ad avere un maggiore accesso al credito, le PMI con un alto livello di sostenibilità saranno sicuramente preferite come fornitori dalle imprese più grandi e già obbligate alla rendicontazione di sostenibilità: l’adeguatezza ESG infatti non tiene conto solamente degli impatti della propria impresa, ma anche di quelli generati lungo tutta la supply chain.
Dal momento che le nuove generazioni sono sempre più attente all’impatto sociale e ambientale delle aziende per cui lavorano, l’attenzione a tali tematiche diventa un’opportunità per attrarre giovani talenti
Il 24 giugno 2024, il MEF ha avviato una consultazione pubblica a cui hanno partecipato 61 soggetti, tra i quali 3 istituzioni, 11 operatori del settore finanziario e 21 operatori del settore della consulenza conclusasi il 2 agosto 2024 con la pubblicazione, notificata lo scorso 6 dicembre, del documento per il “Dialogo di sostenibilità tra PMI e Banche”.
Il Documento si concentra sull’interazione tra PMI e banche, in particolare sul rapporto creditizio, e mira a semplificare il processo di comunicazione delle informazioni di sostenibilità. Il suo obiettivo è quello di strutturare un modello di rendicontazione equilibrato che valorizzi le esigenze di tutti gli stakeholder, proponendo una guida metodologica e una serie di informazioni di sostenibilità che le PMI possono trasmettere alle banche nell’ambito dei rapporti creditizi. Lo scopo primario di questa iniziativa è quello di evitare la proliferazione di richieste complesse e diversificate da parte degli istituti di credito che potrebbero trovare soprattutto le PMI impreparate a rispondere a queste istanze.
La “Guida Metodologica” fornisce informazioni dettagliate su come le piccole e medie imprese possono rendicontare le informazioni ESG richieste, includendo definizioni, descrizioni delle informazioni, modalità di calcolo, fonti di dati rilevanti e indicazioni sulla rilevanza delle informazioni per gli istituti di credito.
Le informazioni ESG vengono suddivise in 4 sezioni:
- Informazioni generali: indirizzo e codice NACE, descrizione della governance aziendale, rating e certificazioni di sostenibilità;
- Clima ed ambiente: consumi energetici, emissioni di gas ad effetto serra, investimenti per ridurre i propri rischi climatici, emissioni inquinanti, consumi idrici, gestione dei rifiuti, impatto sulla biodiversità:
- Società e forza lavoro: politiche sui diritti umani, diversità e inclusione, salute e sicurezza sul lavoro, formazione, conciliazione fra vita privata e lavoro;
- Governance e condotta aziendale: codice etico, sistema whistleblowing, sanzioni per corruzione.
Per agevolare le microimprese, le informazioni di sostenibilità sono suddivise in due classi di priorità:
- Priorità 1: informazioni che dovrebbero essere fornite da tutte le imprese, indipendentemente dalla loro dimensione;
- Priorità 2: informazioni più specifiche che solitamente vengono raccolte da imprese che hanno già intrapreso il percorso di sostenibilità o da imprese più strutturate.
Le microimprese possono concentrarsi sulle informazioni con priorità 1.
L’iniziativa della pubblicazione del documento non solo rappresenta la volontà del legislatore e delle istituzioni coinvolte per proseguire il percorso della sostenibilità offrendo spunti come una guida per ulteriori interventi legislativi e iniziative di supporto, ma affronta il tema della collaborazione tra PMI e banche favorendo il percorso di avvicinamento che in questo particolare momento è necessario allo sviluppo dell’intero sistema Paese.
Mario Vacca
In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it