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Sicurezza sul lavoro: la Cassazione conferma la responsabilità dell’azienda in caso di mancata formazione

L’azienda può essere ritenuta responsabile dell’infortunio sul lavoro se è provata in tribunale la mancata formazione del dipendente sui rischi e la sicurezza sul lavoro; Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 15697/2025.

La pronuncia della Corte ribadisce l’importanza della formazione dei lavoratori come presidio essenziale di sicurezza nei luoghi di lavoro; la decisione arriva al termine di un procedimento in cui è stato dimostrato che il lavoratore infortunato non aveva ricevuto un’adeguata preparazione in relazione alle mansioni svolte, né era stato messo in condizione di conoscere le norme basilari in materia di prevenzione. Per la Suprema Corte, l’omissione dell’obbligo formativo rappresenta un elemento sufficiente per configurare la colpa dell’azienda, che ha il dovere giuridico di istruire il personale in modo completo, continuo e documentato.

La pronuncia sottolinea con particolare forza il ruolo centrale della formazione come strumento di tutela e prevenzione, si inserisce nel solco già tracciato dalla giurisprudenza in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro come obbligo ineludibile per il datore di lavoro.

La formazione dei lavoratori – si legge nella sentenza – non è un adempimento meramente formale, ma un presidio concreto per garantire la consapevolezza dei rischi e l’adozione di comportamenti corretti. La sua omissione integra una grave violazione degli obblighi prevenzionistici.”

Abbiamo chiesto un parere agli esperti di Tavola Farnesiana Consulting:

“Questa sentenza della Cassazione conferma quanto da tempo affermato nella prassi giudiziaria: la responsabilità del datore di lavoro non può essere esclusa se manca un’effettiva formazione del dipendente. Il legislatore impone non solo di formare i lavoratori, ma anche di poter dimostrare che tale formazione sia avvenuta in modo serio, comprensibile e aggiornato. Non basta una firma su un registro o l’invio di un manuale via e-mail.”

Ed aggiunge:

Troppo spesso la formazione viene vissuta come un obbligo burocratico. In realtà, è uno strumento di protezione per l’impresa stessa, che così dimostra di aver fatto tutto il possibile per prevenire incidenti e garantire un ambiente sicuro. In mancanza, la responsabilità penale e civile può essere pesante, come mostra chiaramente questa sentenza.”

La sentenza rappresenta un monito per tutte le aziende italiane: è indispensabile assicurarsi non solo di erogare corsi formativi adeguati, ma anche di archiviare correttamente la documentazione attestante l’avvenuta formazione ed aggiornare periodicamente i contenuti.

In questi ultimi due anni le imprese italiane sono immerse in una sfida culturale a tutto tondo, partendo dalla sostenibilità e passando per tutte quelle prescrizioni che sin d’ora venivano accolte come un semplice iter burocratico o, una spesa inutile, trasformatisi in un’opportunità per consolidare il modello di impresa responsabile, sostenibile e coerente, salvo poi combattere con concorrenze sleali quali le diverse legislazioni di altri Paesi o gli investimenti della malavita organizzata nell’economia reale.

Mario Vacca

In collaborazione con: www.gazzettadellemilia.it

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